C’erano
i comici, e c’era Buster Keaton. Ormai forse irrimediabilmente “Pezzo da museo”
per le nuove generazioni, gli fu negata la fama imperitura di un Chaplin a
causa, forse, di non essere passato indenne dal muto al sonoro (anzi, la parola
su pellicola fu la causa della sua repentina caduta, aggravata anche da crisi
depressive e abuso di alcoolici, un destino peraltro comune a tante stelle del
muto) ma i suoi film, se da un lato non hanno la poesia eterna di quelli
Chapliniani, come costruzione e livello delle singole gag possono non solo
competervi, ma talvolta sono da ritenersi superiori. Ma come tanti altri grandi
Buster Keaton non si è purtroppo meritato l’immortalità, e per questo sempre
più persone si perderanno degli autentici capolavori.
Keaton
conobbe il suo periodo di gloria negli anni venti, dove davvero lui e Chaplin,
rivali e amici al tempo stesso, erano impegnati in un continuo botta e risposta
a suon di film memorabili. Di Keaton le opere eccellenti sono molte (One Week,
Neighbors, Convict 13, The Playhouse, The electric house, Seven Chances, Our
ospitality, The General, The Navigator, The Cameraman) ma nessuno si avvicina,
per singolarità e perfezione, al suo terzo lungometraggio datato 1924, ovvero
“Sherlock Jr.” noto (ma lo sarà
davvero?) in Italia con titolo un po naif di “La palla numero 13”.
Locandina originale.
Il
suo essere infatti, almeno nelle sequenze iniziali, una gustosa parodia del
detective creato da Conan Doyle giustifica la presenza su questo mio blog, anche
se ovviamente il film non è da intendersi come un vero e proprio poliziesco,
anzi è difficilissimo racchiuderlo in un genere, tante sono le trovate e i
cambi di registro in soli 45 minuti di pellicola.
La
sequenza di apertura vede l’imperturbabile e versatile Buster (Se il
personaggio di Chaplin era un patetico gagà Londinese caduto in disgrazia,
quello di Keaton simboleggiava invece il self-made-man Americano del tempo,
intelligente e pieno di iniziative che falliranno quasi sempre per cause
indipendenti dalla propria volontà) che
studia con interesse un volumetto dal titolo “come diventare detective” e lo vediamo,
serio e diligente, con lente d’ingrandimento e un paio di baffoni posticci più
alla Watson che non alla Holmes; il primo compito dell’aspirante segugio sarà
quello di ritrovare un dollaro perduto da una signora; lui lo vede in mezzo a
delle cartacce, ma giustamente non si fida e chiede alla donna di…descrivere il
dollaro, e quando la signora, senza fare una piega, ne da una descrizione
esatta non le resta che consegnarglielo.
Poi
il giovane Buster si reca dalla sua innamorata, ma un altro infido pretendente
della ragazza fa ricadere su Buster un’azione infamante compiuta ovviamente da
lui stesso, ossia aver sottratto un oggetto al padre della ragazza per portarlo
al banco dei pegni; il povero Buster, scacciato, decide di indagare sul rivale
per riabilitare il suo onore (si anticipa di qualche anno il tema
dell’innocente ingiustamente accusato che cerca di aiutarsi da solo tanto caro
a Hitchcock) ma dopo un esilarante pedinamento
“ a francobollo” il povero ragazzo (e Keaton lo era davvero, visto che
all’epoca non aveva nemmeno 30 anni!!) non conclude niente.
La celebre sequenza dello sdoppiamento, da "realtà" a finzione.
Avvilitissimo,
Buster torna al cinema dove lavora come tuttofare, e mentre proietta il film
del giorno si addormenta e…entra nel film che si sta mostrando, per una
sequenza leggendaria che è il primo esempio di “film nel film”. Dopo un
fantastico excursus onirico nei vari generi cinematografici che fece la gioia
di Bunuel e dei Surrealisti ( illustri Keatoniani della prima ora) Buster capita
in una storia che riecheggia quella da lui vissuta nella “realtà”. Ci sono una
bella ragazza e suo padre (l’innamorata di Buster e il genitore), un infido
pretendente (il rivale) che, in combutta col maggiordomo, ruba una preziosa
collana. Il padre allora chiama il formidabile, infallibile detective Sherlock
Jr. ovviamente lo stesso Keaton, terrore di tutti malfattori. Il grande investigatore
entra in scena con la tracotanza e la sicurezza che tanto vorrebbe avere il
vero Buster, invitando i presenti a non spiegare niente perché per lui quello è
un caso semplice. Infatti, subito dopo, una didascalia avverte che dopo pochi
minuti “Sherlock Jr.ha già capito tutto e risolto il caso… a parte ritrovare la
collana e arrestare i colpevoli”. Questi ultimi, nel frattempo, escogitano vari
modi per eliminare il pericoloso (almeno di fama) detective con trucchi sempre
più ingegnosi, non ultimo una palla da biliardo (la palla numero 13 del titolo
Italiano) imbottita di esplosivo. Scampato miracolosamente a tutti gli
attentati, la situazione finalmente precipita e, dopo rocambolesche peripezie,
il caso viene risolto e Buster/Sherlock Jr. trionfa…e anche nella realtà le
cose vanno verso un lieto fine; la ragazza infatti ha scoperto la verità e si
reca al cinema dove rassicura Buster; tutto andrà per il meglio, per una volta,
anche nella vita e non solo al cinema.
Ricordo
a chi volesse visionare il film che esso è di pubblico dominio come tutta
l’opera di Keaton; eccovi il link ( e se vi piace, divertitevi a visionare gli altri titoli che vi ho consigliato..);
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