venerdì 10 gennaio 2014

“L’ULTIMA CARTA” UNA PERLA PICCOLA MA PERFETTA NELLO SCRIGNO DI JOHN DICKSON CARR.


Come tutte le vicende che concernono l’esistenza, quelle editoriali sono talvolta misteriose, illogiche, quasi incomprensibili.

Di John Dickson Carr, che potrà essere o meno amato alla follia ma che comunque è uno dei 4-5 scrittori che sono il manifesto universale del poliziesco classico, in Italia si è tradotto tutto o quasi (mancano dei racconti e un romanzo, The murder of Sir Edmund Godfrey, che a quanto ho capito è una ricostruzione storica di un delitto commesso nel seicento, sullo stile della Figlia del tempo di Josephine Tey) e anzi, nei tempi d’oro della collana dei classici del giallo (gli anni ottanta) si è anche Ri-tradotto; quasi tutti i romanzi più importanti con Fell e Merrivale sono stati accuratamente tradotti integralmente e rispettando lo stile dell’autore da Antonietta Maria Francavilla, una garanzia di qualità, che ha curato anche molti dei romanzi dell’autore, specialmente gli ultimi e quelli senza personaggi fissi, che erano ancora inediti. Oltre alla Francavilla anche Mauro Boncompagni ha tradotto alcuni titoli chiave, così come Maria Luisa Bocchino. Un’opera di enorme importanza, che fa del nostro paese uno di quelli in cui l’autore è stato meglio trattato.

Peccato però che, per chissà quale motivo, tale opera ciclopica si è fermata a un passo dal compimento, quando mancavano pochissimi titoli per avere tutto il canone Carriano ritradotto come meritava.

Curiosamente, i Carr trascurati sono quasi tutti i primi dell’autore, ossia quelli dell’incantevole ciclo di Bencolin. Inspiegabilmente maltrattati dall’autore che li considerava poco più che peccati di gioventù (forse per quello la redazione non perse tempo a ritradurli?), per chi scrive sono tra i migliori in assoluto della sua produzione; almeno tre titoli, il celebre “Il mostro del plenilunio”, “Sfida per Bencolin” e quello di cui mi occuperò più approfonditamente ovvero “L’ultima carta” sono tre capolavori, tre romanzi di assoluto fascino.
EDIT; avevo riportato, basandomi su dati non sicuri, un elenco di Carr non integrali; l'amico Stefano mi ha fornito nei commenti un elenco più preciso, che riporto in calce;


I Carr non tradotti integralmente sono:
- Il mostro del plenilunio (trad. anni 50 della De Michele piena di tagli ed errori)
- L'ultima carta (Scurto)
- Piazza pulita (Knowles, l'unico romanzo ripubblicato di recente, è il meno peggio dei 3 come confezione, perché molto breve già in originale)
- Delitto a bordo (non sono sicurissimo perché qui non ho l'edizione originale, ma essendo Caricchio colei che ha massacrato Death from a top hat di Rawson immagino abbia tagliato anche questo)
- La tabacchiera dell'imperatore (Tedeschi)
- È un reato Dottor Fell (De Michele)
- Gideon Fell: Panico a teatro (Caricchio)
- Tutto bene dottor Fell (Corvaja)



La breve epopea di Monsieur Bencolin, titanico e superomistico asso degli investigatori Parigini, conta solo 5 romanzi e 4 racconti, ma come ho detto non è assolutamente da trascurare; mai sottovalutare i romanzi giovanili, vale anche ad esempio per la Christie.

Carr non commise peccati di gioventù, anzi, iniziò col botto. I romanzi con Bencolin trasudano di atmosfera, di mistero, di suggestioni da Grand-guignol; in quel periodo l’autore soggiornò veramente nella capitale Francese, e quindi la conosceva molto bene, aveva i luoghi e le persone a portata di mano, non ricostruiva nulla.

In questo “L’ultima carta”, che ho riletto con sommo gaudio in questi giorni nella sua prima edizione del 1955 (fu ristampato solo nel 1973 nel classico del giallo 172, e da quarant’anni manca nelle edicole), proprio la location rende il romanzo un gioiello assoluto; non vi troverete però la tour Eiffel e i Bistrot di Montparnasse dove si radunavano i tanti intellettuali del tempo, queste cose al giovane Carr non interessavano minimamente; no, qui si hanno piccoli e sordidi musei delle cere, nobili orgogliosi, presunti spettri, passaggi segreti e sotterranei minacciosi; un’ atmosfera alla Louis Feuillade splendidamente resa.
 

copertina di G. Sarno per l'edizione 1955
 
 
 
La storia inizia quando una giovane donna viene trovata morta abbracciata in modo macabro alla statua di cera del Satiro della senna, creatura ricorrente nelle leggende locali. La statua, assieme a molte altre, fa parte del museo delle cere del signor Augustin, che presenta opere di alto artigianato ma è ormai decaduto, quasi fatiscente, che vivacchia grazie ai pochi visitatori accolti dalla figlia di Augustin, che rappresenta tutto il personale di cui ha bisogno il locale.

Ben presto ci si accorge che il conto in banca degli Augustin è stranamente florido, e appare ben chiaro che il piccolo museo è una porta d’accesso secondaria per un locale malfamato al quale è collegato, “Le chiavi d’argento” dove molte persone ricche e altolocate si recano mascherate per incontri chiaramente ( anche se l’autore o il traduttore sono troppo delicati per dirlo esplicitamente) a sfondo erotico, un qualcosa alla Eyes Wide Shut per intendersi.

Ovviamente la morta faceva parte del giro, e altrettanto naturalmente è di buona famiglia e dalla reputazione senza macchia; a quel punto il mefistofelico ispettore e il suo aiutante Jeff Marle (un Watson ci vuole sempre) iniziano a muoversi in questo mondo sordido ma, devo ammetterlo, anche affascinante, tra piccoli Apaches (come si chiamavano i piccoli malfattori della capitale al tempo), signori del crimine, ambasciatori, militari e nobiluomini; siamo ancora nei margini del territorio del Feuilleton, tra Fantomas , Leroux e le petit Theatre du Grand Guignol, intrattenimento che ai tempi era già quasi superato (il teatro chiuderà definitivamente nel 1963…purtroppo) e che l’imminente successo dei Maigret di Simenon (il romanzo di Carr è del 1931, anno di Pietr le Letton) finirà di spazzare via del tutto, relegando i vecchi brividi nel dimenticatoio per tematiche decisamente più terrene e umane. In ogni caso preciso che questo romanzo, oltre a essere fautore di  palpiti d’antan, è anche un ottimo poliziesco, con una soluzione impeccabile e credibilissima.

Concludo con una ulteriore constatazione sulla traduzione; a volte nel blog del giallo Mondadori leggo di persone che si rifiutano di leggere i primi Carr fino a che essi non verranno ritradotti. Ebbene, non ci sperate; la Mondadori, dopo aver pubblicato lo scorso anno Piazza pulita in uno speciale sempre con la vecchia traduzione, non lo farà di certo; potrebbe farlo la Polillo, che però di Carr ha pubblicato romanzi già integrali e con la stessa traduzione della Francavilla, per cui sono scettico anche da quel versante.

Ma quello che dovete sapere è che queste traduzioni “vecchie” sono assolutamente BEN FATTE. La traduzione dell’ultima carta, di Bruno Scurto, è deliziosa; senza arcaismi, scattante, fluida e impeccabile, così come tutte le altre. E’ assolutamente sbagliato non leggere questi romanzi per diffidenza o aspettando un miracolo che difficilmente accadrà, il mio consiglio è di leggerseli lo stesso; e se poi li ritraducono, potrete sempre rileggerli, perché romanzi come “L’ultima carta”, un gioiello assoluto, sono destinati a essere amati per una vita intera.

9 commenti:

  1. Ciao Omar,
    I Carr non tradotti integralmente sono:
    - Il mostro del plenilunio (trad. anni 50 della De Michele piena di tagli ed errori)
    - L'ultima carta (Scurto)
    - Piazza pulita (Knowles, l'unico romanzo ripubblicato di recente, è il meno peggio dei 3 come confezione, perché molto breve già in originale)
    - Delitto a bordo (non sono sicurissimo perché qui non ho l'edizione originale, ma essendo Caricchio colei che ha massacrato Death from a top hat di Rawson immagino abbia tagliato anche questo)
    - La tabacchiera dell'imperatore (Tedeschi)
    - È un reato Dottor Fell (De Michele)
    - Gideon Fell: Panico a teatro (Caricchio)
    - Tutto bene dottor Fell (Corvaja)

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  2. Fantasma in mare ti assicuro che è integrale, tradotto da Boncompagni; Sfida per Bencolin (che è un romanzo molto mediocre anche in originale, secondo me il peggior Carr del decennio) è tradotto sostanzialmente benino dalla Grimaldi, ad una delle prime operazioni.
    Per quanto riguarda la disputa a cui accenni: credo anche io che sia difficile vedere Carr ritradotto entro breve tempo, ma ti assicuro che il Carr originale ha, nel periodo giovanile, una potenza evocativa (a volte eccessiva, ovviamente) che è riuscita a ricreare con esattezza solo la Francavilla traducendo The lost gallows. La De Michele snellisce troppo alcune asprezze per essere considerata ora una traduttrice accurata.
    Tradurre Carr è difficile, e Scurto e compagnia bella fanno decisamente fatica.

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  3. Ciao Stefano, se come penso sei lo stesso che scrive nel blog del giallo averti tra i miei follower è un vero piacere!

    Ti ringrazio per il prezioso intervento, come vedi ho ancora delle lacune, però a dire il vero di Fantasma in mare io ho l'edizione Oscar mondadori con copertina di Thole che mi risulta tradotta da Bruno Just Lazzari, e non sapevo di una sua ritraduzione, questa è una dritta preziosissima. Su è un reato dottor Fell, Panico a teatro e Tutto bene dottor Fell non immaginavo che avessero tagliato, visto che i romanzi erano piuttosto recenti pensavo che i traduttori lavorassero già con più criterio, ci sono sinceramente rimasto male.

    L'unica cosa su cui non sono del tutto d'accordo con te è il giudizio su Sfida per Bencolin; l'ho letto molto tempo fa e non ricordo bene l'intreccio poliziesco (che in effetti non mi colpì un granchè) ma lo strano castello e l'atmosfera opprimente mi piacquero molto; mi è piaciuto molto meno quattro armi false, ma sinceramente il Carr degli anni trenta è di un livello pazzesco, si può parlare solo di libri leggermente meno riusciti degli altri.

    Delitto a bordo, vista la mole, credevo proprio che fosse integrale...la Caricchio finora mi era parsa affidabile, ma se un romanzo fondamentale come quello di Rawson è stato sforbiciato (ecco perché quella mancanza di atmosfera...) ora sono molto più diffidente nei suoi confronti.

    La tabacchiera dell'imperatore sarebbe assolutamente perfetto per una riedizione Polillo, ma Tedeschi era comunque un traduttore di prim'ordine.

    Purtroppo il mostro del plenilunio in edizione integrale, che anche così maltrattato è bellissimo, resterà un sogno per molti; anche qui spero nella Polillo, che sinceramente per quanto riguarda Carr è pigrissima.

    Grazie ancora per l'intervento, poi correggo il mio articolo. Scrivi ancora, mi raccomando!

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  4. Fantasma in mare è stato ritradotto da Boncompagni nell'omnibus La nobile arte del delitto (1990), ma non è mai apparso nei Classici. Per quanto riguarda Rawson, la traduzione italiana è tagliatissima, ma di atmosfera non ce n'è molta lo stesso; in compenso c'è una notevole conferenza sulle camere chiuse, totalmente assente nella nostra edizione.
    Apprezzo molto il tuo blog, divertente e spigliato! Complimenti ;)

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  5. Ah, Fantasma in mare è solo in un omnibus, infatti non lo trovavo...mi domando cosa aspetti la Mondadori a ristamparlo nella collana dei classici del giallo, invece di ristampare materiale già edito in varie edizioni. Ma la traduzione di Bruno Just Lazzari è molto tagliata?

    Su morte dal cappello a cilindro, che quasi quasi mi rileggo nel weekend assieme all'arte di uccidere ( letti quasi dieci anni sul treno fa mentre facevo lo studente pendolare, ci credo che tanti gialli li ricordo poco) mi ricordo un romanzo eccellente ma senza la grandissima atmosfera dei Carr integrali (che ovviamente hanno dalla loro una grande traduzione..), e siccome Rawson è stato criticato proprio per la poca atmosfera, è chiaro che ha dalla sua una forte attenuante. Della conferenza sulle camere chiuse tagliata meglio tacere, potrei esprimermi con termini decisamente poco eleganti!!
    Comunque di Rawson ho da rileggermi anche "Le orme sul soffitto" ; trovai la palmina originale tradotta da Pitta (con tanto di sovraccoperta!) in un mercatino, e anche quello lo giudicai un bel romanzo ma un poco "freddo"; ora che ho recuperato lo speciale con la versione di Boncompagni, credo che sarà tutta un'altra cosa!

    Grazie mille ancora per l'apprezzamento e le informazioni.

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  6. Per quanto riguarda Fantasma in mare mi sembra che la vecchia traduzione sia stata fatta addirittura sulla traduzione francese del romanzo e non sull'originale. L'ambientazione è diversa e manca anche una lunga descrizione iniziale, oltre a molto altro. In ogni caso il volume omnibus è uscito nel 2007 nell'edizione Classici del giallo raccolta mondadori numero 16, uno di quei volumi usciti in edicola insieme a qualche rivista/quotidiano. Magari quello riesci a trovarlo.

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. Il romanzo di Rawson è molto tagliato, ma soprattutto è stato scientemente saltato a piè pari il capitolo centrale contenente la discussione sulle Camere Chiuse: se è pure comprensibile, nel caso il contratto di traduzione avesse previsto un certo numero di pagine, che venisse espunto un capitolo che non ha altro collegamento nel romanzo, dal punto di vista letterario e critico fu compiuto un vero e proprio abominio, tanto più che la Locked-Room Lecture presente in Death From A Top Hat è la sola forse che possa stare alla pari con quella di Carr nel suo The Hollow Man, come ho esplicitato nel mio lungo articolo sul Blog Mondadori di qualche anno fa.
    Fantasma in mare fu tradotto non dall'originale (sto parlando del primo giallo deglia nni '60) ma da una traduzione effettuata dal grande Maurice Endrébe, un grande traduttore e scrittore francese, autore anche di una ottima camera chiusa. Quella traduzione in origine non fu fedele perchè alcune cose presenti nella traduzione (e non inserite da Carr ma da lui dovevano far pensare a dell'altro: è una cosa un po' lunga e non ne parlo qui). Comunque sia ti basti dire che non era fedele ed integrale. Quella invece di Mauro lo è. Ti confermo quello che ti dice Stefano. Qualche anno fa, ci fu una riedizione di Omnibus Mondadori, su carta riciclata, curata a cura di Sorrisi e Canzoni TV (passata sotto silenzio) in cui fu non solo ripresentato l'Omnibus con Fantasma in mare (che in origine si chamava "La nobile arte del delitto- 4 casi per Sir Henry Merrivale") che ora costa in originale cifre astronomiche (85 euro anche), ma anche altri bellissimi su Raymond Chandler, E. Wallace, Ruth Rendell, Peter Cheyney, John D. Carr, etc..
    Pietro De Palma

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  9. Salve Pietro, onoratissimo di avere sul mio blog il commento di un vero esperto del giallo come te! Davvero, quel che mi dici di Rawson mi dispiace davvero molto, sarebbe proprio il caso che in qualche speciale o in appendice al giallo Inedito del mese questo fondamentale pezzo venisse pubblicato, anche come doveroso "risarcimento" al lavoro di Rawson.
    Per quanto riguarda fantasma in mare, ora che me lo hai detto mi sono ricordato della collana, che comunque è uscita quasi 10 anni fa, e forse al tempo non c'era ancora il tam-tam mediatico che ci avrebbe permesso di darle l'importanza che meritava; ma evidentemente il volume su Carr al tempo me lo persi, e spero davvero di trovarlo in giro, grazie per la segnalazione.

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