domenica 28 aprile 2013

PRECURSORI;L’OCCHIO DI GIADA DI FERGUS HUME





Della gloriosa collana della compagnia del giallo Newton (della quale ho già parlato) uno dei romanzi che da ragazzino mi erano piaciuti di più e che ho riletto con inalterata soddisfazione ieri sera è l’occhio di giada del neozelandese Fergus Hume,un caro estinto oggi ricordato solo per il suo “Il mistero della carrozza chiusa” (Titolo originale; the mistery of hansom cab),il quale  superò per vendite anche i romanzi con Sherlock Holmes figurando tra i best-seller assoluti del diciannovesimo secolo.In realtà Hume scrisse molti altri polizieschi,oggi caduti nell’oblio;sono storie molto avventurose,melodrammatiche e piene di melensaggini,molto vicine a Leroux e Gaboriau e lontanissime dai maestri della Golden age.Ma nei romanzi di Hume vi è sempre un delizioso understatement che porta a smorzare le tinte fosche,che invece i Francesi enfatizzavano enormemente,cosa che ha reso molti di questi testi irrimediabilmente pesanti per il lettore odierno.


Peccato che quest’autore sia oggi così obliato,perchè l’occhio di giada (conosciuto anche col titolo "l'idolo cieco",potete ammirare qua sopra la copertina della precedente edizione nei gialli economici Mondadori anni trenta) è un libro che ho trovato adorabile,perfino  COMMOVENTE.In che modo un poliziesco può commuovere?perchè è un libro così genuinamente feuilletonistico e improbabile e così dannatamente divertente che mi viene da piangere nel pensare che libri così non se ne possano scrivere più,perchè abbiamo ormai perso per sempre quella verginità spirituale che ci portava ad apprezzare storie tanto teneramente ingenue.
Fate attenzione se vi viene voglia di leggerlo;pensate solo che al confronto i libri più spericolati di Edgar Wallace sono rigorosi come un Whodunit di Queen;si deve prendere com’è,e se pensate che sia datato vi sbagliate;infatti è datatissimo.Ma,come dire?è talmente datato che finisce per avere la sua forza nella sua stessa vetustà.
In questo libro abbiamo un idolo proveniente da un’isola del mare della Cina che  ha un occhio solo (che anche in Cina conoscessero Polifemo?) e questo occhio (di giada) è stato rubato.Molte persone,tra cui un principe Russo che forse è un avventuriero,un Persiano vendicativo,una ballerina sensuale e cinica,una vecchia governante dal passato misterioso,un usuraio ebreo e una dolce fanciulla bionda  vorrebbero ritrovare quest’occhio per un motivo ben preciso.Protagonista della storia un giovane pittore che si ritrova ad arbitro della contesa tra questi bizzarri personaggi da operetta.I colpi di scena sono talmente tanti che si finisce col perdervisi,e il tono enfatico alla Collins persino nei convenevoli tra amici è un qualcosa di assolutamente amabile;l’autore vuole tenerci sempre sulla corda,si fa in quattro per lasciarci senza fiato e per quanto mi riguarda ci riesce egregiamente.Quindi ve lo consiglierei di cuore,ma siccome ADORO  le storie d’antan (il romanzo è del 1903) con gioielli favolosi,principi equivoci,donne fatali e biondine innocenti finisco con l’essere tremendamente di parte e sopravvaluare il tutto.

Per puro completismo cito anche gli altri titoli di Hume che sono a suo tempo usciti nella benemerita compagnia del giallo Newton;
-Il mistero della carrozza chiusa (è il suo libro più famoso e celebrato e io non l’ho ancora letto..sono un tipo strano)
-L’enigma della donna errante (favolosooo!!!)
-Come una morsa
-L’uomo dai capelli rossi (fantasticooo!!)

INTRECCIO E SOLUZIONE FINALE;  8/10
-LEGGIBILITA’  8/10
-ATMOSFERA  10/10
-HUMOUR   5/10
-SENTIMENTO   9/10

MEDIA VOTO; 8

3 commenti:

  1. Beh, ogni tanto leggere qualcosa di un po' "agé" non fa male ;) Concordo con quello che hai scritto, i libri d'avventura di questo tipo hanno una sorta d'ingenuità che spesso riesce a rendere piacevoli quelli che ormai sono sentiti come cliché fatti e finiti.

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  2. Beh,con Fergus Hume ti toglieresti davvero la voglia di romanzi d'epoca ;).E mi fa piacere che ci siano persone come te che non liquidano questi libri come orrendamente datati ma ne riconoscono il valore contestualizzandoli.In ogni caso tornerò spesso su questi romanzi,come dire,da un po di tempo assenti nello scaffale delle novità.

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  3. Grazie! Mi hai invogliato a leggere L'uomo dai capelli rossi che ho appena comprato nell'edizione dei Gialli Newton, pescata per caso in una libreria che ancora ne vende alcuni. Peccato solo che nel frontespizio c'è scritto che si tratta di una traduzione del '37 presa dai Gialli Economici Mondadori, che non sono proprio integrali (come hai scritto anche tu). Pazienza, ci accontentiamo!

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