martedì 26 novembre 2013

LE ANTOLOGIE “ALFRED HITCHCOCK PRESENTA” DEGLI OSCAR MONDADORI DI TANTI ANNI FA; UN VIAGGIO NEL PULP AMERICANO NEGLI ANNI D’ORO DEL GENERE, E MOLTO ALTRO.


Le mie grandi, vere passioni di lettore non sono state poi moltissime; ho letto tanto fin da bambino, ma ho amato visceralmente ben poco. Lasciando perdere gli amori svaniti col passare del tempo, le cose amate da bambino e da ragazzo che ancora riesco a sentire vicine come tanti anni fa sono relativamente poche; Le storie dei paperi di Carl Barks, il Tex Willer di una volta, Agatha Christie, Edgar Allan Poe, Stevenson,  Conan Doyle e… Alfred Hitchcock.

Il grande regista Inglese era un mito per me fin da bambino; i miei genitori associavano il suo nome a quel cinema di qualità che prima o poi,crescendo, avrei apprezzato; ed è vero, perché una freddissima sera invernale come quella in cui sto scrivendo, durante le vacanze natalizie del 1995 (ero in terza media) davano alla Tv “La donna che visse due volte”. I miei erano usciti ed ero tutto solo in casa, e quale occasione migliore per tentare il salto nel buio di un cinema totalmente diverso dai film Disney o dagli action-movie di Stallone e Schwarzenegger a cui ero fermo?

Ed evidentemente le stimmate del cinefilo e adoratore Hitchcockiano erano ben presenti in me, perché mi innamorai perdutamente di quello che è il suo film più profondo e affascinante ma anche il più complesso ed enigmatico, forse il più pesante per un ragazzino; ma a rapirmi bastò quell’inquietante vagare per le strade di una San Francisco cupissima, quella storia di una morta che pare tornata alla vita, quella sublime ambiguità di fondo che non si scioglie nemmeno nel finale.

Da quel momento Stallone e company finirono semplicemente di esistere, e mi trasformai, col manicheismo in fondo tipico di quell’età, in un intransigente cinefilo in erba che ogni settimana spulciava “sorrisi e canzoni” per vedere se venivano trasmessi film del maestro, a saltare di gioia quando un titolo veniva proiettato, a programmare il videoregistratore a VHS per registrarlo e guardarlo poi quando ero solo in casa, perché tuttora non riesco a leggere o guardare film se qualcun altro è presente nella stessa stanza.

Poi qualche anno dopo, quando ero ormai in quarta superiore, potetti collezionare le videocassette della  De Agostini (qualcuno ha fatto quella mitica collezione? Che bella..), ma ormai i capolavori ero riuscito a vederli tutti.

Ma la mia passione per Hitchcock non si fermava certo ai film; volevo sapere tutto di lui e del suo cinema, e setacciavo le biblioteche per accaparrarmi qualsiasi cosa lo riguardasse; conobbi così il mitico libro- Intervista con Francois Truffaut “il cinema secondo Hitchcock”  e altre chicche che negli anni ho collezionato.

Ma in biblioteca (finalmente arrivo al dunque, scusate la prolissità) trovai anche un volumetto di racconti molto strano e affascinante. Si intitolava “L’ultima autopsia” e già quello poteva renderlo interessante, ma quello che mi colpì fu la scritta “Alfred Hitchcock presenta” in alto; nella mia ingenuità pensai che fossero dei racconti scritti da Hitchcock stesso, e invece mi accorsi che ben presto che era solo una raccolta di racconti del “Mystery magazine”, rivista che presentava storie thriller nello stile di quelle del leggendario telefilm “ Alfred Hitchcock presents” che assieme a “The twylight zone” ovvero Ai confini della realtà, fu l’icona della neonata televisione Americana tra gli anni cinquanta e sessanta.

In questi volumi, Hitchcock metteva la faccia e una breve prefazione, un articoletto dove, con grandi dosi di humour nero di marca British, il maestro (o chi per lui, temo) presentava i volumi.

I 26 volumetti (più un Omnibus dal titolo “SuperHitchcock” che comprende 33 dei racconti migliori della collana) uscirono nella collana Oscar Mondadori tra l’agosto del 1968 e il maggio del 1982, anno in cui presumibilmente l’interesse del pubblico scemò, anche perché forse la formula aveva fatto decisamente il suo tempo, in quanto in quegli anni il thriller Americano aveva preso strade decisamente diverse e tramontò l’epoca dei pulp magazine.

Tutti i volumi Mondadori presentavano  eleganti copertine di Karel Thole, copertine decisamente riuscite e fantasiose dove talvolta bisognava “riconoscere” la faccia di Hitchcock celata tra altri elementi,  in un divertente gioco enigmistico.

Ve ne posto tre esempi;
 


 
Trovate Hitchcock (dai non è difficile...)

 

 I titoli dei volumi sono i seguenti;

 

1-     SCORCIATOIA PER IL PATIBOLO

2-     IL DELITTO NON PAGA ABBASTANZA

3-     MAI UCCIDERE PER AMORE

4-     SEI PICCOLE BARE

5-     LA COLLINA DEGLI SPETTRI

6-     IL SONNO SI ADDICE ALL’INNOCENTE

7-     IL CERCHIO NELLA POLVERE

8-     IL GIORNO DELLA PAURA

9-     UCCIDERE E’ IL MIO MESTIERE

10- PARTITA CON LA MORTE

11- IL DIAVOLO IN AGGUATO

12- UN ASSASSINO NELLE TENEBRE

13- DELITTI AL RALLENTATORE

14- COL CUORE CHE SANGUINA (la mia antologia preferita)

15- IL FILTRO DELLE STREGHE

16- L’ULTIMA AUTOPSIA

17- OMICIDI IN STILE LIBERO

18- PARLANDO DEL DIAVOLO

19- SEDICI SCHELETRI NEL MIO ARMADIO

20- CRONACHE DAL PATIBOLO

21- C’ERA UNA VOLTA IL BRIVIDO

22- L’OMICIDIO FA BUON SANGUE

23- LA GIOSTRA DEL DELITTO

24- LA MORTE PUO’ ESSERE BELLA

25- COSI’ GIOCANO GLI ASSASSINI

26- DELITTO DOLCE DELITTO

 
 La collezione completa.




 A questi bisogna aggiungere il volume Rizzoli “I maghi del brivido”, Il volume Garzanti “Galateo del delitto” e soprattutto le tre bellissime maxi-antologie Feltrinelli “25 racconti del terrore vietati alla tv”, un vero capolavoro antologico che a breve recensirò a parte, “Racconti per le ore piccole” e “I terrori che preferisco”. Queste di Feltrinelli sono  le primissime antologie Hitchcockiane apparse in Italia, e quelle dove la scelta è più di qualità, dove si spazia anche nel serbatoio di grandi autori anche non di genere, così come le altre due antologie.

Le antologie Mondadori invece ospitano solo racconti provenienti dal Mystery Magazine, e sono brevi, fulminanti, strani e talvolta bizzarri thriller un poco pulp, un poco noir, un poco giallo classico e un poco giallo umoristico, scritti da robusti mestieranti che campavano coi racconti di genere da dare in pasto alle riviste, e scrivevano un po’ di tutto, anche racconti horror, di fantascienza o western; non certo una qualità sopraffina, ma ci si poteva affezionare a quell’amabile precarietà letteraria, e certo gli sprazzi di vero talento non mancavano. Comunque, tra tutte le antologie editate, abbiamo sui 500 racconti disponibili, un mondo tutto da esplorare.

I nomi che ricordo con più piacere sono quelli di Arthur Porges, Robert Bloch, Richard Deming, Jonathan Craig, C.B. Gilford, Talmage Powell, Fletcher Flora, Syd Hoff….perchè fin da ragazzino li collezionavo e li leggevo e rileggevo, e avevo imparato a memoria i nomi degli autori, cominciando a leggere i volumi che via via trovavo ( ci ho messo 9 anni per finire la collezione senza ricorrere all’e-commerce, dal 1997 al 2006) partendo dagli autori che preferivo fino a quelli che amavo di meno, ossia i derivati dell’hard-boiled e le ammazzatine tra gangsters.

Come ho detto la qualità è altalenante, ma è innegabile che tutte assieme formino una specie di grottesca, stranissima “comedie humaine” dell’America del tempo, non quella metropolitana, cinica e sentimentale di Chandler e Hammett ma una più provinciale e autentica, dove i delitti non sono appannaggio di gangsters in grandi città ma avvengono perlopiù in ambienti intimi e dimessi, e al lettore d’oggi salta all’occhio soprattutto la grande ipocrisia dell’istituzione familiare americana di quegli anni; su 10 racconti infatti sei o sette avevano per tema il delitto tra le mura domestiche, la violenza porta a porta che nella fascistella America Maccartista era pressoché impensabile; i protagonisti sono perlopiù vecchi pensionati, ubriaconi falliti, casalinghe frustrate, viaggiatori di commercio, donne equivoche, piccoli truffatori e ragazzini problematici; tutto quello che al tempo veniva nascosto sotto il tappeto, per intendersi.

C’erano però anche parecchi racconti di stampo più classico, dal Whodunit alla Agatha Christie (grande specialista Arthur Porges, pregevole autore che preferivo a ogni altro) a quelli di stampo soprannaturale, oppure racconti più goticheggianti e grandguignoleschi; inutile dire che erano e sono i miei preferiti, e talvolta li rileggo con immutato piacere.

Per quanto riguarda il collezionismo, i volumetti Mondadori si trovano in giro abbastanza bene, specialmente dei primi la tiratura era alta. Più difficile trovare le tre Antologie Feltrinelli con sovraccopertina integra (mentre senza sovraccoperta li ho visti diverse volte), l’unico elemento veramente rognoso è l’omnibus “Superhitchcock”, a dire il vero un omnibus apocrifo visto che la copertina non è di Pinter ma di Thole e la veste grafica è diversa; ma comunque è un pezzo non comunissimo, anche se non certo raro o introvabile.

Insomma, la finalità di questa “guida” è quella di far conoscere una collezione che rischia di sparire nell’oblio più totale, e che invece merita considerazione e affetto; e spero che se in qualche mercatino, bancarella o dove altre volete vi capitasse di trovare uno di questi volumetti magari prendetelo, dategli un’occasione; forse come me poi vi divertirete per anni a reperirli tutti, o forse non ci penserete nemmeno, ma se non provate non lo saprete mai…

5 commenti:

  1. Salve Omar!

    Mi chiamo Paola e sono una grandissima amante del giallo classico ed in particolare della Christie.

    Quali sono i dieci racconti delle antologie di Hitchcock da leggere assolutamente?

    Ciao

    Paola

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  2. Ciao Paola,

    Benvenuta su questo blog!

    Beh mi fai una domanda un poco difficile, perchè in questo caso non conta tanto il racconto singolo quanto l'insieme ce ne sono alcuni che spiccano sugli altri, ma pochi (sei piccole bare, il cerchio nella polvere, La collina degli spettr..racconti molto belli che danno anche il titolo alle rispettive antologie) sono tutti racconti di buona fattura, con pochi tonfi ma anche pochi capolavori. In ogni caso le antologie che ho sempre preferito sono "Il sonno si addice all'innocente", "La collina degli spettri" "Col cuore che sanguina" e "L?ultima autopsia. Ciao, spero di esserti stato utile!

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  3. Ciao
    Ho letto anni fa un racconto con alieni che arrivano sulla terra a vedere i grandi disastri come spettatori a teatro;mi sai dire il titolo del racconto e dell'antologia che lo conteneva?
    Grazie
    Elena

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  4. Ciao
    Ho letto molte raccolte di racconti di Hitchkoch anni fa e sto cercando di ritrovare un racconto in cui degli extraterrestri vengono sulla terra a vedere i grandi disastri come se fosse un teatro.
    Mi puoi aiutare?sai il titolo del racconto è /o della raccolta?
    Grazie
    Elena

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  5. Ciao
    Ho letto anni fa un racconto con alieni che arrivano sulla terra a vedere i grandi disastri come spettatori a teatro;mi sai dire il titolo del racconto e dell'antologia che lo conteneva?
    Grazie
    Elena

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