Parliamo,
per una volta, non di uscite antidiluviane
ma di un giallo ancora fresco di stampa nelle edicole, che ho subito
comprato (e letto in appena due sere) per l’enorme affezione che ormai mi lega
a questa autrice Gallese classe 1946, per combinazione l’anno di nascita ( o meglio,
della rinascita) della collana poliziesca più prolifica e importante di sempre.
Nei
giorni scorsi la stessa redazione del GM ha dichiarato che la Bowen è l’autrice
in assoluto più venduta attualmente nella collana. In molti si sono chiesti
perché, ma non è molto difficile da spiegare; è una scrittrice molto piacevole
e molto furba, che ha dalla sua uno stile veramente fresco e frizzante (mai trovata una sua pagina
tediosa, fino ad adesso) un vero talento nel creare personaggi accattivanti che
appaiono, scompaiono e riappaiono in un ormai collaudato carosello, e
soprattutto un’ottima abilità nel ricreare un’epoca ormai leggendaria,
l’Inghilterra e l’Europa degli anni trenta del secolo scorso che ormai, assieme
all’epoca Regency e Vittoriana, è entrata nell’immaginario collettivo come
palcoscenico di un’epoca che fa sognare a occhi aperti, a patto ovviamente di
dipingerne solo i lati positivi o usare quelli negativi tutt’al più per fare
sensazione.
Sinceramente
la serie di Lady Georgianna Rannoch, ormai giunta al quinto romanzo ( e una
volta tanto pubblicata dall’inizio e con regolarità dal GM ) pur divertendomi
non l’avevo mai recensita sul presente blog perché mi pareva un filo poco seria
e approssimativa sul versante giallistico; delle ottime commedie brillanti con
spruzzatine di elementi polizieschi possono fare un romanzo piacevole, ma certo
non un buon giallo. Ma evidentemente l’autrice, dopo aver scherzato fin troppo
con il nostro genere preferito nello scombiccherato “Sangue reale” quarto titolo
della serie che presenta elementi giallo/horror che si riveleranno alla fine
più parodistici che altro, imbastisce infine oltre a un romanzo impeccabile per
stile e garbo anche una trama gialla non dico robusta ma che sta su senza
troppi problemi.
Copertina dell'edizione originale
In
questa serie, dopo i tetri Carpazi del romanzo precedente, si continua a
viaggiare, stavolta sull’affascinante, colorata e assolata costa Azzurra. In
questa occasione la protagonista Lady Georgianna Rannoch, aristocratica di alto
lignaggio (cugina del principe, trentaquattresima in linea di successione al
trono) ma in disastrose condizioni economiche e costretta per questo a
impiegarsi in incarichi indiscreti (che poi assumono puntualmente contorni di
missioni di spionaggio ) per conto
della Regina stessa. Bella ragazza bionda di 22 anni, intelligente e di spirito
ma irrimediabilmente goffa e insicura, potrebbe sposare un qualsiasi pari o
principe straniero danaroso ma
preferisce spasimare d’amore (e conservarsi intatta) per il bel Darcy O’Mara,
come lei nobile e come lei squattrinato e costretto a campare di
espedienti. Georgianna, Georgie per gli
amici (quindi anche per noi lettori) ha una madre bellissima di origine “plebea”
che dopo la morte del marito, pari del regno e padre di Georgie, passa da un
fidanzato facoltoso all’altro, sfruttando la sua avvenenza fino a che le
rimane. Georgie ha anche un fratellastro, Binky, di buon cuore ma tenuto sotto
il tacco dall’odiosa moglie Fig, che detesta Georgianna e le cerca in
continuazione un buon marito per togliersela dalla vista e dall’esiguo bilancio
familiare. Poi c’è Queenie, disastrosa cameriera personale della nostra eroina,
una ragazza pesante e dall’aria bovina che non riesce a eseguire nemmeno
l’ordine più semplice ma dimostra di volere un bene dell’anima alla sua
padrona; Georgie la tiene con lei perché non può permettersi di meglio, ma
anche perché ha finito per affezionarlesi. Personaggio importante è anche
Belinda, amica d’infanzia bellissima ed estremamente disinibita, avventuriera
senza scrupoli ma lealissima con Georgie, e spesso coinvolta nelle avventure
dell’amica (è incredibile come ogni volta tutti i comprimari della serie si
incontrino per caso nel luogo preposto per la vicenda…). Per finire, altro
notevole comprimario è il vecchio nonno di Georgie, chiamato appunto,
semplicemente, “Il nonno”, pacioso e saggio poliziotto in pensione che vive in
una villetta nei sobborghi di Londra, dove spesso la nipote si reca ( in gran
segreto, sia mai che una Lady frequenti un popolano, seppur suo diretto congiunto)
in cerca di consigli e…un pasto caldo.
Questi
personaggi del cast “fisso” della serie, ai quali ovviamente si aggiungono quelli
che popoleranno l’avventura in corso, sono ottimamente caratterizzati, e bene o
male il lettore si affeziona a tutti loro.
Come
detto, in questa occasione saliamo sul famoso treno azzurro che in quegli anni
leggendari trasportava i ricchi Inglesi dalle brume di Calais al sole della
riviera di Nizza e dintorni, ideale per svernare tra feste in villa e casinò;
ora, secondo me la Bowen però, ambientando il romanzo in pieno Gennaio, pecca di eccessiva fiducia nelle temperature
miti della Cote d’azur; certo non sarà gelida e tetra come l’Inghilterra, ma
qui si narra di persone che vanno in giro con abiti leggeri o prendono il sole sulla
spiaggia; io sono capitato nella vicina Bordighera in inverno e vi assicuro che
non c’era nemmeno da pensare di togliersi il cappotto! Ma evidentemente i
lettori Anglosassoni lo credono possibile, ed è giusto accontentarli.
La
povera Georgie viene mandata in vacanza da quelle parti dalla Regina,con il
compito di recuperare un’antica tabacchiera dlla collezione reale che a quanto
pare è stata rubata da Sir Toby Groper, ricco parvenu esponente di una nobiltà
divenuta tale non per lignaggio ma per meriti economici, categoria vista come
fumo negli occhi dai nobili autentici. Georgie dovrebbe riuscire a farsi
invitare nella villa del magnate e recuperare l’oggetto senza dare nell’occhio.
La ragazza accetta se non altro per raggiungere il fratellastro e tutti gli
amici che l’avevano lasciata tutta sola a Londra.
Ovviamente
le cose non andranno lisce affatto, ma tra una disavventura e l’altra, omicidio
compreso, Georgie conoscerà tante persone affascinanti, tra cui un bel Marchese
Francese che sembra scalzare l’ambiguo Darcy dal suo cuore e la grande Coco
Chanel in persona, che le chiederà di sfilare per lei….
La
trama, tutta tra bella gente in vacanza con segreti più o meno scottanti e
inconfessabili, fila liscia come l’olio fino al finale, che di solito era il
punto debole dei romanzi di questa serie e che invece stavolta convince,
regalandoci anche un interessante risvolto perturbante, con una inquietante
sosia di Georgie che appare di quando in quando…
Insomma, io l’ho trovato un
ottimo romanzo, che può divertire molte categorie di lettori, giallofili
compresi, e che spiega come la Bowen sia l’autrice più apprezzata dal grande
pubblico, pubblico che come il sottoscritto arriva in gran parte alla sera
stanco morto e cerca libriche certamente non resteranno nella storia del genere
ma che intrattengano alla grande, e in questo la Bowen riesce da maestra.
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RispondiEliminaLa serie di Lady Georgianna ha avuto qualitativamente degli alti e dei bassi, poi può essere apprezzata o meno a seconda dei gusti, non l'ho certo paragonata ai veri grandi giallisti; io la trovo una lettura spassosa che "alleggerisce" la collana del GM dopo la Perry e la Rendell. Il primo romanzo non è effettivamente niente di memorabile, i personaggi possono certamente urtare chi non sopporta la "bella gente" graziosa ma sostanzialmente inutile, ma sinceramente questa gente fuori dal mondo diverte, e riguardo alla componente omosessuale presente nel romanzo francamente non l'ho trovata tanto più superficiale che in altre occasioni dove viene messa solo per fare audience o strizzare l'occhio a un certo tipo di pubblico. Riguardo alla questione della componente poliziesca questo "Intrigo in costa azzurra" come il precedente "Lacrime innocenti" che appartiene a un'altra saga, è abbastanza valido anche come giallo in se stesso, e può benissimo essere incluso nella collana.
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