Purtroppo, con l'allarme terrorismo e specialmente dopo il doloroso caso
Regeni, abbiamo smesso di guardare l'Egitto come lo abbiamo sempre
guardato, ossia come un paese fiabesco con un grande passato e tante
mete turistiche da sogno. Chi non ha mai desiderato di vedere la Sfinge e
le Piramidi? forse solo Roma ha altrettanto appeal. Ma purtroppo, fino a
data da destinarsi, questa magia anche solo immaginaria è evaporata, e
chissà se tornerà.
In ogni caso, nel 2011 la giovane Janice
Hamrick, scrittrice già al terzo romanzo e abbastanza sulla breccia in
patria, scrisse un romanzo dove l'Egitto, a parte qualche magagna dovuta
principalmente alla burocrazia locale, era ancora raccontabile come
meta di una vacanza da sogno.
Oddio, da sogno, intendiamoci bene;
nel romanzo "La morte in vacanza" uscito lo scorso maggio nel GM, si
parla di un viaggio, ma organizzato; certo, credo sia di gran lunga il
metodo più sicuro per visitare quelle aree del mondo, ma personalmente
l'idea di aggregarmi a un gruppo di sconosciuti, comandato a bacchetta
da una guida e costretto a rigidi e inflessibili orari e a ritmi
massacranti mi sembra semplicemente orribile, preferisco non vedere che
vedere a quelle condizioni; per me e la mia Fidanzata è già un viaggio
faticoso uscire da Firenze, figuriamoci avventurarsi in simili gineprai.
Ma,
fortunatamente per le agenzie di viaggio, molti la pensano
diversamente, e l'Egitto rimane una meta delle più gettonate,
specialmente dagli Americani; ed ecco quindi arrivare nella terra dei
Faraoni una comitiva di Texani, tra cui spicca, tra personaggi comunque
tutti ben delineati, la protagonista Jocelyn Shore, che viaggia con la
seducente e capricciosa cugina Kyla, che si è unita alla cugina più per
rinsaldare il loro rapporto un poco traballante che per vera vocazione.
Tutta la variopinta comitiva, composta da famiglie di varia estrazione
ed educazione, tra i quali una coppia di Australiani con una figlia che
nasconde un segreto, due svampite e irritanti sorelle, una zitella
impicciona e maligna, e soprattutto Alan Stratton, bellone seducente e
misterioso che viaggia da solo, e che diventa ben presto l'oggetto del
desiderio di Jocelyn e Kyla.
Ora, Jocelyn potrebbe considerarsi
l'erede delle fanciulle per bene e ingenue e travolte dal fascino
dell'avventura rese famose da Edgar Wallace, ma il carattere è
decisamente rapportato ai nostri tempi; l'eroina è ormai oltre la
trentina, con un divorzio alle spalle, con ben poche inibizioni
sentimentali e sessuali e un senso pratico che deriva dal lavoro (è
insegnante in una scuola elementare) e dalle traversie della vita
affrontate in prima persona e senza cavalier serventi.
Piacente ma
non bellissima, ha un complesso di inferiorità enorme verso Kyla,
decisamente più sexy e sfrontata, e che lo fa pesare alla cugina
(assicurandosi puntualmente tutti gli uomini piacevoli e single che
incontrano), meno bella ma soprattutto meno adatta di lei a fare la
gatta morta.
Il viaggio in Egitto, della durata di dieci giorni e
che toccherà tutto quello che c'è di più interessante, è una vera guida
pratica anche per il lettore; dell'Egitto si conoscono di fama quasi
tutti i monumenti, ma in pochi saprebbero dire dove sono ubicati, quali
si raggiungono per primi andando da Nord a Sud, e quanta distanza
effettiva ci sia tra essi. Se uno accarezzasse l'idea di un viaggio nel
paese dei Faraoni, questo romanzo potrebbe dare un'idea di tempi, costi e
ostacoli; si, perchè l'autrice, che evidentemente ha sperimentato la
cosa in prima persona, non ci risparmia nemmeno i lati meramente pratici
o addirittura sgradevoli, dalle impressonanti escursioni termiche tra
notte e giorno, alla penuria dei servizi che scontentano puntualente
l'occidentale che pensa sempre e comunque di trovarsi a Londra o New
York, la sporcizia dei cammelli, l'insistenza dei venditori di
cianfrusaglie; insomma, c'è poca dell'epicità o della trasfigurazione
poetica di tanti libri e film Hollywoodiani (o dell'indulgenza verso usi
e costumi di una Agatha Christie) ma al tempo stesso l'autrice è chiara
su una cosa; le meraviglie che offre il paese vale comunque la pena di
vederle, i disagi sono resi poca cosa dalla effettiva grande bellezza
del tutto.
Il meccanismo giallo, non temete, è ben presente e si
innesca fin dall'inizio, quando la zitella impicciona viene trovata
morta ai piedi di una piramide; sembrerebbe uno sciocco incidente, ma
oviamente non è cosi, e toccherà all'intrepida Jocelyn, aiutata dal fin
troppo piacione Stratton (che ovviamente non si fila la fin troppo
facile preda Kyla preferendo la più virginale Jocelyn...vabbè, spero
succeda spesso anche nella vita reale), dipanare un mistero che per un
lettore esperto è tutt'altro che inestricabile, però tutto sommato
l'intreccio mistery è abbastanza ben svolto e coerente.
In ogni
caso, questo romanzo va letto come una pura evasione, per sentirsi parte
di un viaggio organizzato che uno non si può permettere, o che non ha
voglia o tempo di fare. Adattissimo sotto l'ombrellone, magari potrete
far finta che la sabbia del lido nostrano che vi circonda sia quella del
grande deserto Egiziano attraversato dal Nilo, o magari, come me,
tirerete un sospiro di sollievo per NON essere in mezzo a quel caos ma
davanti al nostro splendido, "banalissimo" mar Mediterraneo.
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