In realtà, questo post dovrebbe anch’esso appartenere alla categoria “Nonsologiallo”, tanto per me i romanzi con Maigret esulano dal poliziesco classico; per me sono sempre stati drammi umani e “tranche de vie” con un pizzico di mistero, peraltro quasi sempre facilmente risolvibile (con alcune eccezioni,come un’ombra su Maigret) ; ma non credo che a Simenon sia mai interessato scrivere un “buon giallo”, lui faceva qualcosa di diverso, ovvero una vera e propria Comedie Humaine del ventesimo secolo, l’unica degna continuazione novecentesca di quel grande romanzo di Parigi iniziato da Balzac, proseguito da Daudet, DU Gard e Proust, continuato appunto da Simenon e adesso da Daniel Pennac. Il lungo ciclo dei romanzi (75) e racconti (28) con Maigret protagonista sono indiscutibilmente un elemento chiave per capire Parigi e la Francia tra gli anni trenta e gli anni settanta, come lo sono i romanzi della Christie per capire l’Inghilterra dello stesso periodo; quindi inestimabili documenti di un’epoca, ma anche romanzi di invidiabile leggibilità e intrisi di una splendida “pietas” umana che nulla ha di ipocrita e compassionevole ma è invece partecipe dei destini degli altri, siano essi piccoli truffatori, operai, donne perdute e timide ragazze venute dalla campagna, che popolano una Parigi ormai scomparsa, irrimediabilmente perduta nel tempo.
E poi c’è da dire che Maigret è un vero grande personaggio della letteratura non solo di genere, tutto il contrario di quei manichini azzimati che sono i detectives del giallo classico inglese, forse la cosa più datata e fastidiosa del genere; i vari Poirot, Van Dusen, Hanaud, Philo Vance e Lord Peter Wimsey (quasi tutti quelli più noti a ben vedere, con l’eccezione dell’Alan Grant della Tey, gran bel personaggio) alla fine sono più che altro irritanti macchiette, e i romanzo con essi come protagonisti non funzionano perchè ci sono loro, ma NONOSTANTE loro; Maigret invece è un personaggio meraviglioso, perfetto e irripetibile (si,irripetibile,mi dispiace ma il commissario Montalbano non gli lega nemmeno le scarpe) che resta nel cuore di tutti coloro che decidono di leggere le sue avventure.
Non starò a dire chi era Maigret o chi era Simenon, mi pare superfluo. L’unica cosa che sottolineo è che il ciclo del commissario fu scritto in due periodi; quello dal 1930 al 1934, con i romanzi più elaborati a livello d’intreccio e con un Maigret in giro la Francia e l’Europa, e quelli tra il 1942 e il 1972, meno intricati a livello di trama e tutti ambientati a Parigi e dintorni; al contrario di moltissimi degli appassionati di Simenon preferisco questi ultimi, perchè più approfonditi psicologicamente, più riflessivi e poetici, nei quali si sente peraltro tutta la nostalgia di Simenon, a quel tempo autoesiliatosi in america per assurde accuse di collaborazionismo coi Nazisti.
Non ho letto tutti i romanzi del commissario, anche se sono a più di metà dell’opera, e quindi non posso fare un’analisi dettagliata romanzo per romanzo, anche perchè alcuni li ho ormai dimenticati,mentre della Christie avevo una fresca rilettura e ri-rilettura di quasi tutti. Però ce ne sono sparecchi che ho ben impressi nella mente e ancora più nel cuore, e quindi ho trovato carino fare il gioco della “top ten”,anche se vi posso assicurare che scegliere solo 10 titoli nell’intero corpus è stata impresa ardua.
Ho scelto 8 romanzi e due racconti, e mi sono accorto che come epoca di uscita sono piuttosto bilanciati tra il primo e il secondo periodo del ciclo. La top ten va in ordine “decrescente” e riporta prima il titolo dell’edizione Mondadori ( eh si, per me i Maigret sono solo quelli con la copertina di Pinter, gli Adelphi teneteli voi anche se sicuramente sono meglio tradotti) e se diverso quello della Adelphi, casa editrice che ha reso disponili tutti i titoli della saga, e che sta editando anche i racconti.
10-MAIGRET SI COMMUOVE ( o il carrettiere della Providence,1930); seconda avventura del commissario, una storia avvincente anche se forse troppo melodrammatica, scritta da un autore di grandissima forza espressiva ma ancora un poco ingabbiato nello stile del feuilleton frequentato nei primi anni di carriera; però è molto bello, alla fine della triste e penosa storia Maigret si commuove, e il lettore anche.
9-DUE GIORNI PER MAIGRET (hotel du nord, 1938) ; racconto lungo nel quale emerge la bonaria umanità del commissario; nel suo penultimo giorno di lavoro, che Maigret vorrebbe passare tranquillo a riordinare le ultime scartoffie, piomba in commissariato una ragazza giovane e testarda, impaurita e indifesa ma decida a giocare un gioco ben più grande di lei; il commissario, sbuffando e imprecando, riuscirà a toglierla dai guai, pur avendo voglia di riempirla di sani ceffoni. Un racconto adorabile e estremamente divertente.
8 - MAIGRET E IL CLIENTE DEL SABATO (1962) ; altra storia esemplare nella quale emerge la grande umanità di Maigret, che seppur di malavoglia accoglie in casa di sabato sera (strettamente dedicata al riposo e all’intimità con la moglie) ascolta e prende a cuore la storia di un ometto come tanti, che alla fine sarà una patetica vittima di ancora più patetici assassini. Una storia che avrebbe potuto cantare Brassens.
7-LE LACRIME DI CERA ( o viaggio nel tempo, racconto, 1936); impressionante racconto in cui Maigret indaga su un delitto commesso all’interno di un vecchissimo negozio di antiquariato splendidamente descritto, uno di quei posti in cui sembrano radunarsi tutte le cose perdute della Francia di una volta. Sarà che sono appassionato di rigattieri e mercatini, ma ho trovato questo breve racconto un gioiello assoluto.
6-UN’OMBRA SU MAIGRET (1942); L’unico romanzo con Maigret (almeno tra quelli che ho letto) dove la soluzione finale è veramente di grande livello, degna della Christie e degli altri titani del poliziesco; e la storia dei fantasmi della piccola,malinconica Cecile è veramente struggente e coinvolgente, così come da antologia è la rappresentazione del Quai des Orfevres, sede della polizia Parigina; sembra veramente di camminare tra quelle stanze, straordinario saggio della grande capacità descrittiva di Simenon.
5 - IL CANE GIALLO (1931); un romanzo leggendario ,forse quello più famoso e citato; ambientato in una bettola di Concarneau,una delle principali città costiere dellla Bretagna, tra ragazze perdute e enigmatici figuri, è la quintessenza del Maigret di provincia, e un graffito irripetibile di quella Francia misteriosa e sconosciuta.
4 - MAIGRET E LA GIOVANE MORTA ( o Maigret e la ragazza morta, 1954) ; In questo commovente e tenerissimo romanzo Maigret indaga sulla morte di una ragazza di vent’anni “il cui liso e consunto abito da sera e i tacchi a spillo potevano far pensare a una prostituta,ma i capelli morbidi e ben curati facevano altresì pensare a una bambina”.
Mentre indaga e scopre una triste e sordida verità, il commissario si ferma spesso a pensare alla vita di quela giovane morta, alla sua infanzia, alla sua innocenza e a un suo destino alternativo a quello; pagine ad altissimo tasso emotivo.
3 -IL CASO SAINT FIACRE (1932) ; le origini di Maigret, la sua infanzia, il brusco ritorno ai luoghi dove è nato e cresciuto la figura del padre e i vecchi fantasmi del passato; il capolavoro del primo periodo del ciclo di Maigret, uno dei romanzi più celebrati dalla critica nel quale il commissario viene mandato a Saint-fiacre, il suo paese natale, per indagare sul delitto di un’anziana nobildonna che al Maigret bambino pareva quasi una dea, tanto ne era intimorito e affascinato; da brividi la sequenza in cui lui si affaccia nella stanza della morta e la vede completamente nuda, mentre la stanno vestendo per la sepoltura, e di come distoglie lo sguardo con una fitta di dolore, nel vedere la penosa condizione di colei che da bambino aveva idolatrato. Peccato che la seconda parte sia un poco ingarbugliata e non molto scorrevole, ma le prime 50 pagine sono da pantheon della letteratura.
2- GLI SCRUPOLI DI MAIGRET (1958); è questo il grande romanzo dell’avvio verso la senilità di Maigret e signora, del loro riconoscere la vecchiaia ormai prossima. Tenerissime le pagine in cui i due coniugi, l’uno all’insaputa dell’altro, chiedono al dottor Pardon loro amico notizie sulla salute del consorte, e da antologia la pagina in cui i due ultracinquantenni, stanchi e affaticati, camminano mano nella mano adagi, sferzati dal vento di una sera di gennaio; anche la storia, con un marito e moglie che si accusano a vicenda di un possibile futuro misfatto, sembra accessoria per rappresentare una condizione di stasi, di noia, di paura per il domani. Uno dei grandi romanzi sulla vecchiaia, raro e prezioso come la seta.
1-MAIGRET E IL VAGABONDO (o maigret e il barbone,1963) ; questo è per me il capolavoro assoluto del ciclo. Quasi una lunga, struggente poesia in prosa sul mondo dei clochard sotto i ponti della senna, un apologo degno di stare accanto alla leggenda del santo bevitore di ROth.
Per scoprire chi ha pestato fino a ridurlo in fin di vita un innocuo e malinconico barbone detto toubib, ex-medico dai modi gentili e raffinati benvoluto dai suoi simili, un grandissimo Maigret si muove tra i clochard con la sicurezza e l’umanità di un padre gentile, senza giudicare mai e rispettandoli. Assolutamente da brividi il finale, quando il commissario rende al Toubib una biglia colorata che il barbone aveva tra i suoi effetti personali, e questo la prende e la rimette in tasca con un sorriso complice; un simbolo di un’infanzia perduta, di un tempo migliore che il pover’uomo ha deciso di portare con se nella sua grama esistenza sotto i ponti. Un libro straordinario.
Questi per me i titoli migliori. CHe ne pensate? avete una vostra top ten? nel caso postatela, sarebbe bellissimo confrontarsi.
Ahimè, non ho ancora letto i libri con Maigret! Tuttavia, ho amato profondamente "Cargo" e "La camera azzurra", sempre di Simenon ovviamente. E ora "Pietr il lettone" mi attendo sul comodino e non vedo l'ora di incontrare di persona Maigret :)
RispondiEliminaPietr il Lettone è ancora un romanzo un poco grezzo, un libro d'esordio in cui la figura di Maigret è piuttosto diversa da come la conosciamo, più vicina a un "duro" del poliziesco d'azione che al compassato e bonario ispettore della Surete. COmunque è leggibilissimo e interessante, non voglio certo scoraggiarti!
RispondiEliminaSimenon per me è come acqua fresca: uno di quegli autori che mi riconciliano con la lettura.
RispondiEliminaDi suo romanzi ne ho letti parecchi (e, per ora, il mio preferito è La verità su Bébé Donge)ma pochi della serie dell'ispettore Maigret (Il porto delle nebbie, l'ispettore Cadavre , il pazzo di Bergerac e L'amica della signora Maigret).
Conto di rimediare a questa mia mancanza con calma.
Paradossalmente io ho letto pochissimi roman-roman, solo "La neve era sporca" , "La marie del porto" (CAPOLAVORO) "l'uomo che guardava passare i treni" e "Betty". E secondo me non sei ancora un fan di Maigret perchè non hai finora letto dei grandi titoli; per quanto la mia classifica sia parziale e arbitraria, se ti capita qualcuno di quelli che ho scritto provalo.
RispondiEliminaPersonalmente mi riconosco in almeno tre considerazioni: le edizioni di Pinter, il fatto che i Maigret da prediligere siano quelli della seconda fase, la natura balzachiana dei romanzi dedicati al commissario. Aggiungo che il Simenon non-Maigret mi prende pochissimo, e che Simenon è soprattutto uno scrittore di atmosfera. Complimenti all'autore dell'articolo!
RispondiEliminaGrazie mille Guido, molto gentile, e complimenti per la sensibilità con cui consideri i romanzi con Maigret.
RispondiEliminaAdoro le atmosfere della Parigi che non c'è più, adoro la signora Maigret e vado pazza per l'ispettore "sfigato". Non mi riconosco nella descrizione dei VECCHI che compaiono qua e la, perchè si scopre sempre che sono sessantenni, e io che di anni ne ho 62 non mi vedo poi così vecchia ... E comunque mi piace tanto anche leggere Montalbano perchè lo trovo permeato di tanta ironia,così come il commissario Vallander perchè mi fa conoscere un paese lontano. Nella mia raccolta dei Maigret Mondadori sono piuttosto indietro perchè ne avrò trovati circa 1/3, ma poco alla volta non dispero di farcela. Ogni volta che mi metto a leggerne uno, mi estraneo dalla realtà e mi sento bene. Sono contenta di sapere che ci sono altri che amano le stesse letture. ciao. Mimma.
RispondiEliminaCiao Mimma, e grazie per il tuo commento. Devo dire che nemmeno per me un sessantaduenne oggi è un "vecchio", ma c'è da considerare che nelle ultime generazioni l'età media si è allungata per molti fattori, e la vita è meno dura per molti, per cui si riesce ad arrivare agli "anta" in condizioni ottimali.
EliminaVi siete dimenticati di inserire 'Il porto delle nebbie', così carico di suggestioni, secondo me il migliore in assoluto
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