venerdì 9 gennaio 2015

INVITO ALLA LETTURA DI PATRICK QUENTIN (ALIAS Q. PATRICK, ALIAS JONATHAN STAGGE)


 

Ho deciso di iniziare il 2015  rispolverando la mia collezione (completa, a parte l’introvabile Caso Cragge) di una delle grandi firme della letteratura poliziesca, e forse la più sottovalutata in assoluto; quella di Patrick Quentin.

Dunque, prima di parlare di Quentin va obbligatoriamente fatta una precisazione, nota a molti ma forse non a tutti; Patrick Quentin non è mai esistito, in quanto esso era solo lo pseudonimo con cui si firmavano due autori, gli Inglesi Webb e Wheeler, che nei primi anni furono coadiuvati da altre due autrici donne (Martha Mott Kelley, con la quale Webb firmò il primissimo romanzo,  e Mary Louse Aswell )  ma che poi, dopo lo spartiacque “Manicomio” si divisero da soli l’onore e l’onere di proseguire il cammino tracciato, almeno fino al 1952, anno in cui Webb lasciò per motivi di salute e i romanzi successivi furono scritti dal solo Wheeler. Uno pseudonimo, quindi, come per Ellery Queen; ma se Lee e Dannay erano complementari e fondamentalmente inscindibili (almeno nei primi anni) Webb e Wheeler invece non lo sono, in quanto hanno prodotto il corpus più variegato dell’intera storia poliziesca; nei loro romanzi e racconti, scritti dal 1931 al 1965, sono infatti riusciti nell’impresa di esplorare ogni singolo elemento del poliziesco, ogni  sottogenere di esso, ogni luogo comune, ogni topos; dai primi due romanzi rigorosamente classici, all’hard boiled nerissimo di Controcorrente, alla suspense spasmodica stile Woolrich di Soluzione estrema e Le rose volanti, al cupo studio sulla violenza e sul sadismo di Presagio di morte, al giallo psicologico dello splendido Il segreto della morte,  fino alle atmosfere Carriane dei libri a firma Jonathan Stagge. Particolare curioso, pur se gli autori erano Inglesi purosangue tutti i loro romanzi, eccetto il primo, sono ambientati negli States, paese d’adozione di Webb e Wheeler, anche se in certi casi, come “Troppe lettere per Grace” e “E i cani abbaiano” le atmosfere sono tanto British da risultare più vere del vero.

Ma non solo Quentin (per comodità ne parlo come fosse un vero e unico autore) riusciva a offrire ai lettori ogni sfaccettatura del genere poliziesco, ma lo faceva con leggerezza,  amalgamando i vari ingredienti in modo mirabile; non troverete infatti mai, nei suoi romanzi, la staticità e la lentezza di Queen o di Van Dine, ne le situazioni sempre sul filo dell’impossibile di Carr, ne i manierismi e i dialoghi omologati della Christie; o meglio, troverete tutto questo, ma mescolato con altre tonalità e altre sfumature, per una riuscita finale che forse non sarà di impatto come in un autore che ha un proprio stile inconfondibile, ma lascia sempre soddisfatti; infatti, se nessun romanzo di Quentin viene ricordato dai giallofili come un capolavoro assoluto del genere,  quasi tutti i suoi lavori sono però considerati ottimi, o comunque più che buoni. Certo, i libri poco riusciti (Il limite del furore, Delitto al club delle donne, Vacanze all’inferno) ci sono, ma sono certamente di più i titoli degni di nota.

Prima di addentrarci più in specifico nell’opera dell’autore, occorre precisare che ad oggi Quentin rimane uno degli autori più penalizzati dalle traduzioni; solo pochissimi romanzi sono stati tradotti e ritradotti in anni recenti, la grande maggioranza del corpus uscì infatti nei primi anni cinquanta, un’epoca in cui uscivano traduzioni anonime e spesso incomplete e piene di errori. Purtroppo i libri di Quentin non rientrarono nemmeno nel pregevole progetto di ri-traduzione dei grandi del genere avviato sotto la gestione Orsi – Grimaldi, e se tanti Queen, Stout, Christie, Carr e Sayers sono stati “salvati” , Quentin non usufruì o quasi del trattamento di favore. Però tengo a ribadire la grande leggibilità dell’autore, sia esso tradotto integralmente o meno; perfetti per essere letti in treno, o durante una veglia all’ospedale, nei romanzi di Quentin è  raro imbattersi in sequenze pesanti o impegnative; questo non sarà indice di grande letteratura, ma a me che spesso leggo da pendolare o in momenti di stanchezza, questo non può essere che un valore aggiunto.

Nei suoi 35 romanzi, un’opera di tutto rispetto, vi sono alcuni personaggi ricorrenti, che non hanno la fama di un Poirot o di un Perry Mason ma sono comunque conosciuti e amati dai giallofili.

Il personaggio senz’altro più noto di Quentin è Peter Duluth, il regista teatrale con il talento per l’investigazione che fin dalla sua prima apparizione, nel romanzo “Manicomio” del 1936, si trova a essere quasi sempre vittima e investigatore al tempo stesso; infatti Duluth viene presentato al lettore come un paziente di una clinica neuropsichiatrica che cura anche gli alcoolizzati cronici, categoria di cui Duluth fa parte da anni, dopo il trauma conseguito all’incendio del teatro nel quale aveva trovato la morte sua moglie Magdalene. Nell’istituto, oltre a risolvere il mistero di una serie di morti apparentemente inspiegabili, incontra colei che sarà il suo grande amore, ovvero Iris Pattinson, una ragazza bellissima che pian piano diventerà, sotto le mani sapienti del marito, una vera diva prima teatrale e poi cinematografica.

Peter e Iris Duluth rappresentano senz’altro la più bella coppia del giallo classico, il cui rapporto si snoda in più romanzi dove i due conosceranno anche le difficoltà, il tradimento reciproco, il male di vivere; un romanzo dalle atmosfere crepuscolari e decadenti come “Fiesta di morte” è anche uno dei più eccellenti studi sul rapporto di coppia mai letti su un libro giallo.

Nel ciclo che vede protagonisti i coniugi Duluth non va certo dimenticato il tenente Trant, abile segugio e in più occasioni “spalla” ideale del protagonista.

L’altro personaggio ricorrente dell’autore è il dottor Hugh Westlake, protagonista di tutti i libri a firma Jonathan Stagge;  ma, come per Peter Duluth con Iris, anche Westlake è inscindibile da un altro personaggio, ovvero la piccola adorabile Dawn, la figlia undicenne del dottore; è proprio la vivace,intelligente e talvolta birbante ragazzina che, involontariamente o meno, fornisce al padre indizi fondamentali per aiutare l’ispettore Cobb (figura speculare a Trant) a risolvere misteri di stampo più classico e goticheggiante. E Dawn è il personaggio della serie a cui ci si affeziona senz’altro di più, anche se purtroppo negli ultimi romanzi la sua figura diventa piuttosto marginale; e dico “purtroppo” perché Dawn è un poco la figlia che vorrei avere, pur con tutta la sua carica pestifera.

Una buona metà circa (17 su 35) dei romanzi di Quentin non presentano personaggi fissi, ma non per questo sono meno interessanti.

 

Segue l’elenco completo dei romanzi dell’autore;

 

ROMANZI SCRITTI COME Q.PATRICK

 

1-                     TE’  E  VELENO (Cottage sinister, 1931)

2-                     DELITTO AL CLUB DELLE DONNE (Murder at the Women’ City club,1932)

3-                     DRAMMA UNIVERSITARIO (Murder at Cambridge,1933), o PRIMA CHE IL TEMPORALE FINISCA (Murder at the Varsity,1933)

4-                     IN CROCIERA COL DELITTO (S.S. MURDER, 1933)

5-                     PRESAGIO DI MORTE (The grindle night mare, 1935)

6-                     LA MORTE FA L’APPELLO (Death goes to school, 1936)

7-                     IL SEGRETO DELLA GRANDE CLARA (Death for dear Clara)

 

8-                     IL CASO CRAGGE (The file of Claudia Cragge, 1938)

 

Non un vero romanzo ma piuttosto una ricostruzione di un caso giudiziario. Vero pezzo da collezionismo, uscito nel 1986 nella collana “dossiers gialli”, fortunato chi lo possiede.

 

9-                     TROPPE LETTERE PER GRACE (Death in the maiden, 1939)

 

10-                LA CASA DELL’URAGANO  (Return in the scene, 1941)

 

11-                SOLUZIONE ESTREMA (Dnger next door, 1952)

 

 

ROMANZI SCRITTI COME PATRICK QUENTIN

 

-                         I ROMANZI CON PETER DULUTH;

 

1-                     MANICOMIO (A puzzle for fools, 1936)

2-                     LO SPECCHIO STREGATO (Puzzle for players,1938)

3-                     LE ROSE VOLANTI (Puzzle for puppets,1944)

4-                     LA SORTE SBAGLIO’  TRE VOLTE (Puzzle for wantons,1945)

5-                     CERCO ME STESSO (Puzzle for fiends, 1946)

6-                     FIESTA DI MORTE (Puzzle for pilgrims, 1947)

7-                     IL POZZO DEI SACRIFICI (Run to death, 1948)

8-                     IL SEGRETO DELLA MORTE (Black widow, 1952, ultimo romanzo a firma doppia)

9-                     MIO FIGLIO L’ASSASSINO (My son, my murderer, 1954)

 

-ROMANZI SENZA PERSONAGGI FISSI;

 

1                       VACANZE ALL’INFERNO (The follower, 1950)

2                       E TUTTO FINIRA’ (The man with two wives, 1955)

3                       IL LIMITE DEL FURORE (The man in the net, 1956)

4                       DA’ UNA SPINTA AL DESTINO (Suspicions circumstances,1957)

5                       OMICIDIO DI GALA (Shadow of guilt, 1959)

6                       CONTROCORRENTE (The green- eyed monster, 1960)

7                       UN VELO SUL PASSATO (Family skeletons, 1965)

 

-I ROMANZI A FIRMA JONATHAN STAGGE (tutti con protagonista il dottor Hugh Westlake)

 

1-       E I CANI ABBAIANO (Murder gone to earth, 1936)

2-       LA BUONA MORTE (Murder of mercy, 1937)

3-       SCRITTO TRA GLI ASTRI (The stars spill death, 1939)

4-       SE CI SEI BATTI UN COLPO (Turn of the table,1940)

5-       CHIAMATE UN CARRO FUNEBRE (The yellow taxi, 1942)

6-       TRE CERCHI ROSSI (The scarlet circle, 1943)

7-       QUELLE CARE FIGLIOLE (Death my Darling daughters, 1945)

8-       DOLCE, VECCHIA CANZONE DI MORTE (Death’s old sweet song, 1946)

9-       LE TRE PAURE (The three fears,1949)

 E qualche bellissima copertina di Jacono ( a parte l'ultima, di Oliviero Berni);
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

Come già precisato, molti titoli li ho letti molti anni fa e per una valutazione critica attendibile dovrei rileggerli; in ogni caso ho scelto cinque romanzi che per me sono imperdibili, dei veri must.

 

TROPPE LETTERE PER GRACE; Uno dei capolavori assoluti dell’autore, un testo  raffinatissimo che è al tempo stesso un romanzo impeccabile e uno degli ultimi esempi di grande giallo classico. Da non perdere, e da leggere solo nell’edizione integrale del classico del giallo n. 741.

 

DRAMMA UNIVERSITARIO/ PRIMA CHE IL TEMPORALE FINISCA ;

Godibilissima avventura poliziesca, scritta dal solo Webb, ambientata tra i giovani di Cambridge, un plot avvincente, romantico e con un tocco di gotico che risulta una vera chicca.  Il problema di questo romanzo è che ne esistono già in originale due versioni con titolo diverso, e sono state entrambe presentate in Italia; la prima è stata editata nelle palmine con la traduzione di Cesare Giardini, e la seconda, con traduzione anonima, nel 1996. Io le ho entrambe e le ho confrontate; le due versioni non differiscono di molto, una vale l’altra.

 

MANICOMIO; L’indimenticabile esordio di Peter Duluth. Ci volle coraggio da parte di Webb e Wheeler, ancora in piena golden age, nel presentare un detective dilettante che fosse del tutto diverso dai superuomini allora in voga; Duluth non è un gentiluomo di maniere affettate insensibile alla sensibilità altrui, è invece un regista teatrale in cura in una clinica per disintossicarsi dall’alcool, malato tra i malati. E questo primo inquietante caso, una serie di omicidi dai risvolti decisamente sinistri commessi all’interno della struttura (microcosmo reso in maniera davvero splendida), risulta avvincente e davvero molto interessante. Uscito originariamente tra le palmine, tradusse splendidamente Giuseppina Taddei.

 

IL SEGRETO DELLA MORTE;  Forse il romanzo più bello e maturo del duo Webb-Wheeler, una storia labirintica e angosciosa dove Duluth si trova a vestire i panni Hitchcockiani dell’uomo innocente ingiustamente accusato, e sarà più l’amore di Iris che non il lavoro di Trant a tirare fuori Duluth dai guai e smascherare un diablico omicida.

 

E I CANI ABBAIANO; l’esordio del dottor Westlake è anche un bellissimo e cupo romanzo dai toni gotici e Carriani, emblema perfetto della serie a firma Stagge. Fa da contraltare alla cupezza il dolcissimo rapporto tra Westlake e la figlia Dawn, autentico raggio di sole nella narrativa poliziesca.

 

Questi i miei cinque preferiti, ma l’opera di Quentin conta altri romanzi imperdibili come Presagio di morte, In crociera col delitto, Controcorrente, La casa dell’uragano, Dolce vecchia canzone di morte, Fiesta di morte, Cerco me stesso: e aggiungiamoci anche Scritto tra gli astri, ristampato questo mese nei classici del giallo; per un neofita di Quentin, un’ottima occasione per iniziare la scoperta di questa firma unica e inimitabile.

 

19 commenti:

  1. Ciao Omar e buon anno!
    Interessantissima disamina: Apprezzata al pari delle tue analisi eccellenti dell' opera di Christie e della filmografia di Hitchcock che sono encomiabili.
    Attenderei da te con curiosità fervente una analisi così dettagliata anche per la giallistica di Carr. Dopo Doyle e Christie vorrei interessarmi a fondo di questo autore ma vorrei incappare solo negli scritti di pregio poiché la sua narrativa é troppo vasta e vorrei andare sul sicuro. La aspetto! Ancora complimenti per il blog

    RispondiElimina
  2. Ciao Giornado, ringrazio (e anche Niki) per l'apprezzamento.

    Vedi, per Carr però dovrai attendere un poco; ho tutti i gialli dell'autore, ma ne ho letti ancora pochi, e non tutti sono stati nelle mie corde, perchè non sono un amante ne dei gialli con enigmi veramente troppo complicati e/o impossibili e nemmeno dei gialli storici, soprattutto di quelli Carriani che presentano situazioni abbastanza assurde e soprannaturali che poco hanno a che fare col giallo classico. QUindi, pur riconoscendo la grandezza di alcuni libri dell'autore, non ne sono un fan; Patrick Quentin è decisamente più nelle mie corde, per intendersi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ricevuto e comprendo.
      Magari le 5/6 pietre miliari..tipo Le tre bare
      Ci aggiornerai.
      Ancora complimento

      Elimina
  3. Dunque, quelle che sono le pietre miliari di Carr secondo gli appassionati Italiani (Pensa che almeno tra i blogger Carr è quotato quasi più della Christie) SOno; Le tre Bare, l'Automa, Il terrore che mormora, La corte delle streghe, La casa stregata, Occhiali neri e forse Il cappellaio matto. Questi diciamo i capolavori "Ufficiali" però, se posso permettermi, ti invito a scoprire Carr come è successo di scoprirlo a me, ossia in modo casuale, a seconda di quali libri trovavo nelle bancarelle; li prendevo quando ero studente e facevo il pendolare, vicino alla stazione c'era una bancarella con molti gialli di Carr, li prendevo "a sensazione" e li leggevo, senza sapere se quel libro era ritenuto uno dei migliori o meno...e così facendo mi sono letto l'autore senza pregiudizi e con identiche aspettative, anche perchè Internet ancora non lo avevo e comunque non esistevano i blog specialistici. Ho letto molti libri riusciti, e altri molto meno, e mi sono innamorato di titoli (L'ultima carta, Destare i morti, L'orologio della morte, Un colpo di Pistola) che quasi mai nessuno cita tra i migliori dell'autore, mentre non ho mai amato Le tre bare o Il cappellaio matto che per i miei gusti sono troppo pesanti. Per cui cerca prima di tutto di prendere tutti i Carr che trovi magari a pochi cents nelle bancarelle, poi vai a seconda delle tue sensazioni; e se invece vuoi una lettura più "mirata", vale la classifica ufficiale che ti ho scritto all'inizio. Ciao e grazie ancora per i complimenti.

    RispondiElimina
  4. Colpo di fucile..non pistola..altrimenti elimini la curiosità d come l assassino riuscì a nasconderlo :P.
    Concordo in molto che hai scritto. Le tre bare parte dall eccezionale gioco sui flash-back e geografie diverse..utilizzando la Transilvania che basta per attaccare il lettore al libro..e poi...poca analisi dei personaggi...si salva solo Hurley 78 volte più simpatico del Fell che gigioneggia e sta spessissimo antipatico al lettore...a quanto ho letto non solo a me.
    Quindi il cantuccio della strega..esordio di Fell non lo consigli?
    Il tuo preferito? Automa?

    RispondiElimina
  5. "Un colpo di pistola" è il titolo di un tardo Carr ambientato nel 1907, non c'entra nulla con un colpo di fucile, quindi nessuno spoiler almeno da parte mia. I miei Carr preferiti sono l'automa e il terrore che mormora. Il cantuccio della strega non lo ricordo molto, ma è più che buono.

    RispondiElimina
  6. Ops! Ho pontificato in modo erroneo, me ne scuso.
    Grazie ancora e alla prossima!

    RispondiElimina
  7. Bravo Omar, ottimo articolo su Quentin, le cui opere andrebbero riscoperte e ritradotte. Mauro Boncompagni ha recentemente pubblicato un pezzo sugli autori nella raccolta di saggi Mysteries Unlocked: molto interessante per gli appassionati.
    Per ciò che riguarda Carr, posso dire che recentemente sul gruppo di Facebook Golden Age detection in cui discutono i maggiori studiosi al mondo (Douglas Greene, Curtis Evans etc), abbiamo fatto una sorta di votazione sui 10 migliori Carr di sempre. Il risultato è parecchio interessante, e lo si può trovare sul blog dell'esperto Sergio Angelini (link qui https://bloodymurder.wordpress.com/2014/11/30/john-dickson-carr-poll-the-results/ ). Probabilmente scriverò qualcosa in merito sul mio blog nei prossimi tempi.
    Per ciò che posso dire io, esclusi 2-3 romanzi, i Carr scritti tra il 1933 e il 1949 sono tutti dei capolavori, e almeno 10-15 di essi sono tra i più straordinari polizieschi di sempre ;)
    Ancora complimenti Omar!

    RispondiElimina
  8. Bel commento Stefano...do un'occhiata alla pagina Facebook di cui parli.

    RispondiElimina
  9. Mi discosto un attimo dal tema 'CARR' (ho letto troppo poco per potermi esprimere in proposito ma mi piacciono le sue atmosfere gotiche): mi ha incuriosito l'introvabile 'Caso Crabbe' che citi all'inizio del post; in effetti, è presente, in vendita, ma a prezzi che vanno da 30€ di Amazon a 50€ di EBa!y. Della serie: teniamoci stretti i nostri gialli d'annata!

    RispondiElimina
  10. Davvero, sembra proprio di essere sul blog del Giallo Mondadori, si inizia a parlare di un altro autore e si finisce sempre a parlare di Carr. :-) . In ogni caso voglio dire la mia anche su questo aspetto, visto che si ok Carr è stato indubbiamente un grande autore, ma definire con l'impegnativo termine di "capolavoro" praticamente tutta la sua produzione dal 1933 al 1949 non mi trova francamente d'accordo; "Quattro armi false" "Il giudice è accusato" "Colpite al cuore" "Il lago d'oro" "La vedova beffarda" "Le mie defunte mogli" "I delitti dell'unicorno" "Delitti da burattini" o ancora "Il messaggero del re" sono dei buoni,magari ottimi romanzi ma francamente nulla di eccezionale, e se sono capolavori questi, per L'automa o Il terrore che mormora quale termine si dovrebbe adoperare? Con questo massimo rispetto per chi ama e stima Carr, ma credo che in alcuni casi questo autore venga sopravvalutato.
    Tornando a parlare di Quentin, il Caso Cragge spero di trovarlo, ma solo a pochi euro, confido in un colpo di fortuna; in ogni caso, nell'attesa, possiamo leggere molti altri ottimi romanzi Quentinian decisamente più abbordabili. ;)

    RispondiElimina
  11. Sii contento dei tanti commenti e delle discussioni però :)

    RispondiElimina
  12. Si certo, stavo scherzando, la discussione su Carr è interessante e anzi se vuoi ribattere al mio "ridimensionamento" dell'opera Carriana sei il benvenuto; mi dispiace solo che nessuno abbia ancora parlato di Quentin, è segno che è un autore che è molto conosciuto, e questo mi dispiace.

    RispondiElimina
  13. Non solo Quentin, ma moltissimi autori purtroppo.
    Il tuo blog è uno dei piu' interessanti che ci sia nel web italiano, generalmente i blog gialli parlano dell'ultimissima uscita, del giallo Mondadori u.s., o del filone giallo svezia....e chi si appassiona al giallo classico ha poco modo di documentarsi.

    RispondiElimina
  14. Ciao a tutti...sono appena entrato, mi chiamo giancarlo Berardinelli, ho 72 anni, gran pasione per fumetti e libri gialli, appassionatissimo di Patrick Quentin, di cui possiedo tutto, anche il caso Grabbe, versione " economica".
    Cerco in quali romanzi, a parte Il cane miliardario o l'eredità di poppy, è presente la coppia peter ed iris duluth , acquistare, ad esempio, i gialli di ellery quenn in cui c'è un racconto di P.Q. e non trovare " i miei eroi" chi mi aiutare?
    Certo Omar che l'articolo su Quentin è da 11 e lode!!Un caro saluto.
    giancarlo

    RispondiElimina
  15. Ciao Giancarlo, grazie per i complimenti. Per quanto riguarda i romanzi con i DUluth, puoi consultar eil piccolo elenco che ho fatto nel mio articolo, per quanto riguarda i racconti con protagonisti i DUluth non posso aiutarti perchè non ho gli Ellery Queen presenta; però puoi consultare il sito "Genovalibri" alla pagina di Patrick Quentin (clicca su questo link e ti appare; http://www.genovalibri.it/quentin/racconti.htm ) per avere informazioni in merito. Cordiali saluti.

    RispondiElimina
  16. Ciao Omar, sono due volte che rispondo, risposta abbastanza articolata che non mi va di riscrivere...se solo fosi sicuro che QUESTA VOLTA il mio commento parte...ci provo

    RispondiElimina
  17. Evviva , ce l'ho fatta.
    Allora riepilogo; Genovalibri.it un monumento a quella meravigliosa persona che è stato Mino, e grazie a Monica e consorte che ne proseguono l'opera:
    d'accordo sui gialli E.Q. non si possono acquistare per poi non trovare i miei beniamini Peter a Iris, i quali, quando dopo aver letto le prime avventure in ordine cronologico, arrivai a Fiesta di morte ed al tradimento di iris..non ci volevo credere, avevo parteggiato per la coppia, sulle loro avventure, affetti e collaborazioni...solo con il lieto fine mi sono ripreso, mi vergogno un po' spero sia anche successo ad altri.
    Altri siti con Patrick Quentin : www..sitocomunista/gialloenero/autori/quentin.html e giallo.web , ma lo saprai sicuramente.
    un cordialissimo saluto.
    giancarlo
    p.s. il caso crabbe esiste anche in versione meno elaborata, ma integra dei reperti ed indizi, costa un po' meno della versione originale-

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.