Finite le vacanze estive, rieccoci gagliardi sul blog!
Ricominciamo la "stagione" con una bella novità; come molti di voi già sapranno, da questo mese
il Giallo Mondadori proporrà una nuova collana a cadenza mensile dedicata agli apocrifi di Sherlock
Holmes, ossia tutti quegli innumerevoli ( e in continuo proliferare, visto il
gran momento che sta godendo il personaggio tra film e serie tv) romanzi dove
agisce il grande detective col fido Watson che ovviamente non sono stati
scritti da Conan Doyle. Come sappiamo, il “canone” originario comprende 4
romanzi brevi e 56 racconti, usciti tra il 1886 e il 1928, mentre gli apocrifi non si contano.
L’iniziativa Mondadoriana mi da piacere a prescindere, ben venga qualcosa di
nuovo nel panorama attualmente abbastanza asfittico della collana, e
sicuramente proverò a seguirla almeno inizialmente.
Ora, non so cosa ne pensasse lo stesso Doyle del fatto
che il suo personaggio potesse essere sfruttato fino al secolo ventunesimo e
oltre, fatto sta che gli apocrifi iniziarono grazie al suo stesso figlio
Adrian, che pubblicò due raccolte di racconti brevi molto vicini allo spirito
delle opere del padre anche se qualitativamente altalenanti, pubblicate in
Italia coi titoli “Le imprese di Sherlock Holmes “ e “Nuove imprese di Sherlock
Holmes”; la seconda raccolta, scritta in collaborazione nientemeno che con John
Dickson Carr, presenta alcuni pezzi davvero pregevoli, su tutti “I giocatori di
cera”, più bello di molti racconti del canone stesso.
Un bell’omaggio a SH lo abbiamo anche dal duo Lee-
Dannay alias Ellery Queen, che in un loro tardo romanzo, “Uno studio in nero”, contrappongono
Holmes nientemeno che a Jack lo Squartatore, cosa fatta anche da Michael Dibdin
in un altro apocrifo riuscito, “L’ultima avventura di Sherlock Holmes”; c’è da
divertirsi nel leggerli entrambi e confrontare le due soluzioni proposte.
L’apocrifo forse più noto e di maggior livello
artistico è “La soluzione sette per cento” di Nicholas Meyer, che rilegge in
chiave moderna e psicanalitica (SH incontra Freud) alcune peculiarità della
personalità Holmesiana, come la dipendenza da cocaina e il rapporto ambivalente
verso Moriarty. In questo libro comunque importante lo spirito di Conan Doyle,
scrittore piuttosto superficiale e diretto, viene giocoforza meno, e per questo
non sono mai riuscito ad amare questo testo, ma devo ammettere una cosa; fino a
pochi anni fa ero un Conandoyliano “integralista” e la sola idea di apocrifo mi
infastidiva e avviliva, ma ora mi sono molto ammorbidito (l’età portà duttilità
mentale) e se un apocrifo lo trovo divertente lo leggo con piacere e senza
pregiudizi.
Ecco, però è anche giusto fare una netta distinzione
tra gli apocrifi stessi, visto che ce ne sono fondalmentalmente di due tipi,
1-
Quelli che seguono in modo più o
meno pedissequo lo stile e le atmosfere di Doyle, tanto che se l’autore è bravo
si riescono a prendere per originali,
oppure
2 - I “Pastiches”,
che vedono SH in situazioni altamente improponibili come lottare contro Hitler
(Doyle morì nel 1930, mentre il futuro fuhrer era ancora un oscuro giovane
esaltato) contro spie atomiche,oppure approdare in America; o anche lavorare a
fianco di personaggi famosi più o meno noti, da Virginia Woolf a Churchill agli
Zar Romanoff.
Insomma, di
queste due tipologie sarò sempre portato a preferire la prima, perché posso
accettare una penna diversa da quella di Doyle ma non un personaggio diverso da
Sherlock Holmes, lui almeno dovrebbe restare unico e fedele a se stesso, e non
potrei mai leggere di lui che ride, fa all’amore o va in vacanza al mare.
Tra i non molti che ho letto, il mio apocrifo “Ideale”
finora è “Sherlock Holmes e il mistero della sala egizia” di Val Andrews, un
romanzo breve edito prima dal Minotauro e poi dalla Fabbri nella bellissima
collana dedicata a Holmes e Doyle (Con le proposte sia del canone che degli
apocrifi, oltre di altre opere di Doyle fuori da SH) del 2005.
Ambientato nella Londra vittoriana di Doyle
splendidamente resa dall’autore, qui abbiamo un bel mistero che si svolge
perlopiù in un piccolo teatro dedicato alla prestidigitazione e alla magia (la
sala egizia del titolo), i cui numeri vengono descritti con dovizia di
particolari, divertendo assai il lettore. In questa sala viene ucciso un
prestigiatore dal passato misterioso e dalla condotta non irreprensibile, e Holmes
troverà pane per i suoi denti. Dello spirito di Doyle non manca nulla, dalle
schermaglie con un Watson in gran forma, le proverbiali deduzioni e una
soluzione che più che a Doyle si rifà a un capolavoro Carriano, ma che comunque
risulta impeccabile nella sua semplicità.
Insomma, questi sono gli
apocrifi che vorrei e che comprerò, dei pastiches credo di poterne fare a meno.
Ma in ogni caso vi invito a seguire la nuova iniziativa Mondadori, perché parrebbe
una collana che potrebbe accontentare tutti. Il primo volume si intitola "Sherlock Holmes e il diario segreto di Watson", già pubblicato nel 2012 da Delos Book. QUesta la copertina
COme sarà? lo scopriremo solo vivendo, anzi leggendo.
Che bella questa copertina che rimanda ai gialli classicissimi. Ho visto che è disponibile in EBook; avvisami se vale la pena scaricarlo. Ciao.
RispondiEliminaL'ho comprato ora ora in cartaceo, appena lo leggo lo recensisco, così ti fai un'idea!
RispondiEliminaCiao Omar,
RispondiEliminagrazie per la risposta dell'articolo precedente, purtroppo non avevo avuto occasione di rispondere. Per quanto riguarda i libri sulla storia del poliziesco, cercando un po' su internet ho trovato anche notizie sul "Dizionario blibliografico del giallo" di Pirani Bibliografica, che a quanto pare sembra un testo interessante, anche se anche questo, praticamente irreperibile e probabilmente un po' datato. Peccato!
A proposito di investigatori celebri che rinascono dalla penna di autori diversi dai loro creatori, ho trovato da poco la notizia che anche Poirot rivivrà nel romanzo "Tre stanze per un delitto" di Sophie Hannah, con l'autorizzazione degli eredi della Christie. Che ne pensi?
Ciao!
CIao! Beh, devi sapere che mi sto pian piano abituando agli apocrifi di Holmes, da me prima visti con molti pregiudizi e che pra mi stanno diventando abbastanza simpatici; ma Holmes è un qualcosa di lontano nel tempo, tanto da essere ormai un personaggio proverbiale da generazioni, alla stregua di Pinocchio e DOn CHisciotte...un personaggio che ormai si può anche iniziare a "Manipolare", seppur con la dovuta cautela.Per Poirot invece il discorso è diverso; è una creazione molto più recente che ha attraversato quasi tutto il secolo scorso(l'ultimo libro della CHristie con Poirot protagonista risale solo a 39 anni fa...) e risulta quindi ancora troppo legato alla sua autrice, la quale era un GENIO, non un artigiano, seppur brillantissimo e importante, come COnan DOyle; quindi il mio parere è che Holmes e il suo mondo si possono anche provare a ricrearli perchè in fondo abbordabili, ma la Christie per me è ancora decisamente inavvicinabile.
RispondiEliminaQuello su Poirot (l'Ebook) era in offerta, ieri; mmmm non l'ho preso perché questi giorni ho davvero speso trooooopppppooooo in libri digitali. Ho comprato La saga di Gösta Berling della Lagerlöf e l'ho appena iniziato ... bello. Prima di questo ho letto, per la prima volta, un romanzo giallo di Christianna Brand che non conoscevo, carino. E prima ancora è stata la volta di L'assassino è tra noi di Ellery Queen, davvero godibilissimo. So che molti non abbandonerebbero mai e poi mai la 'carta' ma quanti più romanzi si riescono a comprare grazie a offerte e prezzi ribassati!
RispondiEliminaNon so se già lo conosci, ma ti potrei consigliare anche gli apocrifi sherlockiani dalla penna di un italiano, Enrico Solito! Io ho letto solo una raccolta di 7 racconti, "I dossier di Sherlock Holmes": trame interessanti e avvincenti, con più di un richiamo al "finto soprannaturale"! Certo, lo stile che si respira è diverso da quello più scarno ed essenziale di Doyle, ma forse alcune descrizioni di paesaggi e di ambienti finiscono per guadagnarci!
RispondiEliminaNon conosco Enrico SOlito, ma spero che sia migliore del romanzo di Phil Growick, che magari è una spy-story abbastanza interessante ma trovo che non c'entri nulla con il mondo di SH; sono a pagina 100 e non riesco ad andare avanti.
RispondiEliminaPS Niki, quando l'ho consigliato "La saga di Gosta Berling?" ottima scelta, ma non ricordavo di averlo sponsorizzato...
Avevi consigliato 'L'anello Rubato'. Prima di quello nemmeno la conoscevo la prima donna premio Nobel per la letteratura! Ora sono completamente assorbita dai miti e dalle leggende nordiche ... mi sento perennemente in un poema epico.
RispondiEliminaE sono veramente molto felice per questo!
RispondiEliminaCiao Omar
RispondiEliminaapprezzo innanzitutto il tuo blog, che ho messo tra i preferiti da quando ho letto la bellissima analisi degli scritti di Agatha Christie che hai fatto.
Da giallista appassionato e membro dell'associazione Uno Studio in Holmes posso dirti la mia personale opinione sugli apocrifi e sulla proposta Mondadori.
Gli apocrifi nascono dalla necessaria curiosità dell'appassionato holmesiano di andare oltre le 60 storie canoniche per un guasto insopprimibile di voler continuare a leggere di quello che abbiamo soprannominato IL Nostro.
La penna di Doyle è pero' insostituibile, quindi, alcuni apocrifi sono buoni, altri, molti, meno, che anzi un po' infastidiscono l'appassionato conoscitore.
L'idea Mondadori è ottima per il rapporto qualità prezzo e per il piacere di arricchiere la biblioteca tematica.
Dopo il canone e una 20ina di apocrifi, sto però passando alla lettura di altre pietre miliari della giallistica, tipo moltissimo Poirot e John Dixon Carr, perchè si rischia di perdere l'eccellenza di altri filoni gialli solo perchè sono altro da Holmes, errore in cui l'holmesiano può cadere.
Ps: Enrico Solito è uno scrittore apocrifo tra i più brillanti, oltre che uno dei maggiori esponenti del nostro bel club.
Al prossimo giallo
saluti
Giordano G.