Per un qualche misterioso motivo noto solo alla
mia psiche contorta, avevo sempre
lasciato da leggere “The mystery of the hansom cab” di Fergus Hume; autore
conosciuto da ragazzino nei gialli economici della Newton, ( ne ho già parlato
in vari altri post precedenti) nel lontano anno duemila presi coi punti di una
tessera l’edizione integrale di questo romanzo pubblicata dalla Demetra, nella
collana “acquarelli”; aveva una bella copertina appunto acquarellata e siccome della
stessa collana avevo appena letto il must “La pietra di luna” presi anche il
titolo di Hume.
Al tempo non mi intendevo molto di traduzioni e case editrici,
ma quando lo comparai al volume Newton “il delitto della carrozza chiusa” vidi
che il testo era lungo quasi il doppio; quindi, se negli e-book newton di Hume
trovate il titolo sopra citato, occhio che è una versione PESANTEMENTE
TAGLIATA; l’unica versione da avere è quella della Demetra, peraltro
splendidamente tradotta da Cecilia Montonati.
Poi per molti anni questo libro è rimasto negli
scaffali intonso, e mi sono deciso a riprenderlo quando, anche per scriverne su questo blog, ho
cominciato a rispolverare Hume dopo
parecchi annetti.
Lo scorso mese mi sono infine deciso a leggerlo
e l’ho divorato in due sere. Il giudizio? Un capolavoro assoluto, che sfiora la
mia top-ten personale.
La storia ha poco del giallo classico, il
romanzo è in realtà un melodramma vittoriano che pur rifacendosi a Wilkie Collins,
Gaboriau o Anna Greene riesce la tempo stesso a essere profondamente originale;
brillante, mai noioso, sempre gradevole, questo romanzo diventerò niente meno
che il libro poliziesco più venduto del diciannovesimo secolo, superando in
vendite perfino il coevo “Le avventure di Sherlock Holmes” ; un primato più che
meritato ; credo che questo si debba, oltre che all’indiscutibile qualità dell’opera,
anche al fatto che il libro sia ambientato in Australia (Hume per la precisione
era Neozelandese), precisamente a Melbourne, e ai lettori Inglesi non parve
vero di leggere una storia ambientata nella Londra delle Colonie, una città
elegante dotata di illuminazione a gas e altre modernità.
La storia è abbastanza semplice; un uomo, che
si scoprirà avere un passato torbido di ricattatore, viene trovato morto in una
carrozza; il vetturino racconta che qualcuno ha aiutato a montare sulla
carrozza l’uomo in evidente stato di ubriachezza, e poi è montato con lui dando
al conducente un indirizzo esatto, segno che conosceva bene la vittima; ma all’arrivo
l’ubriaco viene trovato morto, ucciso col cloroformio, e del misterioso
passeggero non c’è traccia.
In ogni caso, dalla descrizione del vetturino e
altri particolari, lo sconosciuto viene
identificato in Brian Fitzgerald, giovane e bello proprietario terriero
fidanzato con l’incantevole Madge Frettlby, figlia di Mark, un ricco e potente signore
della zona. Brian viene sospettato perché era il rivale in amore del viscido e
ambiguo morto, che cercava di far sua Madge ricattandone il padre, in quanto sapeva
di un suo compromettente segreto, del quale viene a conoscenza anche Brian;
quest’ultimo però, che potrebbe discolparsi dicendo che al momento del delitto
era ospite di una vecchia laida e spregevole(che questa informazione la
deteneva e l’ha confidata al giovane),
tace e preferisce rischiare la forca per non far sapere nulla a Madge, che in
questo segreto è pesantemente coinvolta (e qui il romanzo è un poco datato come
tanti altri libri Vittoriani; oggi un segreto simile, sia quale sia, non
farebbe più nemmeno scalpore).
La dolce e innamorata Madge, convinta dell’innocenza
del suo amato, chiede all’avvocato difensore di Brian Roger Calton e all’investigatore Gorby di far
luce sulla faccenda, e da questo momento inizia un bellissimo pellegrinaggio
nei meandri e nel ventre di Melbourne,
città di fascino Dickensiano e con personaggi degni del grande autore di “Casa
desolata”; si, perché “The mistery of the hansom cab” è anche il grande romanzo
della Melbourne di fine ottocento, e un documento pressoché unico della vita
nella città a quel tempo. Una vera e propria Londra agli antipodi di essa, dove nel giorno di Natale
si gronda di caldo e altre anomalie ma con gli stessi quartieri alti illuminati
a gas contrapposti a luridi vicoli di angiporto, splendidi e crudi ritratti di bambini perduti
e vecchie alcoolizzate, e personaggi memorabili (forse che la dolce Sal Rowlins
non ricorda, seppure con meno pathos
tragico, la Nancy di Oliver Twist?) Le descrizioni della città abbondano e sono
sempre interessantissime, così come
particolari dei costumi e della vita del tempo; e leggendo queste ottime pagine
che mi viene il magone per una cosa; gli altri Hume sforbiciati disponibili in
Italiano nei GEN newton ripresi dai gialli economici Mondadori degli anni
trenta, da me recensiti con benevolenza ma anche molte riserve come se in fondo
fossero gialli di serie B un poco superati, se fossero usciti in versione
integrale sarebbero belli come questo? Mi angoscia pensare che magari “L’occhio
di giada” , “L’enigma della donna errante”, “L’uomo dai capelli rossi” e “Come
una morsa” siano grandi romanzi che non appaiono come tali per colpa dei tagli;
ed è impossibile sperare come questo scrittore trascurato (a parte il titolo
recensito) ormai da decenni possa essere mai riscoperto dall'editoria odierna. Peccato, perché dopo
questo mistero della vettura pubblica sono sempre più convinto che Hume sia
stato un autore di primo piano che in Italia è arrivato tanto poco e male da
essere ridimensionato dalla critica, (un altro che secondo me condivide questo
destino è Joseph Smith Fletcher, delizioso giallista del quale la Polillo ha
pubblicato tre opere, ma ce ne sono altre 8 pubblicate dalla Newton
sforbiciate, e leggendo quelle ho pensato, come per Hume, che fossero gialli
gradevoli ma non eccezionali..ma di Fletcher mi occuperò più avanti) ma questo
"The mystery of the hansom cab" basterebbe da solo a porlo nell’olimpo dei
grandi.
Un capolavoro imperdibile, peraltro con uno di quei bei finaloni commoventi e appaganti che oggi mancano tantissimo ( e con uno scioglimento poliziesco assolutamente impeccabile), adatto a tutti coloro che amano il grande
romanzo Vittoriano, e lasciate perdere se l’autore era originario della Nuova
Zelanda; anche oggi, chi somiglia di più a
un pacifico e compassato Inglese di un altrettanto flemmatico
Neozelandese?
Infine, una segnalazione; visto che giustamente
una delle mie Follower mi ha consigliato di parlare di serie Tv, faccio
presente che da questo libro è stato tratto nel 2012 un bel film tv di
produzione Australiana dal titolo omonimo; il film tv si trova in giro e su subsfactory
ne hanno pubblicato anche i sottotitoli…se non avete voglia di cercarvi il
libro, anche vedere il film può andare bene, perché è piuttosto ben fatto.
-INTRECCIO
E SOLUZIONE FINALE; 9/10
-LEGGIBILITA’ 9/10
-ATMOSFERA 10/10
-HUMOUR 8/10
-SENTIMENTO 10/10
MEDIA VOTO; 9,2
Questo generale disinteresse nei confronti di Fergus Hume mi rattrista un po. Secondo me sarebbe un autore da recuperare e ritradurre!
RispondiEliminaPensa che inglese molte sue opere si trovano in ebook, e spesso sono gratuiti! Ecco: le case editrici italiane specializzate in ebook (tipo la Faligi, che ha tradotto tanti racconti di Wilki Collins e un suo romanzo) potrebbero recuperare qualcosa di Hume!
So che Hume ha scritto molto e magari non sempre bene, ma ci sono molti intelligenti selezionatori che saprebbero separare facilmente il grano dalla crusca, e rieditare i suoi titoli migliori. Per quanto mi riguarda, se fossi un editore punterei molto su questo autore così splendidamente Collins- Dickensiano!
RispondiEliminaLo ammetto, non conoscevo Hume, ma a questo punto devo proprio rimediare :D
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