venerdì 18 ottobre 2013

"UNA PAROLA DI OTTO LETTERE" DI HERBERT ADAMS, UN TIPICISSIMO GIALLO BRITISH DELLA GOLDEN AGE


Se qualcuno venisse da me (magari) e mi chiedesse di consigliargli un romanzo emblematico del filone “Delitto nel verde della campagna inglese”, le mie poche cellule grigie si metterebbero subito in moto; ovviamente il primo titolo che suggerirei sarebbe “Poirot a Styles court” della Christie, perfetto giallo “campagnolo” oltre che forse il poliziesco di più piacevole lettura che esista; poi il “Dramma di corte rossa” di A.A. Milne, poliziesco delizioso e intriso di garbatissimo umorismo, che Rex Stout definì a ragione incantevole. Poi? Perfetto sarebbe “Delitti a volontà” di Joanna Cannan, apoteosi oltre che della campagna inglese anche del tramonto della Gentry; e anche il cupo e inquietantissimo “E i cani abbaiano” di Stagge (uno degli pseudonimi della ditta Patrick Quentin) ambientato in una campagna Americana però “Inglesizzata”, talvolta anche in modo forzato.
E ancora il bellissimo thriller “La scala a chiocciola” di Ethel Lina White, in cui la selvaggia campagna tra Inghilterra e Galles fa da sfondo perfetto alla fosca vicenda narrata, proprio come la brughiera del “Mastino dei Baskerville” di Conan Doyle (pensavate che me ne scordassi eh? E invece...)
E poi? Ce ne saranno molti altri, chissà quanti non ancora tradotti, ma d'ora in poi a chi mi facesse la domanda riportata all'inizio del post consiglieri caldamente anche “Una parola di otto lettere” di Herbert Adams, delizioso scrittore Inglesissimo e campione di Golf, che si dette alla scrittura in tarda età firmando decine di romanzi.

l'autore.

Purtroppo la sua produzione in Italia è arrivata poco e male; due titoli, tra cui quello recensito, tradotti da Polillo, e poi solo traduzioni vetuste e incomplete nella collana dei “romanzi della rosa” Salani, che li scelse forse per la componente sentimentale piuttosto considerevole negli scritti dell'autore; un vero peccato che il giallo Mondadori non lo abbia assolutamente preso in considerazione... chissà poi perchè?
Dunque, questa Parola di otto lettere (titolo originale A word of six letters...quindi quale sarà la parola? Facile intuirlo), scritto nel 1936, recuperato nella bellissima (e ahimè conclusa) collana dei gialli del corriere della sera che ristampava i Polillo a soli 6,90 euro, mi è piaciuto talmente tanto da correre a recuperare l'altro bassotto disponibile, “La stessa sera alla stessa ora” che spero di leggere al più presto.




Ma andiamo con ordine; la storia inizia nientemeno che durante una crociera nei fiordi norvegesi (ah, che bella immagine...) dove un giovane medico capace e determinato, Bruce Dickson, incontra una ragazza carina e gentile che viaggia da sola di nome Ella Chilcott, e parlando con lei scopre che è la nipote del signorotto della contea nella campagna Inglese dove andrà ad esercitare, il vecchio, ricchissimo e orgoglioso colonnello in pensione Bartholomew Blount, . Tra i due nasce una simpatia molto forte, ma che non fa in tempo a concretizzarsi nel breve periodo del viaggio, anche per motivi economici che al tempo erano importanti; il giovane medico non ha ancora una posizione adeguata per chiedere la mano di qualsivoglia fanciulla, e la ragazza ha litigato aspramente con lo zio, che l'ha scacciata di casa, e ora per mantenersi dovrà cercarsi un lavoro come segretaria.
Passano alcuni mesi. E' il compleanno del vecchio colonnello Blount, e lo stuolo di parenti leccapiedi e inetti che sperano in un buon lascito al momento della morte del vecchio Squire si precipitano a rendergli doverosi omaggi. Il vecchio cerca, come sempre, di rendersi il più possibile odioso e di farli sentire delle nullità, ovviamente ci riesce benissimo.
Dopo il ricevimento, nel pomeriggio, il colonnello parte per la sua consueta cavalcata nelle campagne della contea, ma non fa ritorno; lo trovano morto dopo essere caduto dalla sua cavalcatura.
Tutto fa pensare a un colpo apoplettico dovuto all'età, e sperano che non vi sia nessuna inchiesta; ma il giovane Bruce Dickson, non convinto, vuole comunque compiere delle analisi sul sangue del vecchio, e in esso vengono riscontrati forti livelli di Sulfonale, un sonnifero che se preso a forti dosi diventa letale. Quindi il vecchio non è morto per la caduta, ma per il veleno.
Ma un colpo di scena ancora più sorprendente è il testamento di Blount; lascia lasciti irrisori ai parenti leccapiedi e quasi tutte le sue sostanze alla Giovane Ella Chilcott, per il semplice fatto che la ragazza è stata l'unica a tenergli testa. Ovviamente il calcio al vespaio è ufficialmente tirato, e la storia decolla in modo appassionante; seguiamo le indagini condotte dall'ispettore Fraser sulla vita nascosta del vecchio Blount, che soleva andare a trovare durante le sue cavalcate una bellissima donna dai capelli rossi con la quale sembrava essere in grande intimità; seguiamo le paure e i complotti dei viscidi e melliflui parenti di Ella, che ora hanno per la giovane ereditiera lo stesso comportamento che avevano verso lo Squire defunto; e seguiamo anche la dolce e tormentata storia d'amore tra Bruce e Ella, col primo che ora non osa dichiararsi alla ricca ereditiera per il suo status divenuto di colpo inferiore e con lei, innamorata del bel dottorino, che crede che lui rivolga altrove le sue attenzioni.
La storia è sempre più interessante e movimentata man man che si va verso la fine, con pirotecnici attentati, travestimenti, rocambolesche fughe e tormenti esistenziali di stampo vittoriano.
Quando il libro finisce e l'assassino viene condotto in prigione (e gli innamorati all'altare) se ne è veramente dispiaciuti. Bello, bello e ancora bello, una vera fiaba per adulti come tutti i gialli della Golden age citati all'inizio, ma anche un perfetto meccanismo poliziesco. Un libro che rileggerò varie volte con sommo diletto, un vero gioiello. Grazie mille, Polillo editore.

-INTRECCIO E SOLUZIONE FINALE;  9/10
-LEGGIBILITA’  10/10 (grazie anche all'ottima traduzione di Marisa Castino Bado)
-ATMOSFERA  9/10
-HUMOUR   8/10
-SENTIMENTO   10/10

MEDIA VOTO; 9,2

9 commenti:

  1. Non mi avevi mai parlato di questo giallo. Me lo segno!

    RispondiElimina
  2. L'ho comprato 2 settimane fa e finito di eggere domenica scorsa. Comunque secondo me Igor o qualche altro edicolante fornito ce lo ha ancora nella versione dei gialli del corriere a 6,90 e in ogni caso lo puoi comodamente richiedere senza nessun sovrapprezzo.

    RispondiElimina
  3. Niki, questo lo trovi comodamente in libreria, non ti faccio cercare per mari e per monti ;)

    RispondiElimina
  4. Un attimo, non cosi' veloce, che sto prendendo appunti! ;) Sei una fonte inesauribile di informazioni, Omar. Mi sono segnato i titoli citati - adoro i gialli di campagna - e cerchero' di recuperarli (e leggerli) nelle prossime settimane. Ma il A.A. Milne che citi, e' anche l'autore di Winnie the Pooh?

    RispondiElimina
  5. Ciao Gianluca! Esatto, il Milne in questione è proprio l'autore di Winnie the pooh, che prima di dedicarsi al dolce orsetto scrisse due gialli, il "dramma di corte rossa" che è nel catalogo Polillo (e ti consiglio caldamente di recuperare, è un piccolo capolavoro) e un altro, inedito in Italia, in cui una ragazza si improvvisa detective...un sogno sperare in una sua traduzione, mi sa. In ogni caso Milne non è l'unico autore per l'infanzia che ha scritto anche dei gialli; pensiamo a Christianna Brand, la creatrice di Tata Matilda, che scrisse anche ottimi polizieschi molto particolari, in quanto ambigui e crudi per il periodo.

    RispondiElimina
  6. Grazie Omar per queste informazioni! Ho appena ordinato il "Dramma di Corte Rossa" ("The Red House Mistery"), e mi riprometto di leggerlo appena finiti un paio di Simenon in corso. Tra l'altro, spulciandone le prima pagine della versione inglese su Amazon.com, mi ha colpito la dedica iniziale di Milne (la cui prima parte potrebbe adattarsi benissimo a tutti noi frequentatori di questo blog ;) ):
    "To John Vine Milne.
    My dear father,
    Like all really nice people, you have a weakness for detective stories, and feel that there are not enough of them. So, after all you have done for me, the least that I can do for you is to write one. Here it is: with more gratitute and affection than I can well put down here. A.A.M."

    RispondiElimina
  7. Si, conoscevo la simpatica dedica di Milne, preludio a un romanzo garbatissimo. Speriamo però che poi ti piaccia, altrimenti avrei sulla coscienza gli euro che hai speso....mi raccomando fammi sapere!

    RispondiElimina
  8. Tranquillo, da quello che ho potuto evincere dalla sinossi, queste sono il tipo di ambientazione e di atmosfera che piacciono a me. Ti faro' sapere sicuramente! Grazie ancora per i suggerimenti.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.