Scrittrice di grande raffinatezza e dall'immenso talento narrativo, Daphne du Maurier è stata, assieme a Agahta Christie e Georgette Heyer, una delle tre grandi signore del romance inglese del ventesimo secolo.
In realtà delle tre è diciamo la “sorella cupa”; in quanto la Heyer era di una leggiadria impareggiabile anche nei contenuti e anche nella Christie i toni angosciosi erano (quasi) sempre stemperati, nella du Maurier le tinte fosche prevalgono: infatti a ben pensarci pochi dei suoi romanzi hanno il classico lieto fine, o per meglio dire le cose si risolvono ma non senza un carissimo prezzo da pagare. In Rebecca la coppia di sposi perde Manderley e,cosa ben più grave,la loro serenità, in Mia cugina Rachele il protagonista arriva all'ambigua verità perdendo la felicità, e così via. Questo per dimostrare che la DU Maurier non aveva niente dell'autrice di consumo, ma era una grande scrittrice lucida e dalla prosa praticamente perfetta, anche se per qualche motivo la “Kritika” militante non le riconoscerà mai i suoi meriti.
Per fortuna in anni recenti anche la DU Maurier è stata miracolosamente recuperata dalla casa editrice del saggiatore, che ha ripubblicato (con nuove, bellissime traduzioni di Marina Morpurgo) i suoi romanzi migliori (anche se “Il generale del re” e “Donna a bordo” aspettano ancora la loro giusta riproposizione) e soprattutto TUTTI I SUOI RACCONTI BREVI, in 4 eleganti e curatissimi volumi. Di questi racconti molti risultavano difficilmente reperibili in vecchie edizioni Mondadori e Rizzoli, e alcuni erano addirittura ancora inediti; una iniziativa editoriale che vale veramente oro, anzi platino.
I volumi hanno i seguenti titoli;
- GLI UCCELLI E ALTRI RACCONTI: raccolta dei suoi racconti più noti,qualcuno anzi notissimo.
- IL PUNTO DI ROTTURA; forse la raccolta qualitativamente migliore,coi racconti più delicati e poetici.
- NON VOLTARTI, dove sono raccolti i suoi ultimi racconti, che per la verità non ho amato moltissimo, a parte il primo ovviamente che è un capolavoro.
- RENDEZ-VOUS, racconti giovanili e inediti, qualità altalenante ma sempre di alto livello.
Dunque, per chi scrive la DU Maurier dei racconti è almeno pari, e talvolta supera, quella dei romanzi. Perchè nei racconti brevi (un po come la Christie) osa di più, sperimenta e si avventura in territori pericolosi e delicati che nei romanzi non vengono affrontati.
Infatti gran parte dei suoi racconti sono allegorie venate di soprannaturale, con risultati che sono tra le sue vette assolute; le inquietanti precognizioni di “Non voltarti”,racconto superbo con un finale leggendario, oppure “Le lenti azzurre” dove la protagonista,dopo un'operazione agli occhi, inizia a vedere nelle persone che la circondano musi di animali invece dei loro soliti volti, musi che rispecchiano un po il carattere di queste persone (ad esempio un'infermiera buona e tontolona viene vista con una testa di mucca, ma non mancheranno, prima della fine, i volti di serpente). O ancora l'intenso e doloroso “L'albero di mele”, bilancio in chiave soprannaturale di una coppia infelice; e poi “Lo stagno”, delicatissimo racconto dove l'inizio della pubertà di una bambina viene trasfigurato in chiave fantastica in un racconto che riecheggia Lewis Carroll; e ancora la grande metafora de “Gli uccelli” da cui Hitchcock trasse l'omonimo famosissimo film.Ma i racconti fantastico-allegorici di Daphne sono molti, e occupano la maggior parte della sua produzione breve. Il resto di essa consiste in qualche racconto realistico di stampo Maupassantiano (ovvero i suoi primissimi lavori, non esattamente imprescindibili). E poi di Thrillers.
Che di racconti thriller puri senza incursione nel soprannaturale la DU Maurier in fondo ne scrisse soltanto tre; “L'alibi”, “Senza motivo” e “Baciami ancora sconosciuto”.
Ma sono tre capolavori. Capolavori veri e senza mezze misure, 3 tra i racconti più perfetti che il genere possa vantare.
La loro prosa è tesa, asciutta, quasi l'antitesi della Du Maurier barocca e sontuosa di Rebecca o del Generale del re; segno di come in questa autrice vivessero moltissime anime, e il suo talento anche nell'esprimersi fosse assolutamente sfaccettato e proteiforme.
“L'alibi”, presente nella raccolta intitolata Il punto di rottura, racconta dell'alienazione di un uomo buono e tranquillo, che da perfetto gentleman si trasforma, anzi vuole trasformarsi volontariamente e con estrema ponderazione, in un assassino spietato, scegliendo come vittima una donna sfortunata e innocente. LA sua sfida alla polizia e soprattutto alla comune morale è stupefacente, per una spietata e lucidissima analisi delle pulsioni primitive che ognuno di noi cerca (per fortuna riuscendoci nella maggior parte dei casi) di reprimere per tutta la vita.
“Senza motivo”, compreso nella raccolta Rendez- vous, è invece un capolavoro di tensione narrativa, una di quelle storie che ti costringono a leggere e voltare le pagine in modo quasi spasmodico, maledicendo ogni eventuale interruzione.
La storia è questa; perchè una bella e gentile giovane signora, sposa di un marito ricco e che l'ama e in attesa di un bimbo fortemente desiderato, di punto in bianco prende una pistola e si spara un colpo in testa? Il marito , disperato, incarica un detective di fare luce sulla vicenda, e questo scaverà fino a giungere a una terribile quanto umanissima verità.
Anche se stavolta il meccanismo narrativo soffre di qualche inverosimiglianza,una particolarmente grave e poco credibile(*SPOILER A FINE ARTICOLO), il piacere della lettura è tanto inteso da essere quasi doloroso,e chiudendo il libro si rimane preda per qualche minuto di un turbinio di sensazioni contrastanti, una magia che può essere creata solo dai grandi autori.
Ma quello che io considero il racconto thriller più bello in assoluto dell'autrice, il più perfetto stilisticamente e il più compiuto dal punto di vista narrativo, è “Baciami ancora sconosciuto” ( compreso nella raccolta gli uccelli e altri racconti) un racconto straordinario che per qualche motivo misterioso non vedo MAI citato nelle classifiche dei più grandi del genere.
In questa storia la DU Maurier si cala nei panni di un giovane meccanico reduce dalla seconda guerra mondiale, un ragazzo semplicissimo e onesto che vive e lavora nell'estrema periferia di Londra; le serate le passa andando al cinema da solo, a guardare film di cassetta mangiando pessimi gelati. E proprio in una di queste sere tutte uguali incontra una misteriosa fanciulla che fa la maschera in uno di quei cinema; il ragazzo ne rimane folgorato, e decide di seguirla dopo l'ultimo spettacolo. Lei non si fa tanto pregare, e in pagine di enorme valore documentaristico per la Londra del tempo assistiamo a una corsa in autobus, a una fermata in una desolata stazione dei bus, e infine al loro appassionato amplesso sulla lapide di un cimitero.
Ma la ragazza nasconde dei segreti, degli inquietanti segreti. Infatti il giorno dopo...STOP.
Insomma, spero di avervi incuriosito con questa mia recensione, perchè la narrativa di Daphne Du Maurier è una delle più felici e raffinate di sempre, e i 4 volumi dei racconti editi dal saggiatore (tra l'altro a prezzi tra 9 e 10 euro, abbastanza onesti per i nostri tempi) sono assolutamente da leggere per ogni appassionato di Thriller e di avventure fantastiche “Ai confini della realtà”. Fidatevi.
(*SPOILER ) ; possibile che un marito che crede la moglie pura e illibata durante la prima notte di nozze non si accorga che..così non è? Vabbè che sono inglesi, ma insomma...
Dei racconti thriller da te citati ne ho letti solamente due (ovvero "Baciami ancora sconosciuto" e "L'alibi" e devo dire che li ho trovati bellissimi.
RispondiEliminaBaciami ancora sconosciuto mi ha ricordato un po' le atmosfere dei libri di Cornell Woolrich: una donna bella e misteriosa, i due che se ne vanno in giro per la città di notte, il colpo di scena finale!Davvero bello.
L'alibi invece mi ha ricordato addirittura Dostoevskij (ma sì, scomodiamolo pure) e soprattutto Patricia Highsmith: sembra davvero un libro scritto da lei, in tutto e per tutto (ma evidentemente la Daphne l'ha anticipata di qualche anno). Insomma, la Du Maurier è veramente una scrittrice straordinaria e originale (basti pensare che l'unico suo libro definibile a pieno titolo come romanzo rosa...finisce male!).
Una piccola curiosità: Lo sapevi che del racconto "Le lenti azzurre" esiste una versione a fumetti disegnata da Guido Crepax?
Esatto, Baciami ancora sconosciuto è un racconto estremamente Woolrichiano nelle atmosfere, con quelle fantastica corsa in bus per la città viene in mente capolavori come "La donna fantasma" o "Si parte alle sei".
RispondiEliminaDelle LEnti azzure lo sapevo, e infatti quando me lo hai detto mi ha fatto molto piacere. Tra l'altro se ce lo hai mi farebbe molto piacere leggerlo, credo sia un racconto perfetto per l'estro visionario di Crepax.
me lo aspettavo questo post! Daphne du Maurier è da tempi immemorabili una delle mia autrici preferite; più che i racconti, preferisco i romanzi, soprattutto La casa sull'estuario, Rebecca e I parassiti e quelli storici come Mary Ann, Il calice di Vandea e Il generale del re, ma ho sempre trovato i suoi racconti e i suoi romanzi gialli semplicemente perfetti, perché in tutti la genesi del delitto e le indagini si svolgono non solo nella realtà, ma soprattutto nella psiche di tutti gli interessati. Infatti hai portato gli ottimi esempi di Senza motivo, L'alibi e Baciami ancora sconosciuto, che sono capolavori psico-thriller... e infatti la du Maurier ha attirato l'attenzione di Hitchcock, e questo già di per sé è una garanzia. L'iniziativa del Il Saggiatore è stata una vera manna dal cielo.
RispondiEliminaIo dei romanzi della Du Maurier in realtà non ho letto molto, perchè li ho reperiti in tempi relativamente recenti; li ho tutti, anche quelli rari come la collina dela fame, ma ne leggo uno o due l'anno perchè me li voglio centellinare; ho amato Rebecca, Mia cugna Rachele, i Parassiti, Taverna alla giamaica e il generale del re, ma so che ancora non ho letto tutto il meglio; il prossimo sarà "Donna a Bordo" ,consigliato da un amico che è un vero fan di questo romanzo. In ogni caso concordo che i suoi racconti siano assolutamente perfetti quanto e più dei romanzi; forse il racconto che amo sopra ogni altro è "Non voltarti", ma non l'ho incluso nel mio post perchè lo ritengo più un racconto di precognizioni soprannaturali che un giallo vero e proprio.
RispondiEliminaSì, “Non voltarti” non penso sia un giallo, anche se è pieno di suspense e di mistero… è più un thriller psicologico con accenni sovrannaturali. “La collina della fame” è rarissimo, tienitelo stretto!! Io l’ho cercato nei negozi di libri usati per anni e poi finalmente l’ho trovato su ebay. “Donna a bordo” è un capolavoro. Forse dopo Rebecca è il romanzo migliore della Du Maurier, il più fiabesco, e quello in cui omaggia al meglio la sua adorata, brumosa Cornovaglia : è un po’ saga, un po’ romanzo di formazione e perfino un’intelligente presa in giro dei romanzi rosa. Appena vuoi prenderti una pausa dai gialli leggilo. Un altro romanzo che consiglio sempre è “La casa sull'estuario”, che parla, nell'ennesima dimostrazione del talento poliedrico della Du Maurier, di viaggi nel tempo.
RispondiEliminaPensa che la collina della fame lo trovai a 50 cents a un mercatino...poche volte sono stato tanto fortunato. COmunque tra il mio amico e la tua entusiastica recensione, donna a bordo sarà il prossimo libro che leggerò, è folle rimandare oltre.
RispondiEliminasono sicura che ti piacerà!
EliminaAnna, mi hai fatto venir voglia di leggere "La casa sull'estuario"!
RispondiEliminase lo trovi, leggilo : ne vale la pena, è uno dei migliori romanzi della Du Maurier
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