mercoledì 13 aprile 2016

"LA COLLERA DI NAPOLI" DI DIEGO LAMA.

Cari amici,

Rieccomi più gagliardo e pimpante di prima, si spera di non doversi assentare più almeno per qualche tempo.

Riprendo più o meno come avevo lasciato, ovvero parlando di autori Italiani; questa volta parliamo di un giovane autore contemporaneo, Diego Lama, e del suo romanzo vincitore dell'ultimo premio Tedeschi, un romanzo storico ambientato nella Napoli che recentemente ho avuto la fortuna di visitare e amare moltissimo.

Ora, non è che io mastichi abitualmente autori odierni perlopiù nostrani, ma a volte variare un poco la solita "zuppa Inglese" (o Americana) Può essere un diversivo molto piacevole, come in questo caso.

Si, perchè "La collera di Napoli", ambientato nella città partenopea  durante un'epidemia di colera scoppiata in un torrido Settembre del 1884, è un romanzo avvincente e potente, che avvince il lettore con ingredienti abbastanza noti ma molto ben amalgamati.





Intanto, come tutti i polizieschi Italiani, si introduce una ben delineata figura di Investigatore; il Commissario Veneruso è un detective panciuto e in la con gli anni abbastanza sui generis, incazzoso come Moltalbano e umano come Maigret, positivo ma senza essere molto simpatico; non un eroe romantico alla Marlowe, ancor meno macchina pensante alla Philo Vance, Veneruso è un uomo di acume che però non riesce a rimanere distaccato, a non farsi travolgere dal marciume che lo circonda.
I suoi agenti, questi molto "alla Montalbano" sono figure sulle prime abbastanza macchiettistiche, ma che acquistano uno spessore inaspettato via via che si procede con la lettura; insomma, nel commissariato della Napoli di fine ottocento ci sentiamo abbastanza a casa.
Ma come detto, il pregio del romanzo non è nelle novità, o in personaggi particolarmente indovinati; in questo caso, quello che conta è la storia, con un ritmo martellante che non conosce soste, e l'atmosfera splendidamente resa; sembra davvero di essere nella Napoli martoriata dal colera e dai funzionari Piemontesi del regno, una città che brama di vivere nel modo anarchico e indipendente da ogni potere che le compete, ma al tempo stesso non sa liberarsi dei suoi fantasmi passati e presenti.
Il caso poliziesco, alla fine, è abbastanza ben riassumibile; un gruppo di giovani ragazze, ospiti di un convento-ornanotrofio in pieno centro, vengono barbaramente uccise e i loro corpi ritrovati sul mare in condizioni pietose. Veneruso e i suoi capiscono ben presto che nel convento avvengono cose poco chiare, e anche se il canovaccio "Confessioni innominabili all'interno di un convento/istituto religioso" con relativi segreti e morbosità è stato sfruttato anche troppo, l'autore riesce comunque a imbastire una solida trama che disorienta con maestria il lettore, regalando un colpo di scena finale assai palpitante. Un giallo in piena regola, quindi, ma che non è  comunque il punto di forza principale del romanzo, che come detto risiede nell'atmosfera e in un'altra cosa; un miracoloso evitare i fin troppo facili stereotipi melodrammatici ai quali si presta ogni opera ambientata a Napoli; la città e i suoi abitanti sono credibilissimi, e anche l'ambientazione vagamente gotica e dark si adatta benissimo all'unica città Italiana che, insieme all'esoterica Torino, possa rivaleggiare con Londra come palcoscenico di vicende cupe e misteriose.

Insomma, questo "La collera di Napoli" non sarà certo un capolavoro, ma come opera prima di un autore ancora giovane è straordinaria; se il buongiorno si vede dal mattino, con Diego Lama abbiamo trovato un autore di prim'ordine. COnsigliato, a Napoletani e non.

9 commenti:

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  2. Sembra interessante credo che gli darò una letta, buona recensione.

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  3. Sembra interessante credo che gli darò una letta, buona recensione.

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  4. Bentornato Omar! I gialli italiani not my cup of tea. T attendo al prossimo Golden Age!
    PS fammi sapere se ti piace il mio cortissimo su Sherlock Magazine

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  6. Ciao Francesco, grazie per gli auguri, domani pubblicherò un post apposito per questo "evento". Dunque, per quanto riguarda la tua domanda, nel giallo Mondadori viene riproposto sempre materiale inedito e quindi la traduzione è stata realizzata negli scorsi mesi e credo si possa tranquillamente considerare integrale (traduttori come Boncompagni, la Caselli etc. si possono considerare afffidabilissimi oltre che competenti) mentre per i classici il discorso è diverso; a volte utilizzano le traduzioni più recenti e accurate, a volte invece si basano su traduzioni vetuste e tagliate (vedi gli ultimi Edgar Wallace) e quindi le traduzioni nei classici sono da verificare mese dopo mese; ed esempio, il Van Dine di questo mese se presenta la traduzione di Pietro Ferrari è sicuramente integrale, se presenta altri traduttori credo proprio di no.

    Giordano; appena ho un miuto cerco il tuo corto. In ogni caso, per il libro in questione, sappi che è molto piiù classicheggiante di quanto non si possa pensare in un primo momento.

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  7. Grazie Omar per la bella recensione!
    Per tua informazione a novembre è uscito anche il secondo romanzo con protagonista Veneruso negli Oscar Mondadori. Si intitola "Sceneggiata di morte". Ciao e grazie

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  8. Grazie Omar per la bella recensione!
    Per tua informazione a novembre è uscito anche il secondo romanzo con protagonista Veneruso negli Oscar Mondadori. Si intitola "Sceneggiata di morte". Ciao e grazie

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    1. Ciao e grazie a te per la dritta, mi era sfuggito il nuovo romanzo, lo prenderò con curiosità!

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