lunedì 18 settembre 2017

"OMICIDIO A ROAD HILL HOUSE, OVVERO INVENZIONE E ROVINA DI UN DETECTIVE" DI KATE SUMMERSCALE.

L'età vittoriana, adesso più che mai, anche nel nostro paese, con i continui revival di Sherlock Holmes, Anne Perry autrice più venduta nei GM, riproposte di Wilkie Collins, della Braddon e di altri maestri del romanzo a tinte fosche, sta vivendo una specie di nuova giovinezza. In realtà come resistere a un'epoca ampiamente documentata dai suoi stessi contemporanei, piena di slancio positivista e di grandi innovazioni tecniche? fu il rinascimento Inglese, l'impero al massimo del suo fasto, un qualcosa di irripetibile.
E come ogni grande epoca, a partire dall'antico Egitto, l'immaginario collettivo ne ha ormai tenuto solo il buono, solo l'affascinante, tralasciando l'altra faccia della medaglia; di fronte alla piramide di Cheope o a San Pietro, chi se ne importa ormai dei braccianti e degli schiavi che morirono di stenti nel costruire queste opere immani? e così dell'epoca Vittoriana si è tenuto solo la grande letteratura, che spesso ne denunciava (a partire da  Dickens) le storture e le aberrazioni, ma ciò veniva fatto con tale maestria da rendere la miseria umana materia per romanzi estremamente appassionanti.



Kate Summerscale, invece, vuole mostrarci l'altro lato del giardino, e lo fa con quello che resta una delle migliori opere degli ultimi anni. E fortunatamente non scrive un romanzo, e nemmeno un romanzo-saggio, ma proprio un saggio, uno studio approfondito; dico fortunatamente perchè romanzare ulteriormente una materia già romanzesca di suo avrebbe finito per far apparire il tutto ridondante, mentre la ricostruzione puntigliosa (ma condotta con mano sempre leggera, mai questo libro infatti potrebbe definirsi un mattone) lascia del tutto soddisfatti.

                                                                    Kate Summerscale

L'autrice esamina fin nei minimi particolari un fatto realmente accaduto nel 1860, ovvero il terribile omicidio del piccolo Saville Kent, ultimo nato di una famiglia benestante del villaggio di Road nel Whiltshire, trovato nelle latrine adiacenti la casa (una volta i bagni erano esterni alle abitazioni) quasi decapitato, in mezzo alla lordura. Un crimine particolarmente cruento ed efferato, e del tutto inspiegabile; perchè accanirsi con tale ferocia su un innocente pargolo di tre anni soltanto?
Delle indagini viene incaricato il grande detective Whicker, che servirà come modello di tanti investigatori della letteratura, su tutti il sergente Cuff de "La pietra di luna" di Wilkie Collins, romanzo scritto pochi anni dopo il caso Kent. Whicker, segugio onesto, sicuro di se ed estremamente coraggioso, spazza via le ipotesi più "di comodo" ovvero quelle di un tentativo di rapimento finito male, o di altre responsabilità di ignoti, finendo per puntare il dito verso la famiglia Kent, indagando sul passato del capofamiglia Saville, sulla di lui seconda moglie, ex bambinaia dei due figli più grandi, Constance e William, legati da un affetto morboso, e giungerà a una verità agghiacciante, che però non sarà accettata dalla morale dell'epoca; Freud non aveva ancora sconvolto il mondo, per cui la giuria giudica Whicker un pazzo e un insensato, determinandone appunto una repentina caduta.

Ma qual era questa verità sconvolgente?

 (ATTENZIONE, SPOILER; pur essendo un saggio su una storia ben nota potreste non volervi inficiare il piacere della scoperta)



 Ora, il caso Kent in Italia è poco conosciuto, ma nel Regno Unito il nome di Costance Kent è famoso quasi come quello di di Jack the ripper. Fu la stessa ragazza, infatti, qualche anno dopo il delitto, spinta da una crisi di coscienza, ad autoaccusarsi del crimine, precisando, senza mai ritrattare, di aver agito tutto da sola, di averlo fatto perchè odiava la matrigna. Questa confessione riabiliterà il nome di Whicker, ma non sarà mai creduta fino in fondo; troppi indizi fanno pensare che la ragazza non abbia agito da sola, che in realtà stia coprendo il fratello William, quasi sicuramente co-autore ma avviato a una brillante carriera da microbiologo; una sorella-amante innamorata, che sacrifica la sua vita per lui? fatto sta che si salva dall'impiccagione solo perchè minorenne all'epoca del delitto, e viene condannata a vari anni di carcere, che alla fine saranno 20 tondi. Quando esce, ormai 41enne, si ricongiunge al fratello in Tasmania dove lui risiede per delle ricerche connesse al suo lavoro, cambia nome e si diploma come infermiera, dove si distinguerà per zelo in numerose epidemie di tifo, espiando così la sua (presunta) grave colpa.

 L'autrice, infatti, non da soluzioni, lascia intendere ma senza sentenziare, quello che le preme è regalarci un affresco della mentalità dell'uomo vittoriano, affascinato dalle scoperte scientifiche e geografiche ma incapace di accettare le aberrazioni della mente, irrimediabilmente classista e moralmente represso.

Inoltre l'autrice regala anche sprazzi di cultura letteraria, analizzando (forse talvolta un poco superficialmente) capolavori della sensational novel come Il segreto di Lady Audley, la Pietra di luna, la Donna in bianco, Casa desolata, dove il lato oscuro dell'età Vittoriana è ben presente, elemento di fascino imperituro dove fascino, in realtà, non dovrebbe essercene; è forse stata questa la grande forza dell'immaginario british dell'epoca, rendere piacevole e divertente l'innominabile e il perverso ammantandolo di mistero e di pruderie.

8 commenti:

  1. Non conoscevo questa opera ma l'abbinamento saggio + giallo +epoca vittoriana mi ha spinto a leggerlo. Devo dire che alla fine l'ho trovato un po' troppo superficiale. Cose che non mi hanno convinta: a volte l'autrice nello stesso capitolo salta di palo in frasca; faccio fatica a riconoscere whicher nel sergente cuff perché non ne viene approfondito molto il carattere (e non solamente il suo); la maggior parte delle fonti sembrano essere i giornali dell'epoca più che l'inchiesta o fonti più ufficiali. Insomma nel complesso l'ho trovato abbastanza interessante ma poco "denso".

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  2. Leggendo il titolo originale ho capito che pochi hanno fa itv ne ha tratto anche una versione televisiva. Sono curiosa di vederla.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. CIao Ornella; credo che l'autrice abbia di proposito preso spunto dai giornali o altre pubblicazioni meno attendibili appunto per riflettere al meglio il pensiero dell'epoca; il caso Kent è notissimo in Inghilterra e farne un'eviscerazione troppo minuziosa avrebbe, almeno credo, aggiunto poco al già stranoto; attenersi invece alla stampa e fare paralleli con la narrativa sensazionale dell'epoca mi è parsa una soluzione più originale, anche se come osservi giustamente alcune cose restano un po irrisolte.

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  5. Ciao!
    Approfitto del post per informarti che ti ho assegnato un award:

    http://breakfast-pancakes.blogspot.it/2017/10/blog-blogger-recognition-award-2017.html

    Non commento quasi mai, ma leggo puntualmente i tuoi articoli; prendi questo piccolo gesto come una manifestazione della mia stima.
    A presto!

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    1. Ti ringrazio tanto Hana, ti ho scritto anche sul tuo blog! spero di continuare a meritare la tua stima.

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  6. La Atwood ha fatto una cosa simile con Alias Grace (L'altra Grace), romanzo bellissimo che ti consiglio caldamente.

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