Certo, in quegli anni uscivano
tanti bellissimi titoli, ma negli anni cinquanta molti dei grandi erano ancora
in piena attività, ed era facile far bella figura con materiale di prima scelta
(anche se comunque inferiore a quello della golden age) disponibile fresco e
sul momento. Che oggi non ci siano più i
grandi come la Christie,Carr, Ellery
Queen, Woolrich, Chase, Gardner e Ross Macdonald non è certo colpa dell’attuale
redazione, che anzi ultimamente fa i salti mortali per offrirci ogni mese 4
libri che cerchino di accontentare il più possibile tutti i giallofili, dal
purista che ama solo i classici fino a colui che vorrebbe solo thriller
efferati contemporanei.
Quindi, si aveva buon gioco nel
gestire una collana paragonabile a una vena d’oro appena scoperta. Però ogni
volta che sento magnificare il vecchio e caro GM di una volta resto perplesso;
se lo si fa per pura e semplice affezione o per le spendide copertine
illustrate (altro che le orrende foto di adesso...) lo posso ben capire, ma se
invece si pensa razionalmente a come veramente era gestito il tutto c’è solo da
sconfortarsi.
Quando infatti il Giallo Mondadori
ricominciò a pubblicare nel 1946 ripartendo da 1 e con una veste editoriale
stile "rivista" , i lettori non si trovarono più di fronte agli
eleganti volumi rilegati e con sovraccoperta che davano al genere una dignità mai più
ritrovata fino all’avvento dei Bassotti Polillo, ma a volumetti smilzi, poco
attraenti, stampati su due colonne e con copertine, una volta esaurite quelle
di Tabet rimaste in archivio, bruttine e approssimative (per fortuna arrivò ben
presto Carlo Jacono). Ma nei primi anni del secondo dopoguerra la sciatteria
editoriale era in fondo perdonabile non fosse altro che per la scarsità di
materie prime, ma invece col passare degli anni e il ritorno a condizioni più
floride per il paese la collana peggiorò invece sempre più, fino a diventare,
nell’epoca del boom, una vera e propria rivista dove il testo era intervallato
da frequentissime illustrazioni pubblicitarie, e per fare entrare queste ultime
in un numero di pagine che più o meno era sempre il medesimo a farne le spese
era il testo stesso, mutilato spietatamente.
Giallo nuova serie n. 9, poi per fortuna ritradotto negli anni novanta da Boncompagni.
E poi anche le scelte dei titoli proposte erano in fondo
abbastanza mediocri per il classicista magari abituato bene con le palmine; nel
comprensibile filo-americanismo sviluppatosi nel paese dopo l’intervento alleato
gli autori Statunitensi presero decisamente il sopravvento, l’Italiano medio
andava in visibilio per qualsiasi cosa parlasse di America ed ecco quindi
tonnellate di Hard Boiled che adesso sono datatissimi, tanto che molti titoli non
si ristampano quasi più.
Per gli amanti del poliziesco
classico c’era la Christie (che mai, grazie al cielo, fu messa in discussione)
Quenn, Carr poco e male perché a Tedeschi non piaceva molto (argh) e
praticamente la totale assenza, cosa fastidiosa e incomprensibile che non siamo
riusciti a superare nemmeno adesso, di titoli che non fossero di origine
Anglosassone; certo, qualche eccezione “Latina” c’era (Endrebè, Ciabattini,
altri Italiani dei quali non è rimasta traccia) ma erano veramente gocce in un
mare di English.
Quindi la verità è che per decenni
si sono avuti titoli spesso bruttini, sforbiciati da traduttori che ai vari
Pitta, Taddei e Giardini non legavano nemmeno le scarpe, intervallati da un
mucchio di pubblicità, e mediocri a livello editoriale. Le copertine di Jacono
erano splendide, ma è l’unica cosa positiva che riconosco.
Due esempi della collana "incriminata"
Ma il “delitto” peggiore (visto
che si parla di gialli…) compiuto dalla redazione del tempo fu di editare, a partire dagli anni
cinquanta, la collana “I capolavori dei gialli Mondadori”, quella per
intendersi col bordo rosso, che riproponeva perlopiù palmine…ma fortemente
mutilate rispetto alla vecchia edizione, anche in questo caso per contenere i
costi e far entrare la pubblicità nel testo; quindi se pensate di comprare un
volume della collana, che so un Edgar Wallace o anche titoli come “L’ultima
sera” di Wade o “L’ospite misteriosa” di Goodwin, pensando di essere furbi perché costano meno
e si trovano meglio della Palmina, allora sappiate che prenderete un’edizione
fortemente tagliata. Certo, i nomi originale erano ripristinati e qualche
termine desueto corretto, ma se ne andavano via pagine su pagine.
E il grosso problema derivato
dalla scellerata gestione di questa collana è che quando nel 1967 partì quella
dei “Classici del giallo” che dura ancora adesso molti dei titoli d’antan che
vennero riproposti erano ripresi non dalla palmina ma dai capolavori, quindi ci
si ritrovava il testo mutilato in una ulteriore edizione; se non credete a
quello che dico, confrontate palmine come “La porta delle sette chiavi” di
Wallace o “La polizia in casa” della Allingham coi volumi riproposti nei
classici; manca almeno un quarto del testo.
Quindi, riassumendo, per non pochi titoli abbiamo avuto questa sorte;
1-PRIMA EDIZIONE, INTEGRALE O QUASI, NELLE PALMINE.
2- RISTAMPA CON TESTO ANNI TRENTA TAGLIUZZATO NEI
CAPOLAVORI DEL GIALLO.
3- NUOVA RISTAMPA NEI CLASSICI DEL GIALLO, CHE RIPRODUCEVA LA VERSIONE RIDOTTA USCITA NEI CAPOLAVORI.
Altri titoli che è meglio evitare; delle Tre meduse è bene cercare la Palmina, del Carr la nuova traduzione della Francavilla. Diffidare sempre delle traduzioni anonime, da leggere solo in mancanza di alternative.
Ma un giorno, sul finire degli anni settanta, il regno di Tedeschi e c. ebbe termine, e subentrò la redazione che ha fatto
VERAMENTE la fortuna di noi giallofili, ovvero grandi esperti come Gian Franco
Orsi, Ida Omboni, Laura Grimaldi, Lia Volpatti e Oreste del Buono (e scusate se
per mancanza di fonti dimentico altri collaboratori)che dette origine alla stagione più gloriosa per
gli amanti dei classici del giallo; la redazione cercò infatti, fin da subito, di riparare agli
scempi editoriali dei decenni passati, e ristampò con nuove traduzioni
integrali quasi tutta l’opera di Agatha
Christie, John Dickson Carr, Ellery Queen, Dorothy Sayers, Margery Allingham,
Rex Stout e molti dei migliori Edgar Wallace. E inoltre, altra cosa assai
importante, cominciò a riproporre autori della Golden age come Crofts, Blake e
Wade, sepolti nell’oblio da decenni; il tutto continuando a soddisfare, nella
collana del giallo inedito, tutti gli appassionati di altri tipi di poliziesco.
Dopo il cambio dei redazione, a
metà anni novanta, la collana si ridimensionò decisamente, ma pur tra alti e
bassi non siamo mai più scesi ai livelli della gestione dei decenni precedenti.
Peccato che certi autori, come Gardner o la Eberhart, non siano mai più stati
ritradotti, la strada era stata tracciata e anche percorsa a lungo, ma di
lavoro ce n’era da fare ancora tanto.
Con questo, concludo che questo
mio articolo non vuole assolutamente essere offensivo o mancare di rispetto alla memoria di
Alberto Tedeschi e dei suoi collaboratori dell’epoca; Tedeschi era un esperto
impareggiabile e un traduttore di prim'ordine, nessuno lo può negare, e non si
può certo imputare solo a lui la sciatteria editoriale della collana durante la
sua gestione, ma se si vuole collezionare gialli in modo serio e filologico
occorre ribadire in tono fermo e deciso che, per quanto riguarda gli autori
fondamentali, è meglio evitare le
edizioni uscite dal 1946 agli anni ottanta, e puntare decisamente ai titoli
usciti durante la gestione Orsi-Grimaldi. Lo so che per gli esperti queste sono
ovvietà, ma io prima di sapere queste cose ho comprato moltissimi “capolavori
dei gialli” tagliati senza il minimo sospetto, e solo col tempo mi sono reso
conto della verità. Spero che altri, leggendo questo post, non incappino nel
mio stesso errore o perlomeno correggano il tiro.
Le traduzioni anonime... Sotto la gestione Tedeschi venne tradotto e pubblicato uno dei romanzi della Christie che preferisco: "Un delitto avrà luogo". Ahimé, interi paragrafi erano stati omessi (quello della ricetta della "Morte Deliziosa", ad esempio), ma soprattutto era stata "corretta" la confusione tra i nomi di due personaggi (non aggiungo altro!) indizio fondamentale per la risoluzione del caso. Orribile!
RispondiEliminahe poi non è che le palmine fossero completamente integrali ne tantomeno fedelissime, ma in ogni caso era il lavoro di signori traduttori regolarmente accreditati, mentre nel dopoguerra si piombò nella sciatteria tanto da non indicare nemmeni il nome della persona che ci permetteva di leggere il testo, anche se trattato male e tagliuzzato.
RispondiEliminaIo appoggio la tua candidatura come futuro direttore editoriale della collana. Ci vogliono gli esperti appassionati, in campo, per fare la differenza!
RispondiEliminaEh eh grazie Niki, ma credo che la grande maggioranza dei lettori mi lincerebbe, visto che proporrei praticamente tutti i testi dimenticati degli anni trenta, mentrer il 90 % del pubblico cerca cose più contemporanee. Ma grazie del pensiero. ;)
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