venerdì 7 giugno 2013

I RACCONTI POLIZIESCHI DI LUCIANA PEVERELLI E LA BREVE EPOPEA DEL “CERCHIO VERDE”


La prima fioritura del giallo all'Italiana (prima e unica, visto che poi i polizieschi di casa nostra si discosteranno sempre di più dai modelli del giallo classico all'inglese) fu breve ma intensa, nata come esperimento del regime fascista che provò, sulla scia del successo della collana dei libri gialli Mondadori, a creare un “buon prodotto nazionale” di letteratura di genere.
I buoni autori non mancavano; Su tutti Augusto de Angelis e Ezio d'Errico, tuttora molto leggibili (il primo ripubblicato meritoriamente da Sellerio, il secondo ormai un caro estinto)  poi altri discreti autori come Spagnol o Varaldo, e pochi altri ormai dimenticati. La gran parte della narrativa poliziesca Italiana si espresse però in racconti brevi, e venne perciò creata un'apposita rivista denominata “Il cerchio verde”, che presentava materiale sia Italiano che straniero; un vero e proprio “Black Mask” nostrano, che per il lettore dell'epoca doveva essere una vera delizia.


tipica copertina di un numero del "cerchio verde" . Fonte;fond. Franco Fossati.

Poi accadde che il regime, dimostrando la consueta coerenza e intelligenza, decise di...boicottare ciò che egli stesso aveva voluto creare, col discorso che gli Italiani erano un popolo troppo buono e giusto per contribuire alla creazione di letteratura tanto triviale e perversa, che apparteneva di fatto a gentaglia come quella della perfida Albione...insomma, fatto sta che la rivista chiuse dopo soli 3 anni.
Un personale giudizio sul giallo nostrano? Diciamocelo, gli Italiani non erano molto tagliati per questo genere letterario. Proprio come per le storie di fantasmi ci mancava il “Phisique du ròle” ossia non avevamo ne gli scenari goticheggianti che sono la quintessenza di tanti gialli dell'età d'oro, ne tanto meno una metropoli tentacolare e di variegata umanità come Londra o Parigi; la Milano di De Angelis è graziosa e interessante, ma quella di Scerbanenco era ancora assai lontana.
E poi oltre a questo ci mancava proprio la misura, il dosaggio della scrittura; come per ogni genere d'evasione gli autori nostrani scadevano ben presto nel melodrammatico e nell'enfatico, con una scrittura pesante, ridondante e senza traccia di humour,vecchiotta e stantia già al momento della pubblicazione; tanto per capirci sul finire dell'ottocento a rappresentare il romanzo giallo–gotico gli Inglesi avevano Wilkie Collins e noi Carolina Invernizio; Un discreto abisso di differenza,sia allora che adesso.
 In ogni caso la benemerita Sellerio (che ora ristagna tra Camilleri e i giallisti continentali, ma una volta aveva un catalogo coi fiocchi) pubblicò anni fa un volume intitolato “L'almanacco del delitto- racconti tratti dal cerchio verde” che raccoglie il meglio di quella breve esperienza editoriale. Visto che trovare una copia della rivista nelle bancarelle è ardua e costosa impresa, leggere questo libro,assieme a uno speciale del giallo curato da Orsi, è l'unico modo che attualmente abbiamo  di poter conoscere questi raccontini gialli all'Italiana.



 I racconti compresi nel volume sono numerosi, ma quelli che secondo me rendono meglio l'essenza della letteratura gialla dell'epoca sono i quattro della grande Luciana Peverelli, scrittrice Torinese ormai dimenticata che però è stata una delle più prolifiche e vendute autrici Italiane del secolo scorso.
Maestra del romanzo rosa, grande dama dei sentimenti che all'epoca furoreggiava assieme ad altre scrittrici come Willy Dias, Wanda Bontà e naturalmente Liala; autrici ormai etichettate come patetiche pennivendole, hanno scritto centinaia e centinaia di romanzi nei quali sospiravano e piangevano tutte le Italiane (alfabetizzate) del tempo, dalle portinaie fino alle damine di buona famiglia; voci di un'epoca che non dovrebbero essere mai dimenticate, non fosse altro per avere un coerente ritratto di ciò che eravamo.


Due immagini di una giovane bella Luciana Peverelli;fonte Fond. Franco Fossati

Alla Peverelli sono legato affettivamente pur senza aver mai letto nulla oltre a questi raccontini gialli, perchè mio nonno mi raccontava sempre che durante le veglie dopo il raccolto leggeva alle ragazze del posto riunite in cerchio attorno al fuoco un suo libro intitolato “Profumo di violette”. Dopo tanti anni ricordava ancora il titolo e le contadinelle che lo ascoltavano rapite (decisamente altri tempi), e si rammaricava sempre di aver perduto il libro chissà dove; vorrei aver fatto in tempo a regalargliene una copia io.
Ok, scusate. Dicevo di questi racconti gialli della Peverelli; più che di giallo è meglio parlare di thriller, visto che in poche pagine vanno in scena bizzarre e grandguignolesche vicende volte a fare sensazione più che a presentare superbi enigmi da risolvere; ma va bene così, visto che ci si diverte non poco a leggerli.
I primi due sono impagabili; “Innocenza” è un buon Whodunit dove una ragazza innocente viene salvata nientemeno che da un piccolo “freak”, considerato da tutti un piccolo mostro ma che con la sua testimonianza riesce a far risolvere il caso. “La villa segreta” invece, il più suggestivo della quaterna, è ambientato in Giappone (!) e racconta una foschissima storia di gelosia e malattia, davvero molto suggestiva. Ambientata in un imprecisato oriente è anche “La Naja”, dove per naja non si intende la leva militare ma un velenosissimo serpente, che il protagonista si ritrova nella sua camera a seguito del tradimento da lui perpetrato verso una vendicativa indigena; la sua lotta col rettile è narrata con un superbo senso del suspense.
In “Tradimento” si ritorna nella tranquilla provincia Italiana, dove due donne si accusano a vicenda dell'infanticidio di un neonato, figlia di una delle due; ma il colpevole sarà un altro ancora.
Insomma, in questi quattro racconti della Peverelli, come in tutti gli altri della raccolta, si ritrovano tutti i difetti tipici del giallo all'italiana, ma per fortuna nella distanza breve, nella quale gli orpelli non trovano spazio, riescono ad emergere anche tutti i pregi, ossia una fantasia sbrigliata che coniuga varie correnti del poliziesco con effetti a volte quasi grotteschi ma di sicuro effetto, che finiscono col divertire proprio per la loro eccentricità. Letture molto gradevoli per una serata decisamente diversa; non si vive di sola Agatha Christie.

Il volume è attualmente nel catalogo dei Reimanders, il che significa che lo si può recuperare su IBS a un prezzo stracciato ma che sta per andare esaurito, quindi nella remota ipotesi in cui tutto questo possa interessarvi vedete di sbrigarvi a comprarlo.

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