Ogni buon bibliofilo che si rispetti conosce le
antiche, prestigiose collane della casa editrice Salani sita in Firenze, da più
di 150 anni uno di fiori all’occhiello della nostra editoria. Per un bibliofilo
Fiorentino, poi, averne in casa dei volumi è quasi un obbligo; collane di
romanzi popolari entrate nella storia come “I romanzi”, “La biblioteca delle
signorine”, “La biblioteca delle giovinette” che pubblicavano nella stessa
collana non solo autori e autrici di genere ma anche Manzoni, D’azeglio e molti
grandi classici Francesi e Inglesi, sono rimaste nella storia. Erano volumi con
sovraccoperte eleganti, finemente illustrate da maestri come Micheli e
Cavalieri, che sono una vera gioia per gli occhi e per la mente. Ma tra tutte
le collane del periodo di maggior fulgore della casa editrice (dagli anni dieci
agli anni trenta) quella che oggi è più ricercata, specialmente qui a Firenze
dove per i volumi in ottime condizioni alcuni collezionisti non esiterebbero a
incrociare le spade in un duello rusticano, è una collana che fu pensata per i
giovani, la “Biblioteca dei miei ragazzi”.
Cosa ha di speciale questa collana? Molto. In origine ne
uscirono 99 volumi, che costituirono il vero e proprio diletto maximo per
quelli che erano bambini/ragazzi negli anni trenta a Firenze; un signore
ultranovantenne che conosco mi ha confessato che quegli eleganti volumetti
dalla sovraccoperta “continua”, ovvero un’unica illustrazione che dalla prima
di copertina di estendeva alla quarta, dorso compreso, erano il regalo
natalizio più desiderato dai fanciulli di allora, e, ridendo, ha ammesso di collezionarli
in tarda età perché, ottanta o quasi natali prima, ne aveva desiderati alcuni
senza poterseli permettere.
Erano perlopiù storie romanzesche a lieto fine, ma mai
pedanti o zuccherose come altri romanzi per ragazzi, bensì avventurose,
accattivanti e con traduzioni scattanti e ancora fresche (C’erano autori
Italiani come Chelazzi e Pessina, ma per il resto erano quasi tutti autori
Francesi) e spesso, come si vedrà, venate di mistero oltre che di garbato
umorismo, elementi indispensabili nei libri per la gioventù.
Insomma, almeno per qualche altro decennio (almeno
spero) la collana sarà ancora ricercata accanitamente perlopiù da persone ben
lontane dall’essere ragazzi; io, famoso ormai tra i libri di Firenze come
l’unico giovane che la cerca, evito gli esosi librai da collezionisti e la
cerco in bancarelle e mercatini (o alla libreria della signora Deanna in via
Ghibellina, vero paradiso di meraviglie a prezzi onesti) e senza spendere cifre
alte ne ho già in casa una ventina.
Ma io, al contrario dei nostalgici, se colleziono dei
libri non è per far fare loro bella mostra negli scaffali ma per leggerli; per
cui, senza pregiudizio alcuno verso la letteratura etichettata per ragazzi, ho
già letto qualche titolo, dando la precedenza, dati i miei gusti, ai titoli
dall’aria più “misteriosa”, ovvero romanzi dai titoli come “Il segreto
dell’uomo di ferro”, “La teleferica misteriosa” (uno dei più noti e ristampati
della collana, un vero e proprio giallo molto carino di cui parlerò
prossimamente) e soprattutto “Il mistero del castello”, uno di quei titoli
evocativi al quale il sottoscritto non ha mai saputo resistere, visto che adoro
sia i castelli che i misteri. Scritto dal misterioso “Nalim”, pseudonimo di un
autore (o autrice?) Francese di libri di genere, la lettura di questo romanzo
si è rivelata assolutamente deliziosa anche per un ex-ragazzo (ma non troppo
ex, dai…) del 2015.
Copertina originale nel formato "continuo" di cui vi parlavo (fonte; sito Libreria Marco Polo)
La macchia sull'onore del Cavalier di Brenne, proprietario
del piccolo Kerjonc, un grazioso castello confinante con il più vasto grande
Kerjonc, appartenente a un signorotto con la puzza sotto il naso, risale a un
enigmatico fatto avvenuto alcuni anni prima; durante una notte di tempesta, un
messo che trasportava una ingente somma di denaro destinata al Re chiese
ospitalità al signor di Brenne, che ovviamente lo soccorse e gli destinò una
stanza per la notte tra le migliori del castello; la mattina dopo però,
nonostante il messo avesse chiuso a chiave la porta dall'interno e sulla neve
sotto la finestra (peraltro chiusa) non ci sia orma alcuna, il sacco coi denari
risulta scomparso, e anche se poi l'indagine non ha portato a niente, l'onta
sul capo del Cavaliere è rimasta, e pesante.
Un inizio, quindi, da giallo della camera chiusa in
piena regola; ma "Nalim" non è certo Carr, e infatti trasgredisce
alla prima ferrea regola degli enigmi di camera chiusa, ossia "Non ci
devono essere passaggi segreti di nessun tipo", ma invece esso, per la
delusione dei giallofili, c'è eccome, seppur abilmente celato.
Il passaggio, che tra l'altro collega i due castelli,
verrà scoperto per caso, anni dopo, da Matilde, simpatica e irrequieta figlia
del proprietario del grande Kerjonc, che lo utilizza per andare a trovare la
piccola, adorabile amichetta Renata, orfanella pietosamente adottata dal
Cavaliere di Brenne; le due bambine, le vere protagoniste del romanzo,
indagheranno assieme sul mistero del castello (anzi, dei due castelli) e se
tutto alla fine, compresa l'identità del colpevole, sarà abbastanza scontato,
(curioso però il risvolto psicologico; costui ruba non per sete di ricchezza ma
per pura cleptomania, non spende un soldo delle sue rapine ma adora passare il
tempo a contemplare le monete nel forziere, quasi un antenato di Paperon de
Paperoni) il lettore con la giusta empatia verso questo tipo di libri troverà
lo stesso di che emozionarsi e divertirsi, perchè il ritmo è eccellente e non
conosce cedimenti, i personaggi, a cominciare dalle bambine, sono adorabili, il
decor è gustoso ed bello perdersi in
passaggi segreti tenebrosi che conducono chissà dove...forse da qualche parte
nell'immaginario della nostra infanzia, che per quanto mi riguarda talvolta
provo piacevole ritrovare.
Insomma, alcuni di questi volumi della Biblioteca dei
miei ragazzi sono assolutamente da leggere, e non solo da collezionare per le
copertine o per vantarsene (con chi poi?), storie senza tempo che possono
ancora dare molto.
Tra l'altro, questo e altri titoli tra i più noti della
collana come "Otto giorni in una soffitta", "La piccola
pantofola d'argento", "Il fanciullo che venne dal mare",
"Lupo, ci sei?", "La teleferica misteriosa", "Sussi e
Biribissi" e altri ancora, furono
ristampati dalla Salani in vari formati anche nel dopoguerra, e non sono
impossibili da trovare nelle bancarelle, anche se il fascino dei volumi anni
trenta resta irraggiungibile.
Insomma, Biblioteca dei miei ragazzi? no, figuriamoci
se i ragazzi ora leggono questi libri, non fosse altro perchè non sanno cosa
siano; Biblioteca per adulti senza pregiudizi e snobismi letterari, direi.
Qualche titolo della "Biblioteca dei miei ragazzi" ("Otto giorni in una soffitta", "La teleferica misteriosa") è stato recentemente pubblicato in e-book (a 5,99 euro). Chissà se Salani ha in programma anche l'edizione digitale di questo "Mistero del castello"? Il tuo post mi ha incuriosito...
RispondiEliminaSalve Carlo, in effetti alcuni titoli, quelli da te citati e anche "Lupo ci sei" "Un Pierrot e tre bambine" e "Il signor Tito poliziotto privato" sono disponibili su ibs anche in cartaceo, ristampati dalla Salani come un'operazione nostalgia; ma siccome li hanno rieditati già parecchi anni fa e non hanno proseguito il recupero della collana, credo che purtroppo non sarà digitalizzato nessun altro titolo, almeno per adesso. In ogni caso "la teleferica misteriosa" a me è piaciuto, te lo consiglio.
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