venerdì 13 settembre 2013

“LA REGINA DEI LADRI” , UNA IRRESISTIBILE SOPHISTICATED COMEDY DI EDGAR WALLACE.

Circa una volta l’anno, forse in concomitanza col cambio di stagione, vengo colpito da una malattia, l’ Edgarwallacite, un morbo molto serio la cui unica cura è leggere o rileggere più romanzi di seguito dell’autore. Poi mi passa,ma ci vuole tempo.
Di colui che, nonostante la sovrabbondante produzione che l’ha portato a sbagliare più di un colpo, considero il terzo più grande giallista di sempre dopo la Christie e Conan Doyle, ho letto molto. Non tutto, ma prima della vecchiaia ce la farò. Grazie ai classici Mondadori, alla Newton e alla Garden ho reperito sul mercato dell’usato tutta la sua produzione, racconti brevi compresi; non è una cosa impossibile, ai tempi era un autore molto diffuso, e invece da una decina d’anni almeno viene ristampato molto poco, come se il cambio di millennio lo avessere reso un caro estinto. Peccato, perchè i suoi romanzi migliori meriterebbero senz’altro di vivere e vegetare in tutte le librerie, sempre a disposizione del pubblico.



le copertine delle edizioni dei classici del giallo e dei GEM


DOpo il post dello scorso maggio sullo splendido Omnibus “delitti a Londra”, stavolta parlerò di un’opera misconosciuta e certamente non rappresentativa della poetica del’autore, anche se poi è uno dei suoi libri migliori e in esso vi è la quintessenza del mondo meraviglioso creato da Wallace; infatti questo La regina dei ladri è una sofisticata commedia giallo-rosa venata di romanticismo e garbato umorismo, irresistibile per chi come me ama le grandi commedie Americane degli anni trenta, con quei gentiluomini e gentildonne inappuntabili ed elegantissimi che si insultavano, si tormentavano e alla fine si amavano con una grazia straordinaria.
Delle peculiarità dell’autore ci sono le bande organizzate della malavita Londinese, i furti spericolati, gli intrecci adrenalinici e gli intermezzi sentimentali; solo che stavolta questi ultimi hanno una parte più importante, seppur trattati in modo del tutto diverso dal solito; se infatti l’eroina tipica di Wallace è una segretaria virtuosa e innocente che si trova vittima di intrighi più grandi di lei, in questo caso abbiamo nientemeno che una Arsene Lupin in gonnella, l’astutissima e imprendibile Kate Westanger, la regina dei ladri.
Kate è giovane, bellissima (capelli biondi e occhi grigi...)  e determinata; cresciuta da un nonno generale, apprende da lui l’arte della strategia, e dal dissoluto e disonesto zio apprende la più discutibile arte della delinquenza, fino a diventare il capo indiscusso di una banda che risiede nientemeno in una via abitata solamente da lestofanti, dall’eloquente nome di Crime street (Si, ok, una donna a capo di energumeni pronti a tutto è improbabile e crime street fa un po ridere, ma a Wallace si perdona questo e altro).
Maestra del travestimento, non esita di fronte a niente (e l’autore fa capire che non ha esitato nemmeno a infilarsi in qualche letto...) pur di ottenere i suoi scopi; recita con uguale disinvoltura il ruolo di segretaria, di ballerina, di principessa Russa, tutto per abbordare gli uomini giusti e carpire loro le informazioni necessarie a realizzare un grande colpo, anzi il colpo del secolo; il furto di un intero treno carico di lingotti d’oro, del valore di dieci milioni di sterline dell’epoca!.
Però ovviamente ogni grande criminale ha la sua nemesi; e quella di Kate è l’aitante ispettore Michael Pretheston, che la conosce e sa benissimo chi eè e cosa fa, anche se non ha mai potuto incriminarla in quanto contro di lei non c’è uno straccio di prova; si milita a romperle le uova nel paniere quando può, cercando il momento giusto per incriminarla; però la trovata geniale del libro è il rapporto tra i due, assolutamente non da poliziotto-sospetta ma puramente da screwball comedy; i due si stimano, giocano e fliertano, in una continua sfida amichevole.
Il problema è che Michael è perdutamente innamorato di Kate, e quando capisce che il gio co sta diventando troppo serio e pericoloso cerca di dissuadere la ragazza, di redimerla, paventandole il carcere e la rovina; lei però gli dice di avere una pietra al posto del cuore, di disprezzare l’amore e di vivere per il crimine. Però d’un tratto una frase dell’ispettore la fa arrossire, e forse inizia a sentire la sua solitudine e la sua fragilità e forse a credere in una vita migliore...
Insomma, ovviamente un intreccio rosa che più rosa non si può, e che condurrà a un lietissimo fine, quello che tutti i lettori (praticamente tre quarti degli inglesi del tempo) di Wallace desideravano palpitando, e che lui puntualmente regalava loro in ogni suo romanzo.
Ma i due protagonisti non sono le sole figure simpatiche del libro; c’è lady Moya, antica fiamma di Michael freddda e snob che si rassegna a un matrimonio d’interesse finchè non incontra un giovane e squattrinato pittore, ci sono i pittoreschi criminali della banda di Kate (il cattivissimo fetentone ovviamente è Spagnolo, non un civilissimo Inglese che ruba ma non fa male a nessuno...) e l’alta società della Londra degli anni venti, adorabilmente snob e raffinata.
E anche  la parte più prettamente poliziesca, coi colpi di Kate e la sparizione del treno, è svolta in modo egregio (anche se le analogie col racconto “Il treno scomparso” di Conan Doyle non possono assolutamente ritenersi casuali) e la storia si risolve in modo forse un pò troppo catartico, ma efficace.
Insomma, due ore di divertimento assicurato per chi ama le atmosfere alla Cukor e le storie d’amore rocambolesche. Imperdibile.

7 commenti:

  1. Di Wallace ho, soprattutto, un vivido ricordo de 'L'abate nero'; mi era piaciuto tantissimo.

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  2. Scusa ma... La "tabella" con i voti? Che fine ha fatto?
    Comunque sarà il primo di Wallace che leggerò (è lì in libreria che mi aspetta).

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  3. Oops, me la ero dimenticata la tabella!! comunque fa piacere avere un pubblico affezionato che la reclama!

    Eccola;

    -INTRECCIO E SOLUZIONE FINALE; 8/10
    -LEGGIBILITA’ 10/10
    -ATMOSFERA 8/10
    -HUMOUR 9/10
    -SENTIMENTO 10/10

    MEDIA VOTO; 9

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  4. Ciao, la traduzione integrale é quella di tino lamberti?

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  5. Credo di si, visto che il romanzo è abbastanza breve anche in originale; in ogni caso c'è anche la traduzione Garden, che credo integrale.

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. grazie per la dritta, questa potrebbe essere integrale, ma per andare sul sicuro prenderò l'edizione della garden
    tra l'altro grazie a i tuoi consigli ho preso negli usati alcuni wallace del giallo economico classico, spero solo che, nonostante le traduzioni fornite dalla garden, non siano state tagliuzzate per farle stare in 100 pagine

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