Immaginatevi una ragazza giovane, determinata, affamata di successo ma anche di pane, con una gran voglia di togliersi di dosso il giogo delle rigide convenzioni puritane del New England di metà ottocento, e avrete il ritratto di Louisa May Alcott.
Si proprio lei,quella dei libri delle piccole donne che invecchiando sarebbe diventata più rigida e moralista della gente che rifuggiva in gioventù; ma lasciamo perdere la Alcott vecchia e bisbetica, a noi interessa quella pre-Little women,una bella e intelligente ragazzona di 25 anni dalla mente pronta e dai modi risoluti, fervente sostenitrice dei diritti delle donne e probabilmente lesbica latente (un po i connotati della sua eroina più famosa, Jo March) che scriveva sotto pseudonimi maschili (come A.M. Barnard) torbide ma raffinatissime storie di violenza, sesso, turbe psichiche, incesti sfiorati e altre carinerie; la Mickey Spillane del tempo, tanto per capirci.
E non esagero; questi suoi racconti che uscivano in riviste “forti” trasudavano passione estrema e grande sensualità,e si leggono ancora oggi con estremo piacere; storie fosche tipicamente vittoriane ma narrate in modo più spiccio e diretto,senza troppi orpelli. In mano a un Wilkie Collins i suoi eccellenti soggetti sarebbero probabilmente divenuti dei tomi di quasi mille pagine, e magari sarebbero stati più belli,magari no; fatto sta che la Alcott, pur senza avere la statura maestosa dei colleghi britannici, è sicuramente da ritenersi la prima grande scrittrice americana di Mystery, in ogni caso quella che è arrivata fino a noi meno invecchiata.
La benemerita casa editrice Robin ha pubblicato in questi ultimi anni alcuni di questi thriller d’antan, e ho letto ora ora il primo,ovvero “Dietro la maschera” ; se è un caso di buongiorno che di vede dal mattino sono stati i soldi meglio spesi ultimamente, perchè questo libro è un gioiello,un vero piccolo capolavoro nel suo genere.
Ambientato come di prammatica in Inghilterra, il teatro della vicenda è una grande proprietà sperduta nella brughiera, in un’avita magione abitata dai Coventry, una famiglia aristocratica senza il patriarca morto da poco; in essa vivono una nobildonna con due figli maschi,Gabriel ed Edward,e una dolcissima figlia adolescente di nome Bella. Loro ospite una cugina,la bellissima Lucia, tacitamente promessa sposa al primogenito Gabriel; lei è innamoratissima di lui ma Gabriel,al contrario,con lei è freddo al limite dell’indifferenza.
Un giorno, a casa Coventry, arriva una nuova istitutrice,Miss Muir. Parigina, non bella da dotata di un fascino strano e sfuggente, la ragazza fa subito breccia nel cuore di tutti tranne che di Lucia e Gabriel, che invece diffidano subito di lei,e giustamente; fin dalle prime pagine infatti appare chiaro che la ragazza non è quello che sembra, che uno o più misteri aleggiano attorno alla sua persona; ed ecco che a questo punto il lettore odierno inizia a diffidare pensando alla solita trita storia della psicopatica in casa altrui, del lupo travestito da agnello; ma qui invece l’autrice comincia a giocare di fino e a ribaltare tutte le aspettative di chi legge, giocando con le psicologie dei personaggi e sfumando sempre di più il confine tra buoni e cattivi, tra vittime e carnefici, fino ad arrivare a un finale spiazzante e beffardo che lascia sgomenti ben più della tragedia collettiva da grand-guignol che in molti si aspetterebbero.
Ma la bella storia non è il solo punto di forza del libro; essa è stupendamente narrata, con una prosa svelta e scattante ( la traduzione è eccellente) e con l’andare dei capitoli acquista una suspense degna del miglior Cornell Woolrich, e non si ha pace fino a che non si arriva alla fine.
Un romanzo straordinario, da leggersi in tutta tranquillità in una solitaria sera di pioggia, magari sotto un morbido plaid.
Come detto, il libro è pubblicato dalla Robin,e costa 12 euro.
INTRECCIO E SOLUZIONE FINALE; 10/10
-LEGGIBILITA’ 10/10
-ATMOSFERA 9/10
-HUMOUR 6/10
-SENTIMENTO 10/10
MEDIA VOTO; 9
Non mi puoi citare Wilkie Collin e Cornell Woorlich così, a tradimento. Ovviamente lo metto nella wish-list ma sarà difficile trovarlo.
RispondiEliminaNon riuscirò più a guardare la Alcott con gli stessi occhi O__O
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EliminaIn realtà con Collins questo romanzo non c'entra nulla,anzi stilisticamente ne è l'antitesi; però la suspense è degna di Woolrich,te lo assicuro.
RispondiEliminaCOmunque il libro lo trovi bene,se lo ordini ala IBS anche via telefono in 2 giorni gli arriva,passi e te lo prendi. Se poi lo vuoi leggere senza comprarlo passi da me e te lo presto.
Ma dai! Non conoscevo affatto questo lato della Alcott - e dire che mi è capitato di recente di soffermarmi sulla sua vita. Ora sono decisamente curiosa di leggere questa Alcott inedita!
RispondiEliminaSono proprio contenta di questo post.
RispondiEliminaSapevo di questo aspetto della Alcott, perché avevo letto che King la considerava uno dei suoi principali riferimenti letterari, e la cosa mi incuriosiva.
La cosa era poi rimasta solo un semplice proposito, perché non sapevo esattamente che libro cercare ed avevo finito per dimenticarmene.
Ti parlo di diversi anni fa, forse all'inizio del liceo, quando non avevo internet, le ricerche non erano così rapide, e fondamentalmente se leggevi qualcosa era prima di tutto perché lo trovavi nella libreria più vicino casa.
Ora che ho un titolo "concreto" e i tanti IBS & co. a disposizione non me lo lasco scappare ^_^
Hai davvero ragione Hana, la lettura prima di Internet era veramente un'atra cosa, l'ho sempre pensato anch'io.
RispondiEliminaIo ho avuto internet solo nel 2004,ormai ventiduenne, ma sono lettore accanito fin dal 1997, anno in cui cominciai a risparmare sugli altri divertimenti per spendere la paghetta in libri.
Effettivamente prima del passaparola della rete dovevi perlopiù scegliere un libro e puntare su di esso; io passavo pomeriggi in libreria a leggere quarte di copertina e risvolti, e a volte l'ntuizione si rivelava giusta e in altri casi prendevo solenni cantonate; non tornerei indietro a dirla tutta, ma un pizzico di rimpianto per il "mistero" che poteva celarsi dietro un romanzo un po mi manca;adesso ogni titolo è analizzato e sviscerato in modo tale che un po del suo fascino lo perde,inutile negarlo.
Per quanto riguarda la Alcott, attualmente in libreria si trovano altri suoi "thrillers" oltre a dietro la maschera; consigliabilissimi sono anche gli altri due pubblicati dalla Robin, ovvero "Un moderno mefistofele" e "Vanità e tradimenti", e a me è piaciuto molto anche "la donna di marmo" edito da Barbes. Mentre invece mi ha un po deluso "un lungo fatale inseguimento d'amore", che è un feuilleton movimentato e appassionante ma troppo tragico e a tinte fosche,e non ha la raffinatezza degli altri suoi scritti di genere. Ma in ogni caso inizia con DIetro la maschera, il suo capolavoro.
Un lungo fatale inseguimento d'amore si trova molto spesso per mercatini... ma più di una persona me l'ha vivamente sconsigliato ^^;;; Ovviamente l'avevo già preso :P
RispondiEliminaBeh, io sinceramente non so se sconsigliarlo o meno; per la prima metà il libro è incantevole, tanto che stavo già gridando al capolavoro; poi però l'autrice di colpo spinge in fondo il pedale dell'acceleratore e si hanno colpi di scena su colpi di scena.. anche troppi, che finoscono peer disorientare e rendere confusa la narrazione,fino a un finale che a me è parso stonatissimo. Ma a qualcuno potrebbe piacere proprio per i motivi per cui non è piaciuto a me, non si può mai dire.
RispondiEliminanel loro genere i thriller della Alcott sono piccoli capolavori! In un'antologia pubblicata vari anni fa ho letto Passione e tormento, La chiave misteriosa e Il fantasma dell'abate, tutti racconti misteriosi, pieni di colpi di scena e risvolti sovrannaturali e immersi in un'atmosfera sottilmente morbosa. Quando lessi "Dietro la maschera" adorai fin dalla sua prima apparizione Miss Muir : quella donna è un genio, riesce a insinuarsi nella mente di tutta la famiglia, ad approfittare delle loro debolezze e a metterli gli uni contro gli altri senza mai scoprirsi, semplicemente dando a ognuno l'illusione che voleva... Molto affascinante! Mi fa piacere che qualcuno la apprezzi!
RispondiEliminaCiao Anna,benvenuta sul mio blog!
RispondiEliminaBeh io sono un Alcottiano convinto, e amo quasi tutto quello che ha scritto (a parte gli ultimissimi romanzi, veramente un po troppo moralisti) e mi sorprendo di come la sua produzione "thrilling" sia stampata da piccole case editrici con poca visibilità quando secondo me i grandi editori potrebbero puntarvi tranquillamente, visto che grazie al passaparola derivato da Internet se un libro merita la gente lo compra,e la Alcott in questo caso è una garanzia. Tra l'altro sei molto fortunata ad avere l'antologia che hai citato,io la cerco da anni senza successo; ho però una raccolta degli editori riuniti dal titolo "Piccole donne uccidono", che comprende 4 gustosissimi racconti... se non ce l'hai ti consiglio caldamente l'acquisto!
Ah,inoltre complimenti per il tuo avatar; lady Mary Crowley (la ellissima Michelle Dockery) è semplicemente la donna dei miei sogni!
RispondiEliminaLady Mary è il mio personaggio di Downton preferito : sembra tanto gelida, ma la sua vera personalità resta nascosta! Ehehe, io, da brava ragazzina cresciuta con Piccole Donne, quell'antologia la comprai appena fu pubblicata! Guarda, io in realtà della Alcott ho l'opera completa in inglese in ebook, compresi quindi i racconti thriller, proprio perché penso che per capire veramente un autore bisogna leggerne le opere minori, quelle in cui si è lasciato andare. Soprattutto mi diverto a leggere i romanzi per adulti delle più famose autrici per bambini, per vedere il loro "lato oscuro"!!! E poi quello che mi diverte della Alcott è che lei a un certo punto, ne "I ragazzi di Jo", nei panni di Jo ammette apertamente di aver scritto "Piccole Donne" per soldi, senza applicarcisi più di tanto, e che, dopo aver visto che quella formula aveva successo, aveva continuato a rimescolare gli stessi ingredienti, prendendo allegramente in giro i lettori. E infatti, dopo aver "perso" Jo come portavoce, crea personaggi outsider come Nan, Dan, Josie e Charlie, per salvare un po' la sua vena ribelle e decadente anche nella sua produzione ufficiale.
RispondiEliminaCondivido appieno la tua passione nel leggere i libri cosiddetti "minori" dei grandi autori; ad esempio mi diverto a citare Catriona e Il principe Otto di Stevenson, due libri che ho amato almeno quanto i romanzi più famosi dell'autore. E che dire dei racconti brevi della grande Daphne du Maurier, angoscianti e labirintici,quasi antitetici ai romanzi più noti,solidamente classici? O anche la vergine del sudario di Stoker che preferisco di gran lunga a Dracula;potrei fare molti esempi in merito.
RispondiEliminaE anche a me piace scoprire il lato oscuro delle scrittrici apparentemente rassicuranti e per famiglie; ho iniziato or ora a leggere un libro di Frances Burnett ( colei che scrisse il giardino segreto) dal titolo "Un matrimonio inglese" e si presenta come un romanzo a tinte foschissime, con un marito sadico che tiranneggia una povera e ingenua fanciulla sposata solo per i soldi;tutto un programma. Evidentemente troppi buoni sentimenti dovevano scatenare una sorta di saturazione in questi autrici che avevano poi bisogno di sfogare la propria vena creativa in tutt'altro modo.
Adoro Daphne du Maurier! Di bancarella in bancarella sto cercando di accumulare tutto quello che ha scritto! L'ho letto "Un matrimonio inglese" : ci sarebbe tantissimo da dire su quel libro, commenti da fare pagina per pagina... se lo stai leggendo, non ti anticipo niente, ma sicuramente noterai che, alla fine, il tentativo di inserire il materialismo, la tecnocrazia e la positività americani nelle brumose atmosfere gotiche dei romanzi vittoriani è un po' stridente e Bettina - che è palesemente una Sara Crew cresciuta - risulta non meno ridicola del suo perfido cognato, nel suo progetto di dissipare le oscure nebbie gotiche a suon di dollaroni! La Burnett di romanzi così ne ha scritti tanti : "A fair barbarian", "A lady of quality", anche questo molto gotico, "Esmeralda", la storia di un'altra ereditiera... e poi si vede dalla sua vita - come si vede anche dalla vita della Alcott e di L.M. Montgomery, altra popolare autrice per bambini - che in lei c'era molto di più di quanto emerge nelle sue opere più famose. Lo stesso vale per Stoker : Dracula ha il merito di aver creato un personaggio, ma fra le sue opera è la più lenta. Non conoscevo Catriona : l'ho preso sul Kindle e rimedierò al più presto!
RispondiEliminaDevo confessarti che un matrimonio inglese per ora lo trovo abbastanza pesante e ridondante (nonostante l'ottima traduzione) e questo dualismo America- Inghilterra effettivamente appesantisce e data ntevolmente il testo; preferisco autrici secche e scattanti come la Alcott, la Burnett non mi sta prendendo molto.
RispondiEliminaCatriona di Stevenson è il seguito del ragazzo rapito, ma lo preferisco a quest'ultimo perchè a differenza del primo romanzo con soli personaggi maschili questo presenta due splendide figure di donna,che arricchiscono e impreziosiscono il testo facendolo decisamente virare verso il romance.