Erano le feste natalizie del 1995,
frequentavo la terza media e al tempo ero sempre malato causa tonsille balorde.
Una sera, come sempre febbricitante, ero nel lettone della camera dei miei
genitori, unica altra stanza oltre al salotto ad avere un televisore. Mentre
faccio zapping, mi imbatto in un film appena iniziato, con titoli di testa
animati e una musica ammaliante, e per due ore e passa non riuscii nemmeno a
distogliere lo sguardo dallo schermo, completamente ammaliato da quando stavo
vedendo; il film era “La donna che visse due volte”, e quella sera io scoprii
il cinema, mandai alle ortiche i vari Rambo e Terminator e per me i film di
Hitchcock diventarono una vera e propria ossessione; ogni giorno guardavo il
televideo per vedere se davano qualche suo film per poi registrarlo, e quando
l’anno dopo la DeAgostini editò la mitica collana di VHS azzurre risparmiavo
anche di comprare la colazione a scuola pur di racimolare le ventimila lire
necessarie (ai tempi una discreta cifra) per l’acquisto.
Altri tempi, certo, ora i film si
vedono sui bluray in alta definizione se
non direttamente su Youtube, ma quanto era bello e quanta soddisfazione dava
quel pionierismo dell’home video! Ora è meglio, certo, ma è perfino troppo
facile, una volta questi film bisognava sudarseli in ogni senso, e alcuni
raggiunsero per me un’aura di leggenda ancora prima di averli visionati.
Devo dire che ho visto e rivisto
tutta la filmografia Hitchcockiana, anche i film più rari e malriusciti, e ora
che finalmente è passato il manicheismo di un tempo posso ora valutarli in
piena coscienza, e questo vuole dire anche dare qualche giudizio
controcorrente, perché non sono uno di quei cinefili che osanna a priori, anzi
detesto chi lo fa. In ogni caso continuo ad amarli sempre e comunque, e
Hitchcock rimarrà sempre, come per molti altri, il regista che preferisco in
assoluto.
Come per il post su Agatha
Christie, recensirò ogni opera in ordine cronologica e dando da una a cinque
“stellette” di valutazione; non si racconteranno dettagliatamente trame o
intreccio o altre informazioni che potete trovare su altri siti ben più
completi, solo giudizi estemporanei senza pretese. Naturalmente tengo a
ribadire che sono un semplice appassionato e i miei pareri sono da prendere con
le molle e anche da contestare, si spera sempre garbatamente.
PS se in alcuni casi dopo gli
asterischi notate un più, sarebbe a significare una maggiorazione del voto, una
specie di mezzo punto in più; ad esempio, ***+ significa tre stellette e mezzo.
GLI ANNI VENTI; IL MUTO E LA FAME
Il giovane Hitchcock, dopo una
breve gavetta sotto l'egida di Graham Cutts, si rivela subito un enfant
prodige, e a soli 25 anni gli viene affidato un film tutto per lui; ma il
cinema Inglese dell'epoca era ancora molto pionieristico, si credeva poco nel
mezzo, i budget erano limitati, i soggetti scelti a caso e gli attori non
propriamente dei grandi professionisti; infatti non c'è da stupirsi se molti
film britannici dell'epoca sono andati perduti. Ma comunque i film di Hitchcock
scampano quasi tutti all'ecatombe, tranne uno, "The mountain eagle"
del 1926, un melodrammone tra i pastori del Kentucky che a detta dello stesso
regista è un qualcosa di meraviglioso...che non
esista più.
1- IL LABIRINTO DELLA PASSIONE **
Beh, non è il caso di essere
severi con il primissimo film del futuro maestro, un melodramma decisamente
sciocco e inverosimile ma con alcune sequenze abbastanza suggestive. In ogni
caso, molto meglio del film è il racconto (di Hitch stesso) delle incredibili
traversie a cui andarono incontro il regista e l'allora assistente e poi futura
moglie Alma Reville durante la realizzazione della pellicola; un racconto
avventuroso e picaresco che è uno dei momenti migliori del fondamentale libro intervista
con Truffaut.
2 - IL PENSIONANTE ****
Il fatto che quello che è
nettamente il miglior film muto di Hitchcock sia anche un thriller sarà anche
casuale, ma credo che invece il regista avesse ben chiare le sue idee su quale
genere dare il suo meglio, al contrario dei produttori Britannici che gli
commissioneranno di nuovo un poliziesco solo all'avvento del sonoro.
Tratto da un bel romanzo di Marie
Belloc Lowndes, una variazione sulla figura di Jack lo squartatore, per una
resa impeccabile a livello di suspense e una bella rappresentazione di una
Londra a un tempo inquietante e saporitamente popolare. Da vedere
esclusivamente in versione integrale restaurata, anche su youtube.
3- IL DECLINO /DOWNHILL **
Siccome a Hitchcock il thriller è
riuscito troppo bene, meglio farlo tornare sulla terra con questo insulso
melodramma dove un Ivor Novello ultratrentenne interpreta un poco credibile giovane
studente di Oxford espulso dalla facoltà dopo una falsa accusa infamante; nella
sua discesa agli inferi, il giovane conoscerà tutti i luoghi e le persone più
sordide e malfamate, poi tutto si riaggiusterà e il riscatto sarà completo. Vi sembra
un polpettone insulso e noioso? si, lo è.
4- VINCI PER ME! / THE RING ***
Altra storia di ascesa e caduta,
stavolta ambientata nel mondo del pugilato dove un campione locale incontra un
asso della Boxe che gli porta via credibilità sul ring e anche la donna che
ama; il cornuto e mazziato (in tutti i sensi) saprà riconquistare tutto ciò che
aveva perduto, ma non sarà facile. Certo, la storia è un altro dramma abbastanza
scontato, ma stavolta la confezione è decisamente migliore; bravissimi attori,
belle sequenze quasi documentaristiche sulle fiere di campagna dell'epoca,
sceneggiatura brillante e quasi mai noiosa. Un film fatto con molto amore, e al
quale il regista teneva giustamente molto.
5- LA MOGLIE DEL FATTORE **
Questa commedia degli equivoci a
sfondo rosa, tratta da una piece teatrale di Eden Phillpotts, un giallista che
amo molto, risulta interminabile e datatissima, e si lascia guardare solo per alcuni
scorci agresti e la brava Lillien Hall Davies, talentuosa attrice scomparsa tragicamente
poco dopo le riprese. Se volete affrontare la pellicola forza e coraggio, ci
vuole tanta pazienza.
6- VIRTU' FACILE **+
Film decisamente odiato dal
regista, a me sinceramente è piaciuto abbastanza; è il solito drammone su una
donna che non riesce a diventare rispettabile dopo aver "peccato" in
gioventù, ma il prodotto è ben curato e risulta ancora vedibile. Brava la
protagonista Isabel Jeans, e gustosa la sequenza con la centralinista Benita
Hume che ascolta trepidante la dichiarazione d'amore telefonica di due
innamorati, parteggiando decisamente per il lieto fine. Inaspettatamente
potabile.
7- CHAMPAGNE / TABARIN DI LUSSO *+
Commedia più farsesca e
disimpegnata che oggi diverte ben poco, nonostante gli attori ce la mettano
tutta. Per cultori duri e puri del regista.
8-L’ISOLA DEL PECCATO ***+
La storia, ambientata nella realtà
dell’isola di Man (con scorci realistici che anticipano “L’uomo di Aran” di
Flaherty) è un melodramma a tinte forti
oggi datato anche se per l’epoca piuttosto forte, ma il fascino che il film
emana ancora oggi sta nelle splendide sequenze in esterni, nella bravura degli
interpreti e nel fascino della stupenda Anny Ondra, prima vera “bionda Hitchcockiana”,
esplosivo mix di sensualità aggressiva e raffinatezza che trent’anni dopo il
regista ritroverà solo in Kim Novak. Un film che ho sempre amato, secondo me da
recuperare.
9-BLACKMAIL – RICATTO ***
Pellicola considerata
importantissima nell’initerario artistico del maestro in quanto, oltre a essere
il suo primo film sonoro, è anche un ritorno al thriller (con una sciocca
ragazza (ancora Anny Ondra) che uccide un pittore apparentemente innocuo che in
realtà si rivela uno stupratore e poi viene ricattata da un lestofante che ha
visto tutto) è in realtà un film sopravvalutato, più importante che bello;
questo perché fu rovinato dall’improvvisa mania per il sonoro, che costrinse la
produzione a rielaborare un film pensato in origine come muto; e se fosse stato
lasciato tale sarebbe risultato forse un capolavoro, perché alcune sequenze, su
tutte quella della ragazza che ritorna a casa all’alba dopo il delitto
attraversando una fosca Londra semideserta ( e naturalmente l’inseguimento
finale al british museum), sono bellissime; ma i dialoghi sono terribili,
statici, interminabili e soprattutto raffazzonati.
GLI ANNI TRENTA; SI TOCCA IL FONDO
E SI RISALE FINO ALLE STELLE, COI PRIMI CAPOLAVORI ASSOLUTI.
10 - GIUNONE E IL PAVONE *
Interminabile, datatissima
tragicommedia di chiara derivazione teatrale (molto prima del Delitto perfetto
il regista girò un film tutto in interni) dove si parla di una disgraziata
famiglia Irlandese, disgregata per colpa delle lotte contro la corona Inglese e
del capofamiglia, il "Pavone" del titolo, un rozzo ubriacone che
passa il tempo al pub a ubriacarsi e sparare fanfaronate, sopportato con
infinita pazienza dalla figlia e dalla moglie Juno (ovvero Giunone..) che alla
fine lo lascerà al suo destino. Forse di stretta attualità all'epoca, decisamente
improponibile al giorno d'oggi.
11- FIAMMA D'AMORE *
Ma si poteva fare ben di peggio
del film precedente, ovvero un drammone noioso e pomposo senza nemmeno il
pizzico di umorismo che "Juno and the peacock" aveva: Siamo nell'Inghilterra
rurale dove due famiglie, una di aristrocratici e una di parvenu, cercano di
distruggersi a vicenda. Molto più appassionante fissare l'oblò della lavatrice
in funzione. A difesa del regista, va detto che odiava questi film e li girava
davvero controvoglia, per ragioni puramente alimentari.
12 - OMICIDIO! /MURDER **+
Si torna finalmente al giallo,
stavolta, un Whodunit classico, e anche se non si torna a livelli eccelsi la
qualità migliora sensibilmente. La storia sarebbe interessante, ma tutto
risulta veramente troppo verboso e troppo pomposo per coinvolgere. Restano
alcune ottime sequenze che rendono al meglio la Londra popolana, e solo per
queste il film vale ancora una visione, anche perchè l'elemento poliziesco è
reso fumoso dal fatto che si voglia
sorvolare sulla palese omosessualità di uno degli indagati; agli ingenui
spettatori dell'epoca viene detto che era un "mezzosangue" (!) e
quindi il personaggio e le sue azioni diventano chiaramente incomprensibili.
Un'occasione sprecata.
N.D.R. di questo film è
disponibile su youtube anche la versione per il mercato Tedeco, intitolata
"Mary", in tutto e per tutto uguale all'originale anche se Alfred
Abel è un protagonista ben più legnoso e indisponente di Herbert Marshall.
13 - RICCO E STRANO ***
Questa commedia dolceamara, a
tratti datata e troppo bizzarra per coinvolgere lo spettatore odierno, è
comunque un film importante per capire il pensiero del regista sui rapporti di
coppia; in pratica di narra di due giovani sposini (Hitchcock e Alma?) che
ricevono un'inaspettata eredità e decidono di godersela facendo un tour intorno
al mondo, andando incontro a varie disavventure e tradimenti reciproci, per poi
tornare alla monotona vita di sempre. Quasi un ideale dell'ostrica Verghiano
applicato al menage coniugale (guai a desiderare di più di ciò che si ha...)
che pur con un registro brillante riesce a far riflettere molto. Come detto un
film datato, ma anche molto intelligente, a cui l'autore teneva
comprensibilmente molto.
14 - NUMERO DICIASSETTE **+
Ovvero, uno dei film più assurdi e
strampalati che mi sia capitato di vedere (che d'altra parte risulta tratto da
un lavoro dell'adorabile ma sgangherato Jefferson Farjeon) completamente senza
capo ne coda e quasi incomprensibile nello svolgimento, ma che nonostante tutto
non riesco a odiare, in quanto è divertente e sorprendente nei suoi continui
cambi di registro. Strepitoso il finale, con un inseguimento su camion e navi
che palesemente sono modellini animati, ma che in realtà risultano di grande
effetto. Molto simpatico.
15 - VIENNA DI STRAUSS *+
Film, peraltro mai distribuito in
Italia, passato alla storia per essere il
film più odiato dal regista stesso, ma sinceramente non è davvero il suo
peggiore; la storia è melensa e lontanissima dalle tematiche Hitchcockiane,
completamente a disagio (e sempre lo sarà) coi film in costume, ma la
confezione è gradevole e gli attori simpatici, anche se avendone vista una
versione in lingua originale senza sottotitoli non posso giudicare il film in
ogni suo aspetto.
16 - L'UOMO CHE SAPEVA TROPPO ***
E finalmente arriva la risalita.
FInalmente si capisce che per ottenere il massimo da Hitchcock è bene
affidargli soggetti è sfondo spionistico o poliziesco, e con questo film
inaugura un filotto vincente di film di spionaggio, genere purtroppo all'epoca attualissimo
visto il presagio della guerra sempre più incombente.
Di questi film, questo "The
man who knew too much" è il meno bello, ma è comunque molto interessante
perchè vi si trova in nuce tutti gli elementi che renderanno unico e
inimitabile il cinema del maestro;
innocenti braccati che cercano i colpevoli per salvare se stessi o i loro cari,
doppiogiochisti, cattivi "simpatici" e soprattutto tanta suspense. Di
questo film, tutto sommato datato e a tratti noiosetto, resta memorabile la
parte Londinese, con la visita alla cappella della setta dei "figli del
sole" che si rivela essere poi il covo delle spie, e la bella sparatoria
finale.
17 - IL CLUB DEI TRENTANOVE *****
Ed eccoci finalmente al primo
grande capolavoro firmato dal maestro. Un capolavoro che quasi ottant'anni dopo
non ha perso un filo di smalto, sempre godibilissimo e a tratti irresistibile.
Stavolta l'uomo ingiustamente accusato travolto dagli eventi (il fantastico
Robert Donat), il Canadese in trasferta a Londra Richard Hannay, deve guardarsi
dalle spie nemiche e dalla stessa polizia, e oltre a fuggire deve anche cercare
di risolvere il mistero dei "39 scalini".
Ma in tutto questo c'è spazio per commoventi
sequenze agresti (la dolce moglie sottomessa di un rozzo contadino scozzese che
aiuta il protagonista ribellandosi alla tirannia del marito) e per un
divertentissimo corteggiamento con un'eroina improvvisata che sulle prime
vorrebbe consegnare Hannay alla polizia e poi finisce per diventare sua complice. Assolutamente imperdibile, un must,
per chi scrive il secondo film più bello del regista dopo Vertigo.
18 - AMORE E MISTERO / L'AGENTE
SEGRETO ***
Dopo il capolavoro, si torna sulla
terra con un film di spionaggio non memorabile tratto da dei racconti di Somerset
Maugham, che anche se ben girato (belle le sequenze svizzere) e ben
interpretato non risulta molto coinvolgente. Anche l'umorismo è troppo nero per
risultare apprezzabile, infatti il brio e la brillantezza del club dei 39 è
assente, dominano anzi i foschi presagi di una guerra ormai quasi inevitabile.
19 - SABOTAGGIO *****
Film generalmente sottovalutato,
per me una vera bomba; liberamente tratto dal romanzo di Conrad "The
secret agent", sarebbe una spy-
story, ma in questo caso l'intreccio rimane decisamente sullo sfondo, e domina
altresì la rappresentazione della vita quotidiana dell'ignara moglie di una
pericolosa spia (la strepitosa Sylvia Sydney), che assieme al marito gestisce
un piccolo cinema nell'east end Londinese; e il film è soprattutto uno spaccato
di vita di inestimabile valore della vita nella Londra del tempo; mercati
all'aperto, fruttivendoli, ambulanti di strada, portinaie, tram, edicole,
ristoranti, una vera rappresentazione di un mondo perduto. E il finale, tragico
e senza consolazione alcuna, lascia l'amaro in bocca come quasi mai nei film
del regista. Un vero capolavoro da amare dalla prima all'ultima sequenza.
20 - GIOVANE E INNOCENTE *****
Dopo i toni da tragedia greca di
Sabotage, Hitchcock cambia completamente registro regalandoci un film solare,
arioso e divertentissimo. Tratto da un romanzo di Josephine Tey con la consueta
libertà ed eleganza dal grandissimo sceneggiatore Charles Bennett, tratta del
solito innocente al tempo stesso cacciatore e preda, che oltre alla libertà
troverà anche il grande amore con la giovanissima, incantevole Nova Pilbeam, un
raggio di sole che svanì purtroppo quasi subito lasciando il cinema dopo il
matrimonio, spezzando i sogni del regista che avrebbe voluto farne una grande
star; il ruolo della seconda signora de Winter in "Rebecca" sarebbe
dovuto toccare a lei, e anche se Joan Fontaine non la fece certo rimpiangere, la
Pilbeam sarebbe stata perfetta per la parte.
21 - LA SIGNORA SCOMPARE *****
Ancora cinque stelle? beh, non è
colpa mia se il regista in questo periodo faceva un capolavoro dietro l'altro!
E questo adorabile film di spionaggio interamente ambientato in un treno
(tratto da un romanzo della grande Ethel Lina White) è quanto di più brillante,
leggero e irresistibile si possa vedere su uno schermo. La storia è esile e un
poco assurda, ma quante trovate me-ra-vi-glio-se! un capolavoro da vedere e
rivedere, la grazia fatta cinema. Interpreti tutti favolosi, soprattutto il
grande Michael Redgrave, purtroppo alla sua unica collaborazione col regista.
22- LA TAVERNA DELLA GIAMAICA **
Hollywood chiamò, e il regista
rispose; ma prima c'era da girare ancora un film nella madrepatria, e il
maestro lo realizzò controvoglia, anche perchè il soggetto(tratto da un bel
romanzo di Daphne du Maurier), una storia di pirati nella Cornovalgia
dell'ottocento, non era molto nelle corde del regista.
Visivamente il film è piuttosto
buono e alcune inquadrature una festa per gli occhi, ma sceneggiatura e
interpreti non convincono, soprattutto Charles Laughton che gigioneggia in modo
insopportabile dall'inizio alla fine, infastidendo per primo lo stesso
Hitchcock.
Un addio (anzi un arrivederci,
visto che il regista vi tornerà a girare "Frenzy" nel 1972) abbastanza
sottotono alla vecchia Inghilterra, ma ormai è tempo di voltare pagina.
GLI ANNI QUARANTA; HOLLYWOOD, I
DIVI, LA PROPAGANDA, GRANDI CAPOLAVORI E TONFI SOLENNI.
Nel 1940 arrivò per gli Hitchcock la chiamata a Hollywood dal più grande tycoon
dell’epoca, David O. Selznick; ecco quindi i grandi mezzi e le grandi star. Da
vero Inglese, Hithcock comunque non si scompone e inizia a fare cinema negli
States con la stessa grazia e la stessa leggerezza con cui lo faceva in
Inghilterra, e regalandoci dal 1941 al 1946, grazie soprattutto all’abbondanza
di meravigliosi attori, il suo filotto di film più entusiasmante assieme a
quello di fine anni cinquanta.
23 -REBECCA, LA PRIMA MOGLIE *****
Premessa; questo è uno dei rari
casi in cui il romanzo all’origine del film è bello quanto, se non più della
trasposizione; questo perchè Daphne du Maurier non era un’onesta artigiana
della penna come la maggioranza degli autori da cui Hitch trassse i suoi film,
ma era invece una grandissima artista, della quale nessuno, almeno in Italia,
ha minimamente riconosciuto la grandezza.
In ogni caso, amo il film come amo
il libro; una fotografia splendida, grande attenzione al decor, una
meravigliosa e inquietante atmosfera gotica, una Joan Fontaine assolutamente
perfetta (mentre Laurence Olivier risulta invece abbastanza sottotono),
grandissimi caratteristi che formano un cast da urlo, insomma, il produttore
Selznick ricoprì il regista d’oro, e quest’oro che era mancato in Inghilterra
fu fatto fruttare al meglio dal maestro, a suo agio nelle piccole produzioni
semi-artigianali come nel più grande sfarzo Hollywoodiano; questo si chiama
talento puro.
24 -IL PRIGIONIERO DI AMSTERDAM, O
CORRISPONDENTE N. 17 ****+
IMPORTANTE; da vedere solo nella
versione integrale di 118 minuti disponibile in DVD, visto che fino a qualche
anno fa il film girava ancora in versione tagliatissima e censurata.
25 -IL SIGNORE E LA SIGNORA SMITH
**+
Una commedia sentimentale, un film
di puro cazzeggio che oggi ha perso molto del suo mordente (tratta di due sposi
che scoprono di non essere realmente marito e moglie per un cavillo legale, e
finiscono per chiedersi se non sia meglio sfruttare questo errore burocratico
per lasciarsi davvero) ma risulta comunque simpatico se gli si concede
un’occasione, fosse altro che per ammirare la splendida Carole Lombard al
massimo del suo fulgore prima della tragica scomparsa.
26 -IL SOSPETTO *****
Rieccoci alla quieta e verde
Inghilterra di prima del conflitto (anche se si gira a Hollywood) , riecco le
star, ovvero Cary Grant e l’ancora meravigliosa Joan Fontaine, e soprattutto ecco
quello che risulterà uno dei suoi film migliori in assoluto, per chi scrive da
top-five.
Tratto da un romanzo del genio
Anthony Berkeley, Hitchcock piega al suo stile e alla sua poetica una storia di
amore maledetto, ossia quella di una donna giovane, buona e ingenua che
accecata dalla passione si accorge di aver sposato un vero delinquente,
falsario, truffatore e forse anche assassino, seppur sia un uomo amabile e irresistibile in casa e
tra le lenzuola. Tensione sottopelle poi
sempre più alle stelle, sequenze pazzesche come quella del bicchiere di latte
(forse avvelenato, o forse no) illuminato per farlo risaltare nell’oscurità,
amabili scorci e personaggi…tutto funziona al meglio, e questo film rimane
nella mente e nel cuore.
Come molti sanno, il finale del
film differisce da quello del libro, ma Hitchcock secondo me fu come sempre uno
psicologo infallibile; nessuno avrebbe mai creduto a un Cary Grant cattivo fino
in fondo.
27 -SABOTATORI ****
Non è proprio più tempo di film
che ignorino il conflitto, per cui si ritorna alla formula sperimentata con
grande successo nel Prigioniero di Amsterdam; un uomo in lotta contro il tempo
che da la caccia alle spie filonaziste (stavolta negli States), inseguimenti
movimentati e appassionanti, il trionfo finale dei buoni; ma tutto è diretto
con brio e classe, e scenette come quella,commovente, nel carrozzone dei Freaks
(scritta da Dorothy Parker) restano decisamente impresse. Interpreti poco noti ma
spigliati e brillanti, per un film gradevolissimo e senza un minuto di stanca.
28 -L’OMBRA DEL DUBBIO *****
Insomma, materiale incandescente
gestito al meglio da un Hitchcock in stato di grazia assoluta.
Avvertenza; guardatevi il film
solo inversione originale sottotitolata, visto che il doppiaggio che ancora
circola è un qualcosa di inascoltabile.
29 -I PRIGIONIERI DELL’OCEANO ***+
Altro film di piena propaganda, ma nonostante
tutto profondamente Hitchcockiano; questa storia di naufraghi alla deriva
ambientata in mare aperto e tutta ambientata in una scialuppa di salvataggio è
per contrappeso quanto di più claustrofobico il regista abbia mai girato; in
pratica alcuni civili si trovano alla mercè di un ufficiale Tedesco, che non si
capisce bene se voglia salvarli (oltre a salvare se stesso) o portarli verso la
morte certa; un buon punto di partenza per sequenze di vera suspense. Alla fine
il messaggio è chiaro, alleati state tutti uniti e cercate di essere razionali,
ma picchiate duro quando serve, e senza esitare.
31 -NOTORIOUS *****
La trama in fin dei conti è una
Spy-story un poco feuilletonistica, ma sinceramente mai come in questo caso
l’intreccio conta zero, qui siamo nei territori magici del cinema puro, con
Cary Grant e la Bergman che formano una coppia strepitosa e ad alto tasso
erotico (la sequenza del lungo bacio è quanto di più sensuale si possa vedere
su uno schermo) con delle inquadrature vertiginose che strabiliano, una
fotografia pazzesca che riesce a rendere Rio de Janeiro un luogo cupo e
opprimente, dei caratteristi di prima grandezza che rendono epica e memorabile
ogni sequenza; tutto funziona, tutto è perfetto, soprattutto grazie
all’incredibile talento di sua maestà Hitchcock.
32 -IL CASO PARADINE **
Tratto da un bel romanzo di Robert
Hichens, è un film sceneggiato senza brio da troppe mani ( ci misero le mani in
troppi, dalla moglie del regista a Selznick stesso) fiacco e moscio, con un Gregory Peck se si
vuole ancora più anodino che in Io ti salverò e una Alida Valli bellissima ma
del tutto inadatta a interpretare una sorta di misto tra una dark ladies del
noir classico e una Lady Chatterley .
Charles Laughton e Ethel Barrymore
portano un poco di pepe in una pietanza che però rimane scipita, anche se non
indigesta come in altre occasioni.
33-NODO ALLA GOLA ***
Film strano, una specie di
scommessa (parzialmente vinta) di girare un film in un unico piano – sequenza, come se quello che si
vede accadesse in diretta, a teatro.
La storia, anch’essa assai
atipica, parla di due studenti omosessuali che uccidono un amico per puro
divertimento e ne occultano il cadavere in una cassapanca, e subito dopo
apparecchiano su di essa un buffet ai quali partecipano amici e parenti del
morto. Una situazione potenzialmente esplosiva, ma i tempi morti sono troppi
per tenere desta l’attenzione fino in fondo, e la suspense finisce per scemare
pian piano, nonostante un finale di tutto rispetto.
34 -IL PECCATO DI LADY CONSIDINE
*+
Ovvero, come prendere un soggetto
totalmente inadatto a Hitchcock e fare in modo che lo diriga; risultati
disastrosi garantiti, come proporre una commedia brillante a Robert Bresson e
un dramma da camera a John Landis. Questo polpettone in costume riesce a essere
in un solo colpo freddo, noioso e recitato in modo totalmente anonimo da due
interpreti di prim’ordine quali la Bergman e Cotten. Si salva qualche sequenza
con la mefistofelica governante Milly, signora Danvers in trasferta, ma il
resto della pellicola è da buttare. Mai distribuito in Italia fino a 3 anni fa,
e meno male, almeno lo conoscono in pochi.
GLI ANNI CINQUANTA; LA MATURITA’,
LA PERFEZIONE, I CAPOLAVORI ASSOLUTI.
Sinceramente i primi anni di
quello che sarà il decennio d’oro del regista, quello che lo renderà da grande
a immortale, non facevano presagire tale fortuna; si ricomincia da dove era
finito il decennio precedente, ovvero con alcune pellicole non all’altezza del
maestro; ma niente paura, dal 1954 in poi fioccheranno capolavori come se
piovesse.
35 -PAURA IN PALCOSCENICO **
Cioè, non un brutto film, ma un
qualcosa di assolutamente inutile nell’initerario artistico del maestro, un
poliziesco come tanti che avrebbero potuto dirigere mille altri registi.
Sprecata la grande Marlene Dietrich, abbastanza penosi gli altri interpreti. Da
vedere senza aspettarsi niente.
36 -DELITTO PER DELITTO / L’ALTRO
UOMO ***
Dopo le imbarcare precedenti,
Hitchcock rialza la testa con questo buon suspense mutuato da un bel romanzo di
Patricia Highsmith, “Sconosciuti in treno”. Sinceramente non sono un grande fan
di questo film, che risalta nella filmografia del regista come unica opera
valida di un periodo opaco, ma sinceramente gli interpreti sono abbastanza
fastidiosi (Farley Granger, colui che ha rovinato un film come “Senso” di
visconti, è la solita mummia inguardabile) la storia priva di umorismo e anche
abbastanza assurda; comunque la suspense è gestita egregiamente, perlomeno
Hitch si tolse di dosso la ruggine.
37 -IO CONFESSO **
Altro film che se non esistesse
sarebbe più o meno lo stesso; interessante lo spunto (un sacerdote che riceve la dichiarazione di
colpevolezza di un assassino nell’inviolabilità del segreto confessionale, ma che rischia di
essere accusato lui stesso del crimine che la sua coscienza gli impedisce di
denunciare) ma svolgimento troppo lento
e serioso, cronica mancanza di umorismo british (cosa a cui il regista pare
aver rinunciato ormai dai tempi di sabotatori) e interpreti funzionali ma non
memorabili. Pleonastico.
38 -IL DELITTO PERFETTO ***
Lo so che non è un grande film, ma
per una qualche ragione inspiegabile lo adoravo da ragazzino; forse perché
nella sua semplicità e nel suo presentare continue situazioni di suspense è un
film di grande presa sul pubblico, seppure un poco scolastico e senza guizzi
alcuni di regia. Girato esclusivamente in interni (altra sfida vinta dal
maestro) presenta interpreti notevoli, tra cui un Ray Milland cattivo
simpaticissimo che beve e fa battute con l’amante della moglie come se niente
fosse (però mentre progetta di farla fuori) e la bellissima, iconica Grace
Kelly al suo esordio con Hitch.
39 -LA FINESTRA SUL CORTILE ****
“Oddio!! Scandalo!! Ma come, non
dare il massimo del massimo a un simile capolavoro? Ma stiamo scherzando o
che?”
So che molti di voi lo avranno
pensato, non lo negate; tranquilli che
non c’è niente di male e posso capirvi, solo che a me questo film comunque
meraviglioso, dai mille spunti ed emblematico quando si parla del maestro è sempre sembrato un filo troppo
lento, troppo dialogato, troppo inutilmente “filosofico”, tutte cose che alla
fine vanno a discapito della pura suspense, che si palesa veramente solo
nell’ultima mezz’ora. E poi non mi è mai riuscito fraternizzare del tutto col
protagonista, non ho proprio l’animo del guardone e al suo posto mi sarei letto
un bel libro; alla fine fa bene l’assassino a rompergli anche l’altra gamba.
Per il resto, film indispensabile per ognuno che voglia approfondire le
tematiche Hitchcockiane, ma personalmente preferisco molti altri titoli a
questo.
40 -CACCIA AL LADRO **+
Si, è sempre un piacere vedere
della bella gente ben vestita e raffinata, ma che la debba sopportare per un
film intero, anche se tra loro c’è la sensualissima Grace Kelly, mi pare un po’
troppo.
Una storiellina fragile e
leggerina con un Cary Grant leggermente troppo vecchio per fare il ladro
gentiluomo atletico e sprezzante, si ritorna comunque a un sano umorismo di
stampo britannico, che rende la pellicola gradevole, anche se stucchevole alla
lunga.
41 -LA CONGIURA DEGLI INNOCENTI
**+
Dal glamour sfrenato della Costa
azzurra al Vermont rurale il passo non è affatto breve, e si vede; in questa
tragicommedia degli equivoci nell’estrema periferia degli States troviamo una
serie di campagnoli che credono tutti di aver ucciso per sbaglio una persona
trovata morta. Splendide immagini della campagna autunnale e interpreti
simpatici (esordio per Shirley MacLaine) non bastano a suscitare interesse per
tutta la durata della pellicola. In ogni caso un film coraggioso e inaspettato
per il periodo.
42 -L’ UOMO CHE SAPEVA TROPPO
(1956) ***
Come sapete, non sono un grande
fan nemmeno del film del 1934, per cui era meglio se Hitchcock, se proprio
voleva ripetersi, sceglieva un altro dei suoi film del periodo. Spostando
l’azione dalla Svizzera al Marocco e con un interprete di prim’ordine come
Jimmy Stewart (Doris Day invece è insopportabile, per tutto il film si occupa
in pratica solo di lanciare la canzone “que serà serà” canticchiandola di
continuo) Hitchcock pensa di far vedere al giovane se stesso quanto è più bravo
nel 1956 rispetto che ventidue anni prima, ma sinceramente non è molto
convincente, e alla fine le due opere si equivalgono, anzi io apprezzo di più
il primo film, che almeno dura la metà.
43 -IL LADRO *****
Ovvero il film che dall’Hitchcock di questo
periodo non ti aspetteresti mai. Ma, come per molte cose inopinate, la riuscita
è semplicemente grandiosa. Se la svolta verso il realismo del regista sarà
riconosciuta appieno solo dopo Psycho, è in questo misconosciuto capolavoro che
essa avviene; infatti il tema dell’uomo ingiustamente accusato, un mite
musicista di nome Emmanuel Balestrero (interpretato da un superlativo Henry
Fonda), non è più il pretesto per scanzonati inseguimenti ma diventa un incubo
che non si dissolve nemmeno nel finale; infatti il protagonista, completamente
innocente, finirà dritto in carcere perché scambiato per un ladro, e subirà
passivamente interrogatori e false accuse per mesi, mentre i parenti
dell’accusato si rovina per pagare gli avvocati e la moglie, incapace di
reggere allo stress, scivola nella follia. Alla fine il vero colpevole viene
catturato, ma per la famiglia Balestrero nulla sarà più come prima.
Uno dei capolavori assoluti del
maestro,essenziale e spietato, assolutamente da recuperare.
44- LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE /
VERTIGO *****
Beh, su questa meravigliosa storia
di amore e morte c’è poco o nulla da dire che non siano i soliti, abusati
superlativi. Film lento, avvolgente, denso di significati e sensi reconditi,
acquista spessore ogni volta che lo si rivede, fosse anche la cinquantesima.
Tutto funziona al meglio; regia, fotografia, musiche di un Bernard Herrmann
ancora più ispirato del solito, gli interpreti (Kim Novak non è molto amata
dagli Hitchcockiani, ma per me in questo doppio ruolo è semplicemente
perfetta), i piani sequenza vertiginosi, la splendida e inquietante sequenza
onirica…insomma, un capolavoro assoluto, per me il capodopera del maestro.
45- INTRIGO INTERNAZIONALE *****
E’ incredibile la versatilità di
Hitchcock in questa sua incredibile, feconda maturità artistica; dopo un film
profondo e meditato come Vertigo, il regista ci regalò un film divertente e
adrenalinico, dove tutta la tematica dell’uomo ingiustamente accusato preda e
cacciatore al tempo stesso trova una sua definitiva consacrazione e maturità.
Infatti questo film, spy-story ancora classica (ma James Bond stava per
esplodere con fragore sugli schermi) ma soprattutto una grande avventura, doveva
per forza essere l’ultimo del regista su questo filone; troppo perfetto, troppo
compiuto, toppo brillante, troppo ben sceneggiato e recitato, di meglio non si
poteva fare.
GLI ANNI SESSANTA E SETTANTA; LA
GRANDE SPERIMENTAZIONE, E POI IL DECLINO.
E infatti, dopo un film maturo e definitivo
come Intrigo internazionale e la vecchiaia che avanza (sessant’anni non sono
molti, ma lo diventano vivendo come viveva Hitch), il mondo Hitchcockiano per
come lo abbiamo sempre conosciuto non poteva che avviarsi sul viale del
tramonto. D’altra parte, il decennio che ucciderà il grande cinema classico è
ormai imminente e Hitchcock, che ancora ha molto da dire, si trasformerà in uno
sperimentatore, prima con grandi risultati e poi con un repentino declino, che
però non ne intatta la grandezza.
46- PSYCHO *****
Non voglio annoiarvi parlando di
un film ormai talmente famoso da essere iconico, voglio solo ribadire quanto
questo film , girato dal regista con un coraggio incredibile e mettendo di
fatto, a sessant’anni suonati, in discussione tutta la sua carriera (le travagliate
vicende personali legate al film si possono apprendere guardando il recente
biopic con Anthony Hopkins, non eccelso ma comunque potabile), sia da
considerarsi un vero e proprio film rivoluzionario, che ha cambiato il cinema
per sempre; via i divi, via la grande bellezza delle immagini, ecco gli anni
sessanta, ecco donne normali che lavorano e hanno amanti clandestini, ecco
l’america provinciale e lievemente malinconica, ecco poveri malati di mente tra
il pauroso e il patetico. Proprio Hitchcock, l’emblema del cinema classico sfarzoso
e disimpegnato, gettò le basi del thriller moderno mandando definitivamente in
pensione il mondo poetico da lui stesso creato. Dopo Psycho il cinema non è più
stato lo stesso, punto e basta.
47- GLI UCCELLI ****
Come si è detto, dopo Psycho il
regista era a un punto di non ritorno. Indietro non si può tornare, e allora si
prosegue sulla strada della sperimentazione e del realismo; e questo film, che
pure parte da una premessa puramente fantascientifica (da un bellissimo
racconto di Daphne du Maurier a sua volta mutuato dal capolavoro di Arthur
Machen “the terror” ) diventa un
ennesimo film di propaganda; in fondo gli uccelli che decidono di comune
accordo di distruggere l’umanità intera potevano essere, in quegli anni
drammatici, i Cubani coi loro ipotetici missili, i Russi o i Cinesi.
Devastante dal punto di vista
visivo, peccato che il film abbia qualche momento di stanca e pecche vistose a
livello interpretativo; il protagonista Rod Taylor è un piacione inguardabile,
la Hedren è del tutto inverosimile nel suo essere spensieratamente chic e snob
per tutta la prima parte della pellicola; i tempi delle Grace Kelly erano
definitivamente tramontati, strano che il regista abbia voluto riproporre un
personaggio di quel genere,una donna più simile a Janet Leigh in Psycho sarebbe
stata secondo me un personaggio più azzeccato.
48- MARNIE ***
Un altro Hitchcock “malato”, un
potenziale capolavoro deturpato da una sceneggiatura talvolta lenta e
ridondante e da interpreti poco in sintonia (La mediocre Tippi Hedren e un
acerbo Sean Connery formano forse la peggior coppia Hitchcockiana di sempre);
peccato perché la storia di una schizofrenia generata da un terribile trauma
infantile sarebbe anche stata interessante, ma a ben vedere era meglio se il
regista chiudeva in bellezza dopo aver girato “The birds”, evitandoci i suoi
ultimi lavori.
49- IL SIPARIO STRAPPATO **
Film di spionaggio al tempo della
guerra fredda, una storia confusa e complicata senza un filo dell’umorismo che
finora aveva alleggerito tutti i suoi precedenti film incentrati
sull’attualità; Paul Newman con Hitch non si trovava nemmeno un poco, e tutto
il film ne risente; qualche buona sequenza (su tutte l’uccisione di Gromeck)
rimane, ma se ne può decisamente fare a meno.
50- TOPAZ *
Per rispetto al regista e alla sua
opera mi rifiuto di commentare questo indigeribile polpettone spionistico, non
voglio mancare di rispetto. Paragonabile in bruttezza e goffaggine al
“Passeggero per Francoforte” della Christie, tra l’altro dello stesso periodo;
ma cosa fu che fece cimentare due grandissimi con le Spy stories nuova maniera?
Non era il loro terreno, incomprensibile anche solo il fatto che ci abbiano
provato.
51 -FRENZY ?
Il punto interrogativo che vedete
non è un errore; non so proprio come valutare questo film, mi spiace. Se da una
parte dovrei essere entusiasta per uno smagliante ritorno di forma del regista
nella gestione della suspense e delle atmosfere, da un’altra trovo il film un
totale disastro sia a livello interpretativo (mai visti attori così cani in un
film Hitchcockiano) per l’ostentazione di seni e fondoschiena al vento prima
impensabili nei film del maestro e soprattutto per lo sgradevole umorismo
sboccato di alcuni dialoghi, che fanno rabbrividire se si pensa a quelli brillantissimi
e in punta di penna de “La signora scompare” e “Il club dei 39” ; il cinema e
il mondo cambiano in 35 anni, ma Hitchcock avrebbe fatto bene a rimanere fedele
a se stesso fino alla fine.
Ingiudicabile.
52- COMPLOTTO DI FAMIGLIA **
Sinceramente non ho molta voglia
di parlare di questo onesto filmetto senza pretese, con interpreti che ai tempi
d’oro non avrebbero fatto nemmeno le comparse e un disgustoso decor anni
settanta che sovrasta il tutto. Unica cosa da ricordare è l’ultima toccante
inquadratura con una delle protagoniste che strizza l’occhio al pubblico, quasi
un saluto del maestro a tutti coloro che lo hanno seguito e amato.
Bene, spero che vi siate divertiti
leggendo questi miei sproloqui, come ripeto da non prendere alla lettera. E se
anche solo uno di voi grazie a me scoprisse le perle (soprattutto quelle nascoste)
nello scrigno di questo meraviglioso maestro del cinema, sarò veramente un uomo
felice.
Ben fatto, grazie!
RispondiEliminaA me è piaciuto anche il film biografico che hanno fatto recentemente: Hitch. Vi si descrive tra l'altro la lotta che AH ha dovuto sostenete e i rischi (economici) che ha dovuto correre per riuscire a realizzare Psycho. Per non parlare di tutti i trucchetti che ha messo in campo per creare curiosità l'uscita del film! E poi si vede quanta importanza aveva in quel periodo il lavoro di sua moglie. Davvero interessante, almeno per me che non sapevo gran che della vita del maestro.
Grazie a te!
RispondiEliminaSI, Hitchcock è un biopic piuttosto interessante, anche se la scelta della carismatica Helen Mirren per interpretare Alma Reville non l'ho trovata azzeccata, e non credo proprio che la tranquilla signora Hitchcock si mettesse a flirtare con uno sceneggiatore....quindi credo molte cosette siano state inventate ad hoc, o gonfiate. In ogni caso è bella tutta la ricostruzione delle vicende che hanno portato a Psycho così come lo conosciamo.
Che bella questa carrellata che mi ha fatto ridiventare bambina, adolescente, ragazza ... considerata strana. Io ho un affetto particolare per 'L'uomo che sapeva troppo' versione Jimmy Stewart.
RispondiEliminaGrazie Niki! vedi, il probblema che ho avuto è quello di cercare di giudicare i film laqsciando perdere il più possibile la componente affettiva; ciononostante, per alcuni film come "Giovane e innocente" "Il sospetto" o "Il delitto perfetto" credo di aver esagerato per eccesso proprio in virtù del grande affetto che ho per essi; sono stati tra i primi che ho visto, forse in un momento particolarmente felice che mi evoca rimembranze Proustiane, ma è naturale essere legati a un titolo più che a un altro.
RispondiEliminaOttima carrellata Omar. Molto divertente leggerle tutte!
RispondiEliminaNon capisco però come non si possano considerare capolavori (e per me lo sono, altroché) Nodo alla gola e Il delitto perfetto. Non hai esagerato affatto per eccesso, secondo me ;)
Grazie Stefano per gli immeritati elogi al mio lavoro. Ci mancherebbe, i miei sono giudizi puramente soggettivi, ma credo che i due film da te citati siano da intendersi più come due esercizi di stile (seppur riusciti), delle scommesse sul come creare della suspense in interni e con pochi mezzi; tutto apprezzabile, ma per come la vedo io mancano di completezza, di varietà stilistica, di ciò che rende un film memorabile. In ogni caso Il delito perfetto è un film giudicato minore da molti dei critici più eminenti, e anche se non lo ritengo tra i capolavori del regista non è nemmeno un film minore, anzi.
RispondiEliminaBellissima analisi che condivid nei (pochi) che ho letto.
RispondiEliminaAvrei dato qualcosa di piu' a Marine e Frenzy per comunque la "potabilità" di filmetto veloce da vedersi senza aspettarsi un Vertigo, il migliore anche per me e ritenuto il piu' bel film di tutti i tempi nella recente votazione ( ha battuto Quarto potere che deteneva da anni la palma).