domenica 1 giugno 2014

"ENIGMA A CAPE COD" DI PHOEBE ATWOOD TAYLOR.


Credo che uno dei massimi piaceri derivanti dal coltivare la passione dei libri gialli sia quello di trovare un testo che unisca garbo e leggerezza con un mistero che appassioni. Ci sono molti testi che puntano sulla leggerezza e l'umorismo, basti pensare a Stout, a Edmund Crispin, a Stuart Palmer, ad alcuni divertissment venati di giallo di Wodehouse, all'Ellery Queen dei Denti del drago. Va detto però che spesso il mistero non è di prima scelta, e questi romanzi si ricordano più per i sorrisi che ci strappan che per un buon intreccio. Ma quando le due cose si amalgamano alla perfezione, ne esce fuori un testo indimenticabile. Penso a "Perchè non l'hanno chiesto a Evans?" di Agatha Christie, a "L'omicidio di Norton Manor" dell'incantevole Georgette Heyer, o anche alla "Regina dei ladri" di Edgar Wallace. A questi titoli, posso d'ora in poi aggiungere un romanzo del 1931 di una scrittrice Americana che da noi è praticamente inedita e che si è affacciata in punta di piedi nel catalogo Polillo. Intelligentemente, la benemerita casa editrice ci ha proposta questa "nuova" autrice partendo dal suo libro d'esordio; esso si Intitola "Enigma a Cape Cod" (titolo originale Cape Cod Mystery) e a scriverlo è stata Phoebe Atwood Taylor, in patria considerata una grande in assoluto. E quindi, per la serie meglio tardi che mai, finalmente anche noi abbiamo avuto un suo testo tradotto integralmente.

L'autrice

Dunque, il romanzo non è un capolavoro, ma da mesi non mi imbattevo in un libro tanto garbato e frizzate. Più che  per il plot o la soluzione finale, il romanzo vale per le non comuni doti umoristiche dell'autrice, che con dialoghi brillantissimi rende estremamente appetibile un testo che senza la giusta dose di humour sarebbe forse un giallo come tanti altri.
Sono i personaggi ad essere simpatici, soprattutto quelli femminili, a iniziare dalla protagonista Prudence Whitsby, chiamata Snoodles dalla nipote Betsey, che con lei sfugge alla canicola di New York rifugiandosi nella fresca Cape Cod, località balneare resa anche troppo nota dalla serie della Signora in giallo. Un soggiorno che, tra inviti di amiche e conoscenti che spuntano dal nulla, sarà tutto fuorchè quieto e privo di eventi; e quando un giovane scrittore snob e antipatico viene fatto fuori nel capanno adiacente alla loro abitazione, gli eventi precipitano. Viene accusato il giovane Bill, amico e forse spasimante di Betsey che in mancanza di una prigione viene imprigionato dal risoluto sceriffo/droghiere locale della piccola località nientemeno che nell'antica gogna monumentale (particolare troppo inverosimile e farsesco che è forse l'unica caduta di tono del libro), ed è chiaro che la complicata quanto assurda situazione deve essere risolta al più presto; a questo pensa uno strano Detective improvvisato, il pescatore e tuttofare Asey Mayo, un uomo maturo dalle poche parole e dai molti fatti, che assieme a Prudence che fungerà da Watson verrà a capo di un mistero che, seppur in una cornice abbastanza leggera, non mancherà di risvolti inquietanti. Alla fine, seppur amara, la verità verrà a galla, e non mancheranno poi sorrisi e fiori d'arancio.



Seppur, come ripeto, non siamo di fronte a un intreccio eccezionale, il libro deve essere letto per il suo brio (splendidi i primi capitoli fino alla scoperta del cadavere) e per le sue donne, per l'epoca molto emancipate e indipendenti, figlie dei ruggenti anni venti. I personaggi maschili, a parte lo strano Asey Mayo, non hanno certo lo spessore di quelli femminili, sono figure più accessorie e monodimensionali.
Quindi un poliziesco scritto in punta di penna e di raro garbo e intelligenza, che (come ha detto anche la signora Giuseppina nel suo blog) è incomprensibile come sia rimasto inedito fino ad oggi; bisogna dare atto alla Polillo per il coraggio con cui propone inediti di autori sconosciuti della golden age, e se non sempre fa centro (vedi Leslie Cargill) ha comunque il merito di proporre nuovi orizzonti.

2 commenti:

  1. Condivido pienamente la tua bella recensione. Quest'opera si è rivelata una lettura piacevole e garbata, e non mi meraviglia il fatto che questa serie sia tutt'ora amata e ristampata (soprattutto in America). E poi ho trovato Asey Mayo un personaggio "rinfrescante" dopo mesi e mesi di Lord Peter Wimsey!

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  2. In effetti Asey Mayo è quasi il contraltare di Lord Peter, e anche la Atwood è qusi l'oppposto della Sayers come modo di scrivere; diciamo che queste due autrici, come i loro detective, sono due facce di una stessa medaglia d'oro, anche se ovviamente la Sayers come letterata è imbattibile.

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