Una delle cose per cui sono contento di avere aperto questo blog è quella di aver potuto conoscere delle persone veramente simpatiche e squisite, che pur con una corrispondenza solo telematica riescono a stupirti piacevolmente, certo più di tante persone che il caso ti infligge sul lavoro o nella vita quotidiana.
Una di queste persone è Nicoletta Cassani, iscritta tra i miei follower col nickname di Niki. Tra le molte sue attività (imprenditrice agricola, madre a tempo pieno, appassionata bibliofila) è anche una scrittrice che frequenta vari generi, tra l’altro (anche se purtroppo finora una sola volta) il poliziesco; e Nicoletta è stata così gentile da omaggiarmene di una copia, che in un pomeriggio inaspettatamente libero ho letto d’un fiato.
L’incursione nel genere da parte di Niki (uso il Nickname perchè mi è simpatico) ha prodotto “Ombre”, un giallo di stampo classico raffinato, ricco e imprevedibile, che merita ampiamente di essere commentato e pubblicizzato (ovviamente questa recensione non è scritta per ruffianeria o che, è sincera in tutte le sue componenti) anche se questo mio modesto blog non è certo una vetrina invidiabile.
Diciamocelo; di mio non avrei mai letto questo libro, perchè non seguo la letteratura contemporanea tantomeno se Italiana; infatti ero impaurito e diffidente, sapevo che era un giallo ambientato perlopiù tra le montagne di Como, e mi aspettavo sempre le solite descrizioni macchiettistiche e stereotipate del piccolo borgo Italiano; invece che sorpresa, lo stile dell’autrice è raffinatissimo, nessuno dice scurrilità in dialetto e altre amenità che affliggono l’ormai provinciale letteratura contemporanea del bel paese; e poi lo stile è piacevole, scorrevole, per nulla ansiogeno; ciò mi ha fatto proseguire fiducioso e rilassato.
Ma andiamo con Ordine; Ombre in realtà è un romanzo composto di due storie in una, due casi separati (uno a Montespino e uno in un quartiere della Como più popolare) ambientati nell’estate del 1969 nei quali agisce il medesimo investigatore privato, Lorenzo Randelli; esso però, in città, è conosciuto col nome più esotico di Elias Conrad, che meglio si addice a un detective,mentre a Montespino, dove agisce chiamato dall’amica Clara, ristoratrice da poco trasferitasi nel piccolo borgo, agisce col suo vero nome; questa originale tecnica narrativa con le due storie alternate in brevi capitoli all’inizio mi ha sconcertato, però una volta capito il meccanismo l’ho molto gradito, in quanto ci si appassiona a entrambi i misteri che hanno in comune un solo aspetto; quello che porta persone comuni e apparentemente normalissime a diventare assassini.
Il caso di Montespino, quello che ho trovato più interessante e ricco dal punto di vista narrativo, presenta un piccolo paese sconvolto da una serie di morti inaspettate; quello di una donna caduta da un dirupo (suicidio?) e la morte apparentemente naturale di un’altra donna di mezza età detestata da tutto il paese, prete compreso. Ma un terzo decesso, quello dell’angelica figlia del dottore, non lascia dubbi sul fatto che sia un omicidio; le pigre e indolenti forze dell’ordine sbattono in cella un vagabondo ubriaco che ha addosso alcuni oggetti presi alla vittima, ma Clara, una forestiera ancora non del tutto accettata nella comunità, si convince che le cose non sono così semplici, e chiama a indagare il suo amico d’infanzia Lorenzo, che porterà alla luce una verità sconcertante, che mi ha ricordato alcuni intrecci alla Miss Marple; in fondo Montespino è una versione montana di St. Mary Mead, e tutto il mondo è paese.
Dopo le atmosfere vicine alla Christie della storia montanara, nella vicenda cittadina si hanno tematiche più vicine a Simenon, in quanto l’azione si svolge in un condominio, in locali pubblici e case altoborghesi.
All’alba di una mattino d’agosto viene rinvenuto davanti a uno stabile il cadavere di un noto e facoltoso imprenditore, che apparentemente non avrebbe alcun motivo di trovarsi in quella zona popolare di Como abitata perlopiù da operai e gente di basso reddito; Elias / Lorenzo, novello Maigret, indaga sulle vite e sul passato degli abitanti dello stabile, conscio che a compiere il delitto è stato uno di loro, e che non esiste delitto senza movente, che poi risulterà essere umanissimo, alla Simenon appunto.
Credo che infatti l’aspetto più piacevole e innovativo del romanzo sia appunto di presentare un caso in uno stile più anglosassone e un altro invece in uno stile più latino (Simenon, ma anche Fruttero e Lucentini).
Ovviamente Ombre non è un libro perfetto; personalmente avrei voluto che fosse un poco più lungo e dettagliato, perchè i personaggi sono molti e interessanti ma a taluni di loro viene dato forse poco spazio; le stesse vittime, tra cui l’interessante Irene, muoiono troppo presto; avrei preferito vederle in azione in presa diretta, familiarizzare di più con loro prima di ritrovarmele cadaveri. E poi, da appassionato di montagna, mi sarebbe piaciuto un poco di folklore in più; di informazioni interessanti e non stereotipate sulla vita di montagna ce ne sarebbero state da dare, e invece Montespino appare il solito paesetto Italiano che poteva alla fine essere situato anche in pianura padana o nelle colline toscane; il bozzettismo esasperato è irritante e Niki ha fatto benissimo a evitarlo, ma anche l’assenza totale di esso dispiace un poco.
Come mi rammarico per l’assenza pressochè totale di umorismo, di understatement; non mancano delle gradevoli arguzie nella rappresentazione della metalità del borgo (vedi la gustosa sequenza iniziale) ma il tono è sempre cupo, e i dialoghi spesso poco briosi.
Però, se Ombre non è un capolavoro, è comunque un buonissimo romanzo di una esordiente; trovatemelo voi un giallo del 2009 dove non ci sono parolacce, dove non ci sono scene truculente alla Dario Argento ne tantomeno scene di sesso spinto, ingredienti che sono ormai indispensabili per essere pubblicati e seguiti dai lettori.
Diciamocelo, Ombre avrebbe meritato una pubblicazione in una collana ben più importante che nella casa editrice “terza pagina” sita in Ogliastra; ad esempio il Giallo Mondadori, ancora afflitto da anglofilia esasperata, che pubblica autori Italiani col contagocce e preferisce lanciare sul mercato romanzacci sul narcotraffico messicano o sulle sexy damigelle-spie, robaccia di livello infimo ma dove si ammazza e si fa sesso spesso e volentieri.
Se siete interessati il libro è ancora disponibile su IBS, ma con la scritta “difficile reperibilità”, il che rende l’eventuale acquisto un po un’incognita, e il timore è che questo bel libro scompaia dal giro editoriale Italiano; ora, i responsabili del giallo Mondadori come Franco Forte e Mauro Boncompagni difficilmente leggeranno il mio blog, ma se per caso accadesse dico loro una cosa; io una letturina a “Ombre” di Nicoletta Cassani gliela darei.
Sei un tesoro! Forse sei uno dei pochi che può capire quanto un bagaglio di letture di gialli classici 'formi' un modo di scrivere. Hai trovato tutto: la passione per l'intreccio tipico del giallo anglosassone e l'attenzione alla vita quotidiana dei personaggi che appartiene al mio amatissimo Maigret. In origine il romanzo era molto più lungo, con digressioni sulla vita dei personaggi, e lo stile era più ricco, ma l'editore ha tagliato parecchio per restare nelle 100 pagine. Sono, comunque, soddisfatta del risultato e mi fa un immenso piacere che lo sia anche qualcun altro. GRAZIE.
RispondiEliminaE a proposito di scurrilità, per dirti come sono pudica, io avevo fatto dire a un personaggio: 'ALZA I TACCHI!' (o qualcosa del genere) e l'editore me l'ha sostituito con 'MUOVI IL CULO!' ... Ho dovuto accettare la correzione ... ma quanto mi è costato! AH aH
RispondiEliminaEcco, mi pareva che effettivamente il romanzo fosse stato tagliato...mi chiedo chi è il minus habens che ti ha imposto i tagli, voglio dire l'unico "difetto" che appare evidente nel libro è quello di alcuni personaggi poco approfonditi, e ora capisco il perchè. Spero tu abbia sempre il romanzo in versione integrale, e che qualcuno te lo ristampi di nuovo nella sua veste originaria. COmunque, anchè cosi, un ottimo risultato. Ma...altre avventure di Elias COnrad/ Lorenzo Randelli in cantiere? ci si può sperare?
RispondiEliminaTsè ... sai quanti romanzi 'gialli' (e non) che ho 'nel cassetto'? Il problema è pubblicarli! Son così stanca di provarci che ho quasi deciso di mollare una volta per tutte ... non di scrivere ma di 'elemosinare' un minimo di attenzione da parte degli editori. TROPPA CONCORRENZA.
RispondiEliminaCredo che per emegere ci voglia fortuna (o scrivere cose come le ciquanta sfumature), e che bisogna anche sapersi vendere e scendere a compromessi, forse troppi; quanto pare tu sei una persona felice e realizzata comunque, quindi capisco che ti sia stancata.
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