Quando
si acquista un romanzo avendo buone aspettative su di esso e queste non
vengono deluse è una gran bella sensazione per un lettore, ma ve ne è
una ancora migliore; acquistare un libro senza aspettarsi molto e
trovarsi invece tra le mani un prodotto di gran lunga migliore di quel
che si crede.
E’
stato questo, per me, il caso de “I misteri di Chalk Hill”, della
giovane Tedesca Susanne Goga, al suo primo romanzo tradotto in Italia
dalla fiorentina Giunti Editore.
Ammetto
che avevo adocchiato questo romanzo in libreria un annetto fa, ma
troppo era il timore che si rivelasse un ennesimo romance scontato, un
epigono degli epigoni, e lo trascurai; ma una entusiastica recensione
sul blog l’Oeil de Lucien, fonte inesauribile di consigli per il
sottoscritto, mi ha fatto decidere per l’acquisto, anche per il prezzo
irrisorio (soli 6,90 per un romanzo di 400 pagine) dell’edizione
economica uscita da poco.
Lo
presi a fine agosto, nel momento in cui l’estate, anziché declinare,
decise di fare la voce grossa, e rimandai la lettura di questo mystery
goticheggiante a un clima più adatto, che in questa prima parte di
novembre non ha certo deluso in quanto a sere buie e tempestose.
Che dire; me lo sono letto in tre sere, con sconfinato diletto.
Inizio col dire che la trama è quella che ci si aspetta; una storia del mistero con venature gotiche e atmosfere Collinsiane, ma riproposte con verve e originalità, senza essere un rifacimento, come dichiarato da qualche recensore, del Jane Eyre di Charlotte Bronte; anzi, tra la trama delle due opere le similitudini sono davvero poche, casomai abbondano i riferimenti non solo a Collins ma anche alla Braddon, fino ad arrivare a John Dickson Carr, non per le trame mirabolanti quanto per un certo sottofondo magico-demoniaco che aleggia sullo sfondo, atmosfere nelle quali il romanziere Americano era maestro.
La storia, in fin dei conti, è abbastanza semplice; una giovane e sensibile (ma al tempo stesso volitiva e determinata) istitutrice Tedesca di nome Charlotte Pauly giunge nella splendida tenuta di Chalk Hill, appartenente al severo e tormentato Sir Andrew Clayworth, rimasto da poco vedovo, per prendersi cura di sua figlia Emily, una bambina di otto anni intelligente e molto sensibile, che manifesta evidenti disturbi legati alla recente tragica perdita della madre, morta suicida. E’ presto evidente che sulla magione aleggiano svariati misteri, di sospetta origine ultraterrena, in quanto la presenza della morta alleggia greve.
A
questa storia si intreccia, per poi incontrarsi, la sottotrama
riguardante Thomas Ashdown, brillante e curioso giornalista e critico
teatrale che, dopo essere entrato a far parte di una società il cui
obiettivo è studiare i fenomeni soprannaturali in modo scientifico
smascherando al tempo stesso imbroglioni e ciarlatani (siamo alla fine
del diciannovesimo secolo, epoca nella quale l’interesse per lo
spiritismo era al massimo fulgore) giunge proprio a Chalk Hill per
appurare quanto ci sia di vero nelle strane visioni della piccola Emily e
di altri membri della servitù.
Sarebbe un delitto rivelare oltre, basta sapere che la suspense è gestita egregiamente, e i colpi di scena sono molteplici e per niente scontati; e poi, questo va sottolineato, la Goga ha una prosa di una leggerezza e nitidezza fuori dal comune, non ci sono pagine di troppo e tempi morti, e soprattutto l’autrice riesce a inchiodare il lettore alla poltrona senza premere sul pedale degli effettacci o del sesso sfrenato come ormai accade
per molti romance contemporanei (anzi, se proprio si deve fare un
appunto al romanzo, forse la storia d’amore, che comunque è presente, è
troppo sacrificata rispetto ad altri aspetti, cosa che so già ad alcune
mie lettrici non farà piacere…) ottenendo il risultato prefisso senza
alcun bisogno di tinte troppo forti.
Certo, è ovviamente molto prematuro affermare che la letteratura ha trovato una nuova Shirley Jackson o Susan Hill o Sarah Waters, ma un altro banco di prova è ormai imminente; segnalo infatti che il prossimo mercoledì, 16 novembre, uscirà sempre per Giunti il secondo romanzo dell’autrice tradotto in Italiano, “Il segreto di Reverdiew college” che dalla trama promette faville; sarà il mio regalo di compleanno, ho molta fiducia in questa autrice, perché, comunque vada, questo “I misteri di Chalk Hill” è un romanzo che merita davvero di non finire nell’oblio, un piccolo capolavoro che spero col tempo diventi un classico del romanzo gotico contemporaneo.
Mi hai convinta, lo inserisco nell'elenco delle prossime letture. Grazie!
RispondiEliminaGrazie a te :)
EliminaSEMPRE PIACEVOLISSIME LE TUE RECENSIONI....COMPRO SUBITO....
RispondiEliminaSpero di non farti rimpiangere i soldi spesi, Barbara! ciao e grazie.
EliminaL'avevo visto in libreria ma la copertina e il titolo mi avevano fatto pensare a qualcosa a livello dei libri harmony. Dopo questa recensione potrei farci un pensierino. Sarebbe comunque un piacevole svago.
RispondiEliminaHo iniziato la lettura: decisamente coinvolgente!
RispondiEliminaAtmosfera, personaggi, dialoghi ben sviluppati, senza pesantezze.
Come sempre, quando sto leggendo qualcosa che mi appassiona, non vedo l'ora di sapere come 'va a finire' e, al tempo stesso, vorrei non finisse mai.
Grazie per la segnalazione!
Mi fa piacere! questa lettura è veramente magica.
EliminaLo prenderò dopo questa tua recensione: avevo letto pareri contrastanti circa questo libro, ma seguendo i tuoi pareri non ho mai sbagliato un acquisto e confido sarà così anche per questo. grazie
RispondiEliminaSpero di non deluderti, grazie mille per la fiducia accordatami!
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