martedì 12 novembre 2013

NONSOLOGIALLO; “HO UN CASTELLO NEL CUORE” DI DODIE SMITH.


L’editoria Italiana talvolta è talmente malaccorta da commettere degli errori incredibili sulla catalogazione dei generi, fino a far passare come un libro per ragazzi un romanzo che proprio non lo è. Nel nostro paese siamo specializzati su questo equivoco; ancora si considerano libri per l’infanzia il cupo e  inquietante L’isola del tesoro, oppure il Libro della giungla, che in versione non edulcorata è violentissimo.

Ma comunque sia per Stevenson che per Kipling l’errore è alla fine giustificabile, perché siamo comunque nel regno della fantasia e dell’avventura; ma etichettare come romanzo per ragazzine un “bildungsroman” che  parte in modo simpatico e scanzonato e si evolve in una dolorosa e abbastanza complessa analisi della sessualità di una ragazza mi pare un errore  abbastanza marchiano.
 
L'autrice
 

Questa la travagliata (dis)avventura editoriale del capolavoro di Dodie Smith, autrice tra l’altro anche della carica dei 101 ( e quindi, siccome è famosa per un libro per bambini, tutto il resto della sua produzione deve essere evidentemente considerata tale…). Uscito per Rizzoli, dapprima pesantemente tagliato e poi integrale ma sempre con una grafica infantile, finalmente nel 2007 si decisero ad editarlo con una veste grafica più consona, questa;

 

 E meno male, perché altrimenti chissà in quanti se lo sarebbero perso; perché questo “I capture the castle” è un vero gioiello, uno dei romanzi Inglesi più  freschi e divertenti del secolo scorso, pubblicato esattamente nel 1948; un romanzo dalla mole ponderosa (500 pagine) ma che si beve veramente come acqua fresca.

La storia è quella della scombinata e divertentissima famiglia Mortmain, che vive in un pittoresco ma diroccato e pericolante castello nel Suffolk più sperduto.

La famiglia è composta da James, uno scrittore vedovo che in gioventù scrisse un romanzo filosofico che ebbe un discreto successo ma poi, dopo la morte della moglie, si è chiuso in se stesso e passa il tempo avvolto in una coperta logora a leggere i libri che la bibliotecaria della contea, sua grande ammiratrice, gli porta fino a casa( una curiosità degna di questo blog; il signor Mortmain adora soprattutto i polizieschi, e come dargli torto in quegli anni d’oro per il genere?) .

Mr. Mortmain vive con le due figlie Rose e Cassandra e il figlio più piccolo Thomas (abbastanza marginale nell’economia della vicenda) e la formidabile seconda  moglie Topaz, sposata da James in un impeto di socialità, bellissima ex-modella con una spiccata predilezione per il nudismo; sulle prime si stenta a credere che l’esuberante Topaz e il posatissimo Mortmain vadano d’amore e d’accordo, eppure  è così; la donna accetta tutto della vita assieme a lui, e lo ama sinceramente.

Ma le vere protagoniste della storia sono le due figlie di primo letto di Mortmain, ossia Rose e Cassandra detta Cass, che sembrano un poco Meg e Jo di Piccole donne; Rose è bella, buona ma anche molto pratica e ansiosa di accasarsi ( possibilmente con un uomo ricco) per affrancarsi da quella non-vita al castello, mentre Cassandra, la narratrice, è una sognatrice con aspirazioni intellettuali che ama scrivere e tenere un diario quotidiano nel quale illustra la scombinata vita al castello; lei è l’angelo del focolare, colei che riesce ad attenuare l’esasperata misantropia del padre e fa da mediatrice ai frequenti battibecchi tra Rose e Topaz, visto che la ragazza invidia i bei vestiti e il passato avventuroso della matrigna. Un dialogo esemplare che mi fa sempre morire dal ridere è questo;

(DAL diario di Cassandra)

-Rose;  “Cass e Topaz, vorrei che sapeste che da un po’ di tempo sto progettando l’idea di vendermi, di andare sulla strada”

Le ho detto che non poteva andare in mezzo a una strada nel cuore del Suffolk.

 “Ma se Topaz mi presta i soldi del biglietto per Londra e mi da qualche suggerimento..”

Ma Topaz risponde che non era mai andata sulla strada, e  lo rimpiangeva “Perché uno deve sprofondare negli abissi per potersi poi elevare alle massime altezze”, Che è il genere di Topazismo che richiede molto affetto per essere sopportato…

 

Insomma, sono sequenze come questa che fanno innamorare di una famiglia scombinata  che in molti troverebbero discutibile, ma è impossibile non affezionarsi ai caratteri così ben delineati dall’autrice, la quale con dei dialoghi e descrizioni da antologia riesce a rendere in fondo esilarante e piena di tenerezza la storia di una famiglia che è l’antitesi di  famiglie anche troppo perfette  come quella dei March di Little Women, ma che comunque riesce a ispirare la stessa tenerezza e la stessa simpatia; e se la famiglia March appartiene a una dimensione più fiabesca che reale, i Mortmain invece sono ben più credibili, e l’empatia è forse maggiore.

Quindi leggiamo divertiti dei tantissimi deliziosi episodi che accadono al castello, come le danze di Topaz nuda sotto la pioggia, dei lamenti di Rose che rammenda fino all’inverosimile i vecchi vestiti e ne sogna un uomo che gliene compri di nuovi, e delle poesie d’amore che  Cassandra riceve da Stephen, bellissimo figlio della governante defunta che Mortmain ha voluto tenere in casa e che in pratica, con l’orto e altri lavoretti, provvede al sostentamento della famiglia, visto che essa campa a pane e acqua perché nessuno sa e vuole fare niente. Cassandra è ben consapevole dell’amore che il giovane nutre per lei, ma pur essendone attratta fisicamente per qualche motivo non lo incoraggia, forse perché vuole un uomo più maturo e intellettuale del volenteroso ma semplice Stephen.

A scombinare la routine della pazza famiglia Mortmain ci pensano gli eredi della proprità vicina al castello, gli Americani Cotton, che prendono possesso della nuova residenza e ben presto vengono a contatto coi Mortmain; della famiglia Cotton fanno parte Simon e Neil, due fratelli simpatici e di bell’aspetto che ovviamente sono attirati dalle due sorelle Mortmain; il libro si trasforma quindi da un Little women bohemienne  a una storia di amori e ripicche tra la Austen e la Heyer, una vera e propria sarabanda di emozioni che porteranno alla definitiva maturazione sentimentale delle due sorelle, in particolare di Cass, che nella seconda parte diventa protagonista assoluta e ci informa delle sue emozioni anche più intime, fino ad arrivare a una vera analisi (pur sempre garbata e sottintesa, sia chiaro) della propria sessualità; perché ciò che differenzia il libro dai classici sentimentali canonici è proprio la rottura tra i palpiti asessuati delle eroine ottocentesche per una consapevolezza del desiderio; appare chiaro che Cass non desidera l’amato ( non dico chi dei due fratelli perché l’intreccio sentimentale è troppo divertente per essere svelato) solo per passeggiate al chiaro di luna ma per avere con lui un’esperienza amorosa che comprenda anche il donarsi, e per questo arriva anche a conflitti esistenziali e religiosi ( che forse appesantiscono un poco le ultime 100 pagine, ed è un peccato), a una vera lotta interna con la propria psiche.

Poi ovviamente tutto si risolverà, anche se non avremo affatto il lieto fine totale e rassicurante tipico delle opere sentimentali stereotipate; come ogni vero grande romanzo il finale è una diretta conseguenza delle azioni dei protagonisti, e risulta coerentissimo e credibile.

In ogni caso, rileggendo varie volte il libro mi accorgo di come preferisca di gran lunga la prima parte sulla vita al castello, che nei contenuti è tutta sbagliata ma è descritta con un affetto e un brio incredibili, e quasi quasi i Cotton mi rimangono antipatici perché il loro arrivo, anche se economicamente benefico per tutti i Mortmain, sarà la fine di quel mondo surreale e intatto, di quell’umanità e di quegli affetti forti che gravitavano tra le mura del castello, e di questo la dolce e sensibile Cassandra sarà dolorosamente consapevole.

Quindi il romanzo, contro tutte le aspettative, si rivela una struggente elegia dell’unione familiare che commuove ben di più che in Piccole Donne, dove il disfacimento della famiglia è comunque visto come una naturale conseguenza della vita e non come la fine di un mondo; credo che in questo abbia ragione la Alcott, ma una parte di me è decisamente quanto irrazionalmente schierata coi Mortmain, simbolo di quell’amore eccentrico ma privo di monotonia che tutti in fondo desideriamo .

Da questo fu tratto nel 2003 un film omonimo (che in Italiano si intitola il profumo delle campanule, ma è introvabile)  in cui Cassandra è impersonata nientemeno che da Romola Garai, tipo la donna ideale del sottoscritto.
 

Romola Garai
 

Scena del film, con Rose e Cass

 

Il libro costa 17,50 e risulta attualmente non disponibile su IBS ( e ti pareva) però magari tramite altri canali si riesce ancora a trovare; se vi interessa sbrigatevi, perché è un libro imperdibile.

17 commenti:

  1. Ho avuto per le mani l'edizione più recente ma alla fine non l'ho preso. Che ci posso fare? In quel periodo avevo altre priorità.
    Adesso mi pento amaramente di non averlo in cartaceo, ma spero sempre di trovarlo (prima o poi) a un mercatino.

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  2. Ma l'e-book esiste? spero davvero di si, sarebbe comunque un'ottima cosa!

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  3. Amazon.it indica 5 copie disponibili della versione paperback, con il 15% di sconto. Approfittatene! Per quanto mi riguarda, l'ho letto in inglese qualche anno fa e l'ho trovato davvero godibile.

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  4. Che bellissimo romanzo! Adoro l'Inghilterra, adoro le storie di famiglie inglesi stravaganti, come quelle dei romanzi di Nancy Mitford, e adoro i romanzi sui contatti fra nobili inglesi e arrivisti americani, come in Edith Wharton, e quindi questo non me lo farò scappare. Su Amazon sono disponibili varie copie in cartaceo, l'ebook c'è solo in inglese. Purtroppo l'etichetta "letteratura per l'infanzia" ha messo i bastoni fra le ruote a molte opere valide...
    PS : ma quanto è brava Romola Garai?! Una che riesce a interpretare in modo convincente personaggi diversi come Gwen di "Daniel Deronda", Emma di Jane Austen, Amelia de "La fiera della vanità", Briony di "Espiazione" e perfino Sugar di "Il petalo cremisi e il bianco" merita davvero tanto!

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  5. Grazie Gianluca e Anna per la segnalazione, se le ultime copie disponibili se le accaparrassero ottimi lettori come voi salterei dalla gioia! In ogni caso Anna qui il contrasto Inghilterra-America è trattato marginalmente, ma le frecciatine agli States non mancano! il libro come dice Gianluca è godibilissimo, e la prima parte è veramente da antologia.
    Su Romola Garai...una bellissima donna e una grande attrice, che intelligentemente (almeno fino ad adesso) non si è venduta ai Blockbuster ma ha continuato a fare serie British di grande qualità, delle quali ho una bella collezione. I film con ROmola li ho visti tutti, e l'ho sempre trovata straordinaria. La serie "The Hour" l'hai vista? parla delle prime trasmissioni tv nell'Inghilterra degli anni 50, e delle due stagioni finora prodotte la prima è un vero capolavoro (con una Romola donna in carriera sensuale come non mai), mentre la seconda è un poco altalenante.

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  6. No non conoscevo The Hour! Ma già sto recuperando, fra un'oretta dovrebbe essere pronto il primo episodio... certo sarà un po' strano vedere Romola in abiti moderni! Ho letto un po' in giro la trama e penso che mi piacerà... e poi sono sempre in cerca di nuove serie tv interessanti e originali

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  7. Anna, mi raccomando fammi sapere se ti piace The hour!!

    Ah, nuove da fronte letteratura Ungherese; ho preso usati "Peccatori" di Kormendi e "Lei" di Gábor von Vaszary, titolo originale "O" , in una elegante edizioni Baldini e Castoldi del 1940. Conosci? E in più sono andato dal miglior libraio di Firenze a sfidarlo nel trovarmi Edes Anna; è un tipo formidabile con migliaia di libri nello straripante negozio (dovresti davvero vederlo) e centomila libri in magazzino! se non lo ha lui non lo ha nessuno...

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    1. Finalmente ho trovato il tempo di cominciare a vedere “The Hour” e già dall'inizio mi ha presa moltissimo! Romola è al suo meglio, insolita nel suo ruolo e elegante e intelligente, e mi piacciono il protagonista geniale-borderline, l’atmosfera dinamica del giornalismo e, soprattutto, mi piace che la serie è in bilico fra period drama e thriller investigativo, con i delitti misteriosi, gli accenni allo spionaggio - c’entra qualcosa il cruciverba?? È anche molto interessante vedere come la BBC racconta se stessa, assistere a come nasce una trasmissione, con tutti gli intrighi fra giornalismo e politica… è davvero una serie originalissima entusiasmante e devo resistere alla tentazione di vedermela tutta d’un fiato! Dopo la delusione di Dracula e, purtroppo, di Downton Abbey, ci voleva proprio! Grazie della dritta!

      “I peccatori” ce l’ho! Non è il meglio di Kormendi ma è un bel romanzo che si fa leggere con interesse e, anche se il finale edificante lo rovina un po’, fa comunque parte dell’epoca, fa sentire il fascino del datato! Invece a trovare “Lei” hai fatto proprio un ottimo affare!! Gábor von Vaszary è uno degli autori ungheresi più famosi, da un altro dei suoi libri, Monpti, è stato tratto anche un film con Romy Schneider, “Un amore a Parigi”. Fammi sapere se ti piace! Complimenti, vedo che la tua collezione magiara vintage è iniziata sotto i miglior auspici, con un romanzo importante e l’autore più famoso! E speriamo che il tuo libraio accetti la sfida!! Centomila libri in magazzino *__* In me sta rinascendo la speranza! E sì, devo al più presto visitare questo luogo! Grazie mille :)

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    2. Si, la prima stagione di The hour è un piccolo capolavoro..tutti i personaggi sono molto convincenti, la storia è coinvolgente e per niente scontata..ti divertirai. Anche tu sei rimasta delusa da Dracula? non che mi aspettassi granchè, ma si sfiora il ridicolo involontario e questo mi urta. Sulla quarta stagione di Downton è meglio stendere un velo pietoso, ormai è una scontata e ridicola telenovela da due soldi,solo girata con grandi sfarzi invece che in economia di mezzi. Bisognerebbe che quando una serie non ha più niente da dire avesse una fine e invece si continua a farla solo in nome del profitto...che squallore.
      Aggiornamento letteratura Ungherese; dal mitico libraio di Firenze ho trovato anche, di Kormendi, "Un'avventura a Budapest"...purtroppo la sua libreria è una vera babele di libri, incasinatissima, continua a accumulare pile di volumi e non si riesce ormai a vedere più quelli in basso....bisogna andarci sapendo di perdere un paio d'ore ore a rovistare, sempre che non si sia allergici alla polvere.

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    3. se fossi allergica alla polvere, fra bancarelle e biblioteche, sarei già morta!! Nei miei fidati negozi di libri usati ho passato ore e ore... con i librai siamo passati da "Buongiorno signorina" a "Ciao Anna" molti anni fa!
      Hai trovato anche "Un'avventura a Budapest"! In pratica in due giorni hai riportata a casa il normale bottino di tre mesi! Fammi sapere che ti piace e aggiornami sui nuovi ritrovamenti! Devo entrare in quella libreria, ormai è una missione...
      Dopo la fine sconvolgente della terza puntata, i miei propositi di vedere la prima stagione di "The Hour" poco a poco hanno fatto una brutta fine : appena ho tempo, faccio una maratona fino alla fine!
      Su Dracula non mi facevo illusioni, ma non mi sarei mai aspettata quella fiera del trash che nemmeno "Il mio grosso grasso matrimonio gipsy" eguaglia! E poi non capisco perché prendere gli stessi personaggi, metterli nella stessa città, nella stessa epoca dell'originale, e cambiare tutto, inventarsi per loro vite nuove... e infatti anche gli attori mi sembrano poco convinti!
      Invece Downton è stato un brutto colpo : questa quarta stagione è sembrata un lungo prologo a qualcosa che non è mai accaduto, un insieme di scenette fini a se stesse a cui è stata data la stessa importanza dei drammoni vari, senza continuità, senza approfondimento psicologico... mi dispiace, perché di cose interessanti da far succedere ce ne erano... ed è stata confermata anche una quinta stagione... peccato!
      Sai, sarebbe bello se qualche volta nel blog parlassi anche di serie tv! Vedo anche tu ne segui parecchie!

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    4. Anna, non finirò mai di ringraziarti per avermi avvicinato alla letteratura Ungherese; ieri ho trovato (ok, mi vergogno...) un titolo credo veramente ottimo, ossia "LA camera sul Danubio" di Fekete (l'autore di Birthday) in una edizione Baldini e castoldi del 1943 purtroppo senza sovraccoperta... ho letto le prime pagine e sembra un libro davvero bello, quasi un piccole donne ambientato a Budapest...tu che forse lo conosci puoi confermare? in ogni caso mi hai aperto un mondo, grazie grazie grazie.

      Per quanto riguarda le serie Tv inglesi (le americane le seguo poco, avendo poco tempo mi fido più delle serie Brtish) sono state un amore piuttosto recente trasmessomi dal mio caro amico e follower Yue Lung, che mi ha passato e continua a passarmi le serie migliori. The hour è splendida e meriterebbe un post su questo blog ( davvero, sto pensando a recensire anche film, serie tv o fumetti..) e un'altra serie veramente stupenda, anche se di tutt'altro genere, è "Call the midwife" che parla delle prime ostetriche porta-a-porta nell'affollato e Dickensiano east-end Londinese del 1956; ci sono scene forti dal punto di vista clinico-medico che possono disturbare,ma è una serie stupenda e scritta benissimo, e che ultimamente sta surclassando Downton Abbey anche nel gradimento degli Inglesi. Poi, parlando di Comedy, ho adorato "Vicious", adorabile e politicamente scorretta Sitcom che parla di un'anziana coppia gay (attenzione; i protagonisti sono i grandissimi attori Ian MCKellen e Derek Jacobi,mica bruscolini) che convive da cinquant'anni e passa il tempo lanciandosi battute al vetriolo irresistibili ma amandosi di vero amore, dimostrando che il modo migiore di normalizzare l'omosessualità è scherzarci sopra; si ride molto, ma non mancano risvolti più amari come le difficoltà della vecchiaia e l'emarginazione dalla società. Queste le due serie dell'anno per il sottoscritto.

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    5. ma... ma... io ci ho messo un anno a trovare "La camera sul Danubio"!! e l'ho trovato solo su ebay! Ed è un libro molto importante perché è l'unico di Fekete tradotto in italiano... 4 libri in 3 giorni... è incredibile!! La mia copia è del 1940 ed ha una prefazione molto interessante sull'autore e sulla presenza della letteratura ungherese in Italia... Le tre ragazze protagoniste, Joli, Agata e Zsuzsa somigliano poco alle piccole donne : sono molto più spregiudicate e moderne e la loro vita è molto drammatica, sono molto più povere, ma sono anche loro moderne e coraggiose e nei momenti peggiori rivelano una forza insperata e un forte attaccamento reciproco... a me questo romanzo è piaciuto molto : è introspettivo, malinconico, ma anche ironico, graffiante, popolato di figure comiche come l'attore e la vecchia zia, comico-drammatiche come la tizia che crede di essere Sissi... e poi descrive la Budapest degli anni '30 in un modo che sembra di stare lì, fra le strade, le case, le trattorie, l'ambiente del teatro, le vacanze a Vienna o a Venezia, ed è un mondo molto moderno, molto più avanzato dell'Italia di quegli anni.

      "Call the midwife" lo conosco per fama e ce l'ho già nella lista delle serie da recuperare, ma non sapevo che esistesse "Vicious"!! Sembra bellissimo e originale e già ho trovato dove procurarmelo : per il pubblico è facile entusiasmarsi per una coppia di aitanti giovanotti, ma penso che sia una scelta molto coraggiosa quella di rappresentare un'anziana coppia gay e non vedo l'ora di vedere come è riuscito questo esperimento.

      Vedi? il tuo blog potrebbe dare bellissimi consigli anche per serie tv e film!

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    6. Sai Anna io ho un'area molto vasta dove cercare tra librerie e bancarelle, ma a cosa bella è che non vi avevo mai cercato autori ungheresi una volta scatenata la caccia era normale che qualcosa sarebbe spuntato fuori...e ancora il libraio non ha aperto il suo caveau di centomila libri...lo sto corteggiando perchè mi ci porti, ma finora è un poco restio a scoprire la sua "Miniera", come il cercatore d'oro che ne nasconde l'ubicazione..ma in ogni caso gli ho detto di portarmi tutti gli Ungheresi che riesce a trovare, per cui sono fiducioso.
      Guarda, appena finisco lo splendido romanzo ebraico "La famiglia Karowski" di Israel Singer pubblicato lo scorso aprile da Adelphi (il classico libro che una volta che vi si è entrati non si esce più fino alla fine) voglio iniziare a leggere proprio "La camera sul Danubio"; non si vive di soli gialli, e libri come quello di Fekete mi attirano troppo per lasciarli nella wish-list per più di qualche giorno.
      Per quanto riguarda film e serie tv...è già da tempo che voglio dare un po di varietà al blog; non voglio snaturarlo,ma pur facendolo rimanere tematico voglio recensire anche romanzi con una componente gialla-thriller ma che sono altro ancora (vedi il post sulla dama del sudario di Stoker) poi fumetti e serie tv. Con calma, ma ce la farò.

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  8. Causa tanto (piacevole) lavoro in azienda, sto poco internet, ma, appena posso, mi catapulto nel 'tuo' mondo. p.s. Ho guardato Sherlock: FANTASTICO!

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  9. Niki!!ciao, mi chiedevo appunto come mai non ti facevi sentire da un pò...beh se hai di che lavorare e ti piace pure farlo sei molto fortunata, di questi tempi! Mi fa piacere che ti sia piaciuto Sherlock..hai visto tutti e 6 gli episodi?

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  10. "etichettare come romanzo per ragazzine un “bildungsroman” che parte in modo simpatico e scanzonato e si evolve in una dolorosa e abbastanza complessa analisi della sessualità di una ragazza mi pare un errore": a me invece pare un ottimo motivo: ma cosa vogliamo ancora credere che siano le ragazzine? puro spirito? quando tutto il libro vuole dimostrare il contrario?
    E le lamentazioni infinite di Cassandra dopo la serata e il castissimo bacio con Simon lo confermano: ma quale adulto regge una solfa così protratta su degli intrecci più sognati che vissuti? Mentre nello spirito adolescenziale ci stanno benissimo.

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    1. Credo che piuttosto un adolescente non affronti proprio la "solfa così protratta" di cui parli, e si dedichi ad altro; il romanzo psicologico, anche se la psicologia in questione riguarda ragazzi o bambini, si rivolge comunque agli adulti; prendiamo per esempio Herman Hesse o Thomas Mann; quale giovanissimo li affronterebbe? eppure spesso parlano proprio a loro. Per cui ritengo che questo della SMith sia un libro per tutti coloro che vogliono leggerlo, da 10 a novant'anni, un classico senza tempo da inserire nelle collane dei classici senza tempo, e non in una confezione rivolta esclusivamente a un pubblico giovanile.

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