mercoledì 18 febbraio 2015

"PERRY MASON E LE ZAMPE DI VELLUTO" DI ERLE STANLEY GARDNER.


Se fino ad adesso ho ignorato l’universo di Perry Mason è stato un poco per pigrizia, e un poco per una fisiologica propensione verso altri tipi di poliziesco. Non che non avessi mai letto niente, ma lo avevo lasciato ai margini, come se l’opera di Gardner fosse di minore importanza rispetto a quella di altri giallisti. Sbagliavo.

Dunque, Gardner. Uno degli autori più prolifici, anche più, pensate, di Edgar Wallace, sempre citato tra gli autori più fecondi anche se in realtà i suoi  romanzi polizieschi sono “solo”  92, senz’altro meno degli oltre 120 di Garner; solo i Perry Mason sono 82, più i 29 con Donald Lam (scritti da Gardner con lo pseudonimo di A.A. Fair) e altri titoli, come “La morte nella manica” o  “Depone la morte” senza personaggi fissi.
 
l'autore.
 

Un autore che è senz’altro una delle “bandiere” del Giallo Mondadori; nella collana sono stati pubblicati tutti i suoi romanzi fin dagli anni trenta, quando alcuni dei primi libri con Mason uscirono tra le palmine. Ma l’esplosione dell’autore  nel nostro paese si ebbe dal dopoguerra in poi; il primissimo numero dei GM del dopoguerra fu appunto un Gardner, ovvero “Perry Mason e l’avversario leale”, ristampato varie volte nei classici, di cui l’ultima nel 2013. Negli anni cinquanta e sessanta, fioccavano i Gardner come se piovesse, testi quasi inscindibili dalle magnifiche copertine di Jacono, che dava perlopiù risalto alle molte bellissime donne, di ogni indole e estrazione sociale, che richiedevano i servigi del noto avvocato. E nelle ristampe nei classici del giallo, anch’essi inaugurati con un Mason (P.M. e il pugno nell’occhio, 1966) Gardner è stato uno degli autori più ristampati, e anche adesso la redazione odierna li sta rieditando a ritmi sostenuti (ne è uscito uno lo scorso dicembre e ne uscirà un altro a marzo!), e l’autore continua quindi a essere attuale e apprezzato, nonostante sia penalizzato da traduzioni mutilate e di mediocre fattura; se si escludono le Palmine tradotte con criterio, i libri di Gardner sono stati piuttosto maltrattati, e purtroppo mai ritradotti nel corso degli anni (a parte un’iniziativa della Hobby e Work, che presentò in edicola una ventina di Mason con una traduzioni nuove di zecca, ma piuttosto piatte e anonime).
 




Alcune bellissime protagoniste immortalate da Carlo Jacono. Perry Mason veniva sempre riprodotto con le sembianze di Raymond Burr, immortale Mason nel telefilm andato in onda tra il 1957 e il 1966.
 
 

E adesso, seguendo un dogma Marzulliano, mi faccio  una domanda e mi do una risposta; perché Gardner è un autore poco citato nelle classifiche dei migliori gialli del secolo? Perché nessuno, dai critici blasonati ai semplici appassionati, mette un Mason o un Donald Lam tra i suoi preferiti? Forse perché l’autore non soddisfa pienamente nè i cultori del giallo classico nè i patiti dell’hard boiled; no, Gardner non ha da spartire molto ne con l’universo  della Christie ne con quello di Hammett, perché è “altro”; il suo universo se lo creò da solo, e con lui è morto.

Io, nell’universo di Gardner ci sono entrato tardi, e male. Lo leggevo durante i turni di notte o in treno, perché è un autore molto leggero e gradevole, ma non gli ho mai tributato molta importanza; ma ora che i gialli li leggo anche, per così dire, con occhio critico, la lettura della primissima avventura  dell’avvocato del diavolo, “P.M. e le zampe di velluto” mi ha letteralmente folgorato.
 
 

Forse perché letta nell’edizione anni trenta (con traduzione non mutilata poi nelle successive ristampe, come purtroppo sarà successo anche per questo titolo) con l’ottima traduzione di Enrico Andri, questo esordio di Mason mi è parso tanto convincente da arrischiarmi di usare per esso l’impegnativo termine di capolavoro.

Credo davvero che, per i lettori del 1937, una scrittura come quella Gardneriana fosse adrenalina pura; nella provinciale e sonnacchiosa(ancora per poco, purtroppo) Italia in camicia nera   arrivava semplicemente l’America. Infatti, in Gardner si respirano gli States del tempo come con nessun altro autore, eccezion fatta per Stout; Gardner non aveva bisogno di plasmare e cristallizzare gli stereotipi della detection Americana come facevano Chandler e Hammett, rimasti molto di più nella memoria collettiva (e blasonati dalla critica) ma inevitabilmente  cristallizzati nella loro stessa maniera; Gardner raccontava storie di personaggi credibili, normali, senza essere cinici e autodistruttivi, senza vizi eccessivi, senza amori troppo tragici e maledetti. Come Simenon con la Francia e la Parigi di Maigret, Gardner creò un universo attendibile e autentico, che ancora oggi può risultare una impareggiabile “guida pratica” per capire quell’America, precisamente quella Los Angeles e quella California che si imposero più di ogni altro posto del mondo delle fantasie degli Italiani, soggiogati dal fascino dei liberatori.

E poi Perry Mason, un personaggio assolutamente nuovo per i tempi, unico e mai eguagliato.

Sulle prime, pare che qualche affinità con i protagonisti dell’hard boiled ci sia; come Marlowe, Mason è un idealista, per il suo cliente combatte e rischia moltissimo, anche quando esso/a non lo merita affatto; ma non arriva al punto di sacrificare il suo tornaconto, di tramutarsi in quel romantico e perdente cavaliere di ventura che in fondo Marlowe è; Mason risulta essere un vero Americano del new-deal, il self-made-man positivo e determinato per cui alla fine conta solo la vittoria. Vuole essere pagato, tanto e subito. Perry Mason è solido, senza vizi o debolezze; non disdegna uno Scotch doppio, ma non è un bevitore. Cerca di essere conciliante e pacato con gli avversari, ma alla bisogna assesta ottimi destri a tradimento. Non si invischia   in love story con donne bellissime e irraggiungibili, ma forma una coppia di fatto con la sua meravigliosa segretaria Della Street, un rapporto che non si ufficializzerà mai in modo vero e proprio, ma senz’altro consumato “dietro le quinte” visti i continui abbracci e i languidi sguardi tra i due, che senz’altro non sono due cherubini pudibondi, ma due spiriti forti e indipendenti, contro ogni schema; per fare un esempio, un romanzo della serie, “P.M e i due ritratti”, si apre con Mason e Della che tornano da un viaggio di piacere alle Hawaai; ai tempi era una cosa a dir poco ardita mostrare datore di lavoro e segretaria che se ne vanno in vacanza assieme senza essere sposati. Per chi scrive, Mason e Della Street formano la più bella e sensuale coppia del romanzo poliziesco proprio per quell’incompiutezza e quel “non detto”, e per quel velato erotismo di fondo che permea molte sequenze con i due assieme.
 
una splendida Della Street, sempre by Jacono.
 

Tutto questo, e molto altro, si trova nelle “zampe di velluto”; queste ultime non sono altro che le rapaci e graffianti manine di Eve Belter, fatalona dalle molte grazie e dal cuore di pietra che  si presenta da Mason per essere difesa da dei ricattatori, ma che finirà, con i suoi maneggi, per irretire l’avvocato in un gorgo di bugie e morti violente per uscire dal quale esso dovrà lottare con molteplici nemici, alcuni dichiarati e altri molto più subdoli. Impossibile riassumere questo eccitante fuoco di fila di trovate e colpi di scena, basti dire che siamo ad altissimi livelli, un robusto poliziesco d’azione che presenta anche un intreccio  di tutto rispetto e personaggi per nulla banali, e che soprattutto sembra veramente scritto ieri per quanto risuta ancora scattante e dinamico. Continuerò con entusiasmo a esplorare l’universo Gardneriano, ho scoperto una vera miniera d’oro, e se in passato ho minimizzato l’opera di questo autore beh, allora faccio ammenda perché sbagliavo. Certo, i romanzi con Mason non saranno tutti di grande livello, ma nessun ciclo di decine di romanzi può garantire sempre e comunque l’eccellenza. Nel frattempo, voi cercatevi questo fantastico esordio dell’avvocato del diavolo, uscito in varie edizioni; non ne rimarrete delusi, garantito.

5 commenti:

  1. Leggo sempre con grande interesse i tuoi post, e in coda a questo posso finalmente dire: l'ho letto! Una digressione: a te che piacciono le copertine vintage, forse ti può interessare questo articolo http://www.illibraio.it/larchivio-storico-salani-166861/

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  2. p.s. Io sono arrivata a Gardner da bambina, grazie al grande Raymond Burr (rigorosamente in bianco e nero).

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  3. Mi fa piacere, ho letto solo ora, tra l'altro, che hai letto pure il Renard..complimenti!!! Grazie per il tuo interesse, spero comunque che ormai tu non sia l'unica o quasi rimasta a leggermi.... in ogni caso, pochi ma buoni!! io sono un appassionato di copertine vintage, ne ho una marea sia originali che riprese da Internet; guarderò questo sito e ti ringrazio per il link, sia mai che ce ne sia qualcuna che mi è scappata!!

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  4. Tranquillo Omar: sono convinto che i tuoi lettori siano sempre più numerosi! Non può essere altrimenti, i tuoi articoli sono belli e interessanti.
    Paolo

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